Stamattina con non poco sforzo riusciamo a fare la doccia con l'acqua fredda prima di fare colazione e prepararci per la partenza. Qui a Ruteng non vi sono altre particolari attrazioni per cui partiamo di buon mattino per percorrete i ca. 150Km di strada sinuosa e tortuosa fino alla prossima destinazione sul percorso verso l'est di Flores: Bajawa, conosciuta per i villaggi tradizionali della regione. Partiamo con i due tedeschi ma su due bus separati; non appena partito mi prendo un grosso spavento perché mi accorgo di non avere addosso la cintura con il passaporto e gli altri documenti: dopo uno sfogo di sudore freddo trovo quanto cerco ben nascosto nel sacco che mi porto sempre in spalla. Da adesso mi prometto, per evitare inutile stress, che è meglio mantenere sempre le stesse abitudini e tenere le cose sempre nello stesso posto. Non è che abbiamo tante cose con noi ma trovarsi in giro senza documenti sarebbe una grossa scocciatura! Il percorso, curva in più curva in meno è, paesaggisticamente molto simile a quello del giorno prima. Dopo essere discesi fino alla costa e viste le belle spiagge selvagge di sabbia nera, si ritorna a salire e salire fino ad un passo con una vista fantastica, anche se solo a tratti, sul vulcano Inerere, che con i suoi 2'700m sovrasta la regione. Durante il viaggio, un bambino e sua madre, che siedono al mio fianco, stanno male e rimettono tutto nel tradizionale sacchetto di plastica per farlo poi volare dal finestrino. Anche oggi arriviamo a destinazione a mezzogiorno circa. Dal bus veniamo scaricati all'incrocio prima di Bajawan, da dove con un Bemo (minibus per il trasporto locale) ci facciamo portare all'hotel Edelweiss, consigliato dalla LP. Purtroppo però le migliori camere sono occupate da un folto gruppo di olandesi. Con Evelyn, che inizialmente non si vuole accontentare dalle camere del pianterreno (livello standard), andiamo a fare una ricognizione negli altri alberghi della zona per poi concludere che quelle viste all'Edelweiss sono ancora le migliori. Decidiamo di rimanerci con la promessa di avere domani le camere del primo piano che costano pochissimo di più e sono molto migliori. Dopo averci sistemati e considerato che si sta avvicinando un bel temporale e sentendo lo stomaco vuoto decidiamo di andare a mangiare nel ristorante in faccia all'Edelweiss; il “Lucas Restorant”, che sembra essere pulito ed accogliente. Appena preso posto eccosi scaricare un bell'acquazzone tropicale con l'acqua che scoorre sulle strame come nei fiumi. Vediamo arrivare due turiste belghe con l'ombrellino ma quando arrivano da Lukas sono bagnate da capo a piede. Tra un succo di ottima frutta e l'altro conosciamo anche Luca, padrone del ristorante, che parla bene l'inglese e l'olandese, si arrangia con il tedesco e ora con, discreto successo come dice lui, sta imparando il giapponese. Per noi è un a fonte preziosa di informazioni importanti perché ci dice di aver fatto la guida turistica, qui a Bejiwa, per ben 22 anni. Alla fine, quando termina il temporale e arrivano con noi anche Marilyn e Matthias combiniamo con Luca il tour di domani; con visita al suo paese e la sua casa e poi un giro con un autista suo conoscente in altri tre villaggi tipici della zona. Al termine l'autista ci porterà a fare il bagno in una “hot spring”; in un fiume di acqua calda. L'unica condizione che ci impone è di non parlarne in giro perché lui lo fa solo per hobby e non vorrebbe avere problemi con le guide professionali. Ceniamo poi con Evelyn e Matthias in un ristorantino a pochi passi dal nostro alloggio; peccato che quasi tutta la sera abbiamo l'accompagnamento di un paio di tipi che stanno esercitandosi con il karaokey. Sentire cantare non è male, ma sentire cantare 10 o più volte la stessa canzone può anche annoiare. In compenso la cena è ottima ed il servizio cordiale.
Il nostro percorso
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