Ci alziamo presto per fare colazione balinese per poi incamminarci con i nostri bagagli al porto di imbarco del traghetto per Lembar sull'isola di Lombok. Già cosi presto vi è un gran andirivieni di turisti ed agenti per vendere i biglietti di trasporto. I prezzi fra le varie compagnie sono accordati ma insistendo ed aspettando fino all'ultimo si può risparmiare qualche rupia. In questo modo riusciamo ad avere il nostro passaggio fino a Kuta-Lombok per 140'000 rupie invece di 155'000.
Alle 8.45 ci fanno poi salire sul traghetto e dobbiamo fare attenzione che i caricatori del porto nnon ci strappino di mano i nostri bagagli per portarli loro sulla nave. La nave salpa poi alle 9.15 per far rotta verso il porto di Lembar sull'isola di Lombok. Il tempo è bello e noi dobbiamo fare attenzione a non esporci troppo al sole cocente. Siamo sistemati nella parte di poppa della nave, dove la temperatura è più fresca. Sono molti i turisti di tante nazionalità, la maggior parte sta andando verso le isole Gili. Per Kuta saremo solo in 4, noi con una coppia di giovani belgi che stanno girando in Indonesia da quasi due mesi e ci daranno interessanti informazioni sulle regioni più a sud dove stiamo andando anche noi. L'attraversata con il traghetto dura 5 ore, compresa una mezza ora per attendere che sia libero il molo di attracco a Lembar. Grazie alle conoscenze dei precedenti viaggi riusciamo ad uscire per primi dalla nave, ancora prima che i camion e le moto accendano i loro puzzolenti motori. Subito dopo lo sbarco i vari agenti ci smistano su bus ed auto per essere portati alle varie destinazioni. Il nostro viaggio per Kuta – Lombok, la città più a sud dell'isola, dura ca. 1.5 ore su strade non sempre in buono stato, anzi in alcuni posti i buchi sono più gradi dell'auto!
A Kuta veniamo fatti scendere, non sappiamo se appositamente o no, nelle parte opposta a quella dove si trovano gli alberghi. Per cui ci tocca fare una sfacchinata di quasi un km sotto il sole per trovare i primi alloggi. Il posto visto al primo colpo d'occhio sembra molto squallido, ma poi quando vediamo il mare e la spiaggia cambiamo idea. Il posto è molto conosciuto dai surfisti per la lunga spiaggia e le onde. Il paesaggio è molto bello, anche se come in tanti posti come questi l'immondizia che si vede in giro quasi dappertutto stona moltissimo. Noi dopo aver fatto passare diversi alberghi completi e altri “non potabili” finiamo al “Anda Homstay”. Non è il più confortevole e pulito ma oramai siamo stanchi e tanti altri da far passare non ci sono più. Facciamo poi un lungo giro fotografico per fotografare ogni angolo al tramontar del sole, ritorniamo in un ristorantino vicino al nostro alloggio per cenare e quando rientriamo al nostro supposto tranquillo alloggio, ecco la sorpresa: il nostro vicino di camera è un generatore di corrente che gira facendo un baccano infernale. Dormire in queste condizioni ci sembra impossibile. Alla ricezione ci dicono che dopo le 22 viene spento. Ci crediamo poco, ma andiamo a dormire lo stesso, e immaginandoci di essere su una nave in navigazione riusciamo ad addormentarci ancora prima che sia stato spento il generatore! La notte passerà tranquilla e la mattina ci accoglie tranquilla e con una brezza marina che rinfresca un po i primi raggi del sole. Io ne approfitto per andare sulla spiaggia a farmi una corsetta sulla soffice sabbia. La marea stamattina è tanto bassa che si vede quasi la barriera corallina emergere dal mare mentre la lunga spiaggia è piena di isolotti che di solito non si vedono. A questa ora sulla spiaggia vi sono molti locali che cercano di arraffare tutto quanto il mare ha portato a riva, vedi conchiglie, pesci, granchi .. e anche qualche rifiuto ancora utile.
Il nostro percorso
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento