Alle tre ed un quarto Even ci viene a svegliarci, mentre noi avevamo messo la sveglia alle tre e mezza. Noi ci prepariamo tranquillamente per partire, e mentre l'autista e noi siamo pronti, di Even nessuna traccia. Bussiamo alla sua camera ed ecco scoperto che, dopo averci svegliato noi, si era rimesso a letto e addormentato. Con l'auto ancora in piena notte raggiungiamo il posteggio del punto di partenza per l'escursione al vulcano Kelimuto. Da qui in 30 minuti, con la pila, raggiungiamo il punto di osservazione più elevato per assistere al sorgere del sole. Sul nostro cammino veniamo raggiunti e superati da un locale che sale a piedi nudi, mentre a noi ci avevano consigliati gli scarponi da montagna, per portare il caffè e la colazione ai turisti. Il cielo lentamente si illumina e le poche nuvole si iniziano a colorare e adagia adagio iniziamo a vedere lo spettacolo tutto attorno.
Il cratere con i due laghi turchese e verde si iniziano a vedere nell'oscurità, mentre i cratere con il lago rosso-marrone è completamente coperto di nebbia. Con noi sul posto di osservazione principale, oltre a pochi locali c'è un gruppo di una casa cinematografica, venuti qui con pesanti ed ingombranti apparecchi di ripresa.
Per vedere all'interno del cratere con il lago scuro dovremo attendere quasi due ore, ma lo spettacolo della nebbia che esce spinta dal poco vento o dissolta dal sole è veramente stupendo; ogni minuto l'aspetto è differente. Poi dopo aver visto e fotografato il lago scuro facciamo un giro attorno al cratere con i due laghi verdi e turchese. A dire la verità il colore dei due laghi ci sembrano molto simili, ma ci dicono che questi colori non sono stabili e possono cambiare a dipendenza della stagione e della composizione chimica dei minerali che si disciolgono dalla parete interna del cratere. Verso le nove quando il sole inizia a scaldare ritorniamo al posteggio dove il nostro autista ci ha atteso pazientemente da 5 ore. Rientrati a Moni, dopo aver percorso i 15km fra una folta vegetazione tropicale, salutiamo Even che parte subito per andare a festeggiare l'ultimo dell'anno a Bajawa. Noi invece traslochiamo i nostri bagagli al nuovo Bungalow Bintang, dove subito conosciamo Martin, un zurighese che è in giro da più di un anno e ha percorso la transiberiana fino a Vladivostock, per poi girare la Cina ed i vari paesi del sudest asiatico. Passiamo poi il pomeriggio a fare una lunga camminata fra le risaie ed alcuni villaggi della zona, infine facciamo una visita al Bookshop di un olandese per cercare delle cartoline con il Kelimutu, ma niente da fare, ne hanno una ma è talmente scolorita dal sole che non si vedono nemmeno i laghi colorati; inoltre la moglie ci dice che l'olandese è in Olanda fino a fine gennaio. Poi in compagnia d Martin, di altri due svizzeri, Walter e Beat, di un irlandese, Owen, di una copia di olandesi ed un gruppo di locali festeggiamo fino alla una il passaggio al nuovo anno. Intanto che passa il tempo aumentano le bottiglie di Bintang (birra indonesiana) sui tavoli e contemporaneamente il livello di euforia ben accompagnato
dalla musica che Tobias, il padrone del locale, ci fa ascoltare. Festeggeremo il passaggio dell'anno con canzoni di Bob Dylan, accompagnate dall'irlandese che canta con la bottiglia di Bintang come se fosse un microfono. In alcuni il livello etilico è ben visibile. Passata assieme la mezzanotte, sempre accompagnati da Bob Dylan a pieno regime, ci scambiamo gli auguri di Buon Anno 2010, e poi noi, molto stanchi per esserci alzati la mattina alle 3.15, andiamo a letto . Gli altri continueranno ancora a fare baldoria ma noi non sentiamo più niente.
Il giorno seguente veniamo svegliati dalla campana della vicina chiesa, saranno le otto ed il sole picchia già forte. Appena usciti ancora mezzi addormentati sul nostro balcone vediamo numerosa gente vestita con i miglior vestiti arrivare chi in moto, chi in minibus e chi a piedi per andare a seguire la messa. Incuriositi dal via vai della gente ci incamminiamo anche noi verso la chiesa dove scopriamo che la molta gente è accovacciata all'esterno non trovando più posto dentro la chiesa. Mentre poi rientriamo ci imbattiamo in un gruppo di ragazzini che stanno giocando con dei fuochi artificiali, probabilmente rimasti dalla sera precedente. Uno dei ragazzini fa partire una serie di spari scatenando la reazione di chi sta seguendo la messa. Purtroppo la serie è partita ed il povero ragazzino è li quasi come paralizzato con il corpo del reato in mano ad aspettare che finisca la serie di 20 o più spari. Ci facciamo poi portare la colazione, con caffè, pankakes e tanta frutta sul nostro balcone da dove vediamo poi, a messa finita, la gente a rientrare e ritornare a casa. Passeremo poi la giornata a lavare quasi tutti i nostri vestiti dato che dopo l'acquazzone dell'altro giorno era entrata acqua nel sacco ed i vestiti inumiditi erano diventati un po maleodoranti. La nostra camera ed il balcone sembrano essere una lavanderia
Il nostro percorso
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