Oggi ci prepariamo per una tappa di trasferimento che iniziamo subito dopo la colazione all'Edelweiss. A proposito del quale abbiamo chiesto da dove viene questo nome, ci dicono che volevano dare all'albergo un nome di fiore possibilmente non conosciuto in indonesiana, per cui la scelta è caduta su Edelweiss. Alla mia domanda se sapevano come era un Edelweiss mi dissero di no; per cui gli risposi che avevano centrato bene l'obiettivo! Oggi siamo per l'ultima volta con Evelyn e Matthias dato che loro vogliono continuare per Moni e noi invece ci fermeremo ad Ende.
Il viaggio inizia con una prima corsa in Bemo (bus locali) fino all'incrocio della strada principale e poi da qui con un bus pubblico un po più grande, queta volta abbiamo fortuna perché non è stracarico di passeggeri e merci come al solito. I nostri bagagli però devono essere messi sul tetto con banane e sacchi di riso. Durante il percorso tutto su e giù fra le montagne, con all'inizio unabella vista sul cono quasi perfetto del vulcano Inerie, il tempo cambia e poco prima di raggiungere la costa, ecco che il tempo cambia e ci imbattiamo nel primo acquazzone. Il bus si ferma per copriretutto quanto sta sul teto con un telone che poi, male affrancato, svolazzerà come una bandiera. Io purtroppo non ho messo la protezione di plastica sul mio sacco e mi aspetto di trovarlo ben lavato. Arrivati a Ende, che in tedesco significa fine, ci facciamo con i due nostri compagni tedeschi il commento verbale “adesso siamo proprio alla fine”!. Il terminal dei bus è a ca 10 Km dal centro, qui salutiamo Marilyn e Matthias perche loro continueranno, dopo aver cambiato terminal, per Moni, mentre noi prendiamo un Bemo per il centro e veniamo scaricati all'hotel Safari. Riceviamo un camera abbastanza spaziosa e pulita ma un po oscura dato che abbiamo solo una finestra che guarda sul cortile interno. Per contro nel cortile abbiamo tante piante e delle gabbie con degli uccelli. Qui il caldo e l'umidità sono veramente estremi e anche il povero ventilatore che abbiamo in camera non fa altro che muovere in giro questa aria pesante. Dopo uno spuntino al Safari, servito al rallentatore, ma d'altronde a queste condizioni climatiche è meglio non affrettarsi troppo, andiamo a piedi a visitare la città. Purtroppo la zona vicino al mare, come tipica città portuale è abbastanza malconcia e si vedono in giro rifiuti dappertutto.
Il viaggio inizia con una prima corsa in Bemo (bus locali) fino all'incrocio della strada principale e poi da qui con un bus pubblico un po più grande, queta volta abbiamo fortuna perché non è stracarico di passeggeri e merci come al solito. I nostri bagagli però devono essere messi sul tetto con banane e sacchi di riso. Durante il percorso tutto su e giù fra le montagne, con all'inizio unabella vista sul cono quasi perfetto del vulcano Inerie, il tempo cambia e poco prima di raggiungere la costa, ecco che il tempo cambia e ci imbattiamo nel primo acquazzone. Il bus si ferma per copriretutto quanto sta sul teto con un telone che poi, male affrancato, svolazzerà come una bandiera. Io purtroppo non ho messo la protezione di plastica sul mio sacco e mi aspetto di trovarlo ben lavato. Arrivati a Ende, che in tedesco significa fine, ci facciamo con i due nostri compagni tedeschi il commento verbale “adesso siamo proprio alla fine”!. Il terminal dei bus è a ca 10 Km dal centro, qui salutiamo Marilyn e Matthias perche loro continueranno, dopo aver cambiato terminal, per Moni, mentre noi prendiamo un Bemo per il centro e veniamo scaricati all'hotel Safari. Riceviamo un camera abbastanza spaziosa e pulita ma un po oscura dato che abbiamo solo una finestra che guarda sul cortile interno. Per contro nel cortile abbiamo tante piante e delle gabbie con degli uccelli. Qui il caldo e l'umidità sono veramente estremi e anche il povero ventilatore che abbiamo in camera non fa altro che muovere in giro questa aria pesante. Dopo uno spuntino al Safari, servito al rallentatore, ma d'altronde a queste condizioni climatiche è meglio non affrettarsi troppo, andiamo a piedi a visitare la città. Purtroppo la zona vicino al mare, come tipica città portuale è abbastanza malconcia e si vedono in giro rifiuti dappertutto.
Sul molo del vecchio porto seguiamo con attenzione un gruppo di ragazzini che stanno pescando. Ad un certo punto, uno riesce a pescare uno strano pesce colorato e col la forma di un parallelepipedo, vedi foto (sapremo dopo che si chiama box fish). Gli chiediamo se lo mangiano e loro, facendosi capire con le mani, ci dicono di no, che non è buono. Allora Maggie propone un baratto al pescatore; buttare il pesce in mare per una penna a biglia. Il baratto è subito accettato ed il pesce, dopo un attimo di stordimento, riprende a nuotare e se ne va. Sul nostro giro ci imbattiamo poi in una partita a calcio nel capo principale, con tanto di tribuna. Vedendoci, siamo gli unici turisti in giro, alcuni ci vengono a chiedere le solite domande con qualche commento sul calcio europeo che qui , grazie alla televisione, è molto seguito. Ci dissetiamo poi, con una Bintang, in un ristorante cinese dove troviamo addirittura dei toast che comperiamo per quando andremo sul vulcano Kelimutu. Fatto poi rifornimento di Rupie al bancomat e cenato da "Sari Allam" un pulito e ben fornito ristorante “Makalan Padang” vicino all'albergo. Appena rientrati in camera ecco il secondo diluvio tropicale della giornata. In poco tempo la strada ed il corile dell'albergo sono allagati, ma per noi è arrivata l'ora della .. buonanotte.
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