Il nostro percorso

lunedì 28 dicembre 2009

27 dicembre 2009 da Ruteng a Bajawa

Stamattina con non poco sforzo riusciamo a fare la doccia con l'acqua fredda prima di fare colazione e prepararci per la partenza. Qui a Ruteng non vi sono altre particolari attrazioni per cui partiamo di buon mattino per percorrete i ca. 150Km di strada sinuosa e tortuosa fino alla prossima destinazione sul percorso verso l'est di Flores: Bajawa, conosciuta per i villaggi tradizionali della regione. Partiamo con i due tedeschi ma su due bus separati; non appena partito mi prendo un grosso spavento perché mi accorgo di non avere addosso la cintura con il passaporto e gli altri documenti: dopo uno sfogo di sudore freddo trovo quanto cerco ben nascosto nel sacco che mi porto sempre in spalla. Da adesso mi prometto, per evitare inutile stress, che è meglio mantenere sempre le stesse abitudini e tenere le cose sempre nello stesso posto. Non è che abbiamo tante cose con noi ma trovarsi in giro senza documenti sarebbe una grossa scocciatura! Il percorso, curva in più curva in meno è, paesaggisticamente molto simile a quello del giorno prima. Dopo essere discesi fino alla costa e viste le belle spiagge selvagge di sabbia nera, si ritorna a salire e salire fino ad un passo con una vista fantastica, anche se solo a tratti, sul vulcano Inerere, che con i suoi 2'700m sovrasta la regione. Durante il viaggio, un bambino e sua madre, che siedono al mio fianco, stanno male e rimettono tutto nel tradizionale sacchetto di plastica per farlo poi volare dal finestrino. Anche oggi arriviamo a destinazione a mezzogiorno circa. Dal bus veniamo scaricati all'incrocio prima di Bajawan, da dove con un Bemo (minibus per il trasporto locale) ci facciamo portare all'hotel Edelweiss, consigliato dalla LP. Purtroppo però le migliori camere sono occupate da un folto gruppo di olandesi. Con Evelyn, che inizialmente non si vuole accontentare dalle camere del pianterreno (livello standard), andiamo a fare una ricognizione negli altri alberghi della zona per poi concludere che quelle viste all'Edelweiss sono ancora le migliori. Decidiamo di rimanerci con la promessa di avere domani le camere del primo piano che costano pochissimo di più e sono molto migliori. Dopo averci sistemati e considerato che si sta avvicinando un bel temporale e sentendo lo stomaco vuoto decidiamo di andare a mangiare nel ristorante in faccia all'Edelweiss; il “Lucas Restorant”, che sembra essere pulito ed accogliente. Appena preso posto eccosi scaricare un bell'acquazzone tropicale con l'acqua che scoorre sulle strame come nei fiumi. Vediamo arrivare due turiste belghe con l'ombrellino ma quando arrivano da Lukas sono bagnate da capo a piede. Tra un succo di ottima frutta e l'altro conosciamo anche Luca, padrone del ristorante, che parla bene l'inglese e l'olandese, si arrangia con il tedesco e ora con, discreto successo come dice lui, sta imparando il giapponese. Per noi è un a fonte preziosa di informazioni importanti perché ci dice di aver fatto la guida turistica, qui a Bejiwa, per ben 22 anni. Alla fine, quando termina il temporale e arrivano con noi anche Marilyn e Matthias combiniamo con Luca il tour di domani; con visita al suo paese e la sua casa e poi un giro con un autista suo conoscente in altri tre villaggi tipici della zona. Al termine l'autista ci porterà a fare il bagno in una “hot spring”; in un fiume di acqua calda. L'unica condizione che ci impone è di non parlarne in giro perché lui lo fa solo per hobby e non vorrebbe avere problemi con le guide professionali. Ceniamo poi con Evelyn e Matthias in un ristorantino a pochi passi dal nostro alloggio; peccato che quasi tutta la sera abbiamo l'accompagnamento di un paio di tipi che stanno esercitandosi con il karaokey. Sentire cantare non è male, ma sentire cantare 10 o più volte la stessa canzone può anche annoiare. In compenso la cena è ottima ed il servizio cordiale.

26 dicembre 2009 da Labuhan Bajo a Ruteng

La mattina ci prepariamo per partire presto e senza fare colazione, dato che i Matthias ed Evelyn, con i quali eravamo assieme a bordo del battello Perama, ci avevano detto che l'unico bus per Ruteng sarebbe stato quello della Perama e sarebbe partito alle 6.30. L'informazione si dimostra poi doppiamente falsa dato che di bus in partenza in direzione Ruteng ve ne sono numerosi altri e poi perché quello della Perama parte solo alle 7.30. Facciamo cosi in tempo a ritornare all'albergo, farci servire la colazione e fare una interessante conversazione turistica con il padrone dell'albergo che parla relativamente bene l'inglese anche se è leggermente balbuziente. Ci dice per esempio che ha imparato l'inglese a Bali tramite un programma del governo promosso per migliorare l'offerta turistica dopo l'attentato di Kuta. Ora dice che la situazione stà lentamente migliorando ma che i turisti che vengono fino a Flores sono ancora pochi. Ci dice di essere cristiano cattolico, e ne approfitta per rifarci gli auguri di buon Natale con una stretta di mano, come già fatto ieri. Malgrado che a Flores vi sia anche un 20 – 30% di mussulmani dice che non vi è alcun problema o conflitto religioso. Il nostro bus parte poi puntuale alle 7.30 ed inizia il viaggio sulla strada principale che percorre tutta l'isola da ovest verso est. La strada è un continuo curvare con salite e discese interminabili. La strada delle centovalli in paragone è uno scherzo da bambini! Lo spettacolo è fantastico con montagne ed una vegetazione tropicale di un verde unico. Noi cerchiamo di cogliere qualche immagine con la macchina fotografica e attaccati alle maniglie per non finire fuori dal bus. Ogni tanto vediamo dei villaggio o dei gruppi di semplici capanne e molta gente ai lati della strada. Il percorso è di ca. 180Km e dura 4 ore con una fermata di circa mezza ora a metà strada per scaricare le vesciche e fare uno spuntino. Dopo lo spuntino il mio vicino sta male e rimette tutto dentro un sacchetto di plastica datogli dal solerte accompagnatore-bigliettario; il sacchetto volerà poi fuori elegantemente dal finestrino. Per riprendersi dormirà poi fino a Ruteng dove arriviamo che sono le 12 circa. Un poco prima dell'arrivo in una salita di sesto grado si apre il portellone posteriore ed ecco volare sulla strada vari bagagli, compreso il sacco di Maggie. Per fortuna, a parte una piccola “ferita” nella copertura di protezione, per fortuna nessun danno grave! A Ruteng siamo a 1250 m di altezza, rilevati dal mio ricevitore GPS, e la temperatura è fresca; avremo ca 20 gradi. Noi ci facciamo scaricare direttamente all'albergo Rima ubicato in una costruzione tutta in legno in stile lontanamente di “chalet svizzero”: Le camere sono spaziose, relativamente pulite e posso beneficiare del collegamento Internet tramite cavo. Mi farà pagare un prezzo ridotto perché la qualità della trasmissione è abbastanza penosa. Con Matthias e Evelyn andiamo a cercare il ristorante Marlin (con padrone cinese) dove ci servono un ottimo ed apprezzato pranzo. I nostri compagni andranno a fare una camminati di 5 – 6 Km per visitare un villaggio tipico della zona. Mentre noi ci risparmieremo la lavata dal temporale tropicale facendo solo un giro a piedi della città per terminare al nostro albergo. La gente locale è molto cordiale e cerca il contatto con i turisti anche solo per salutarci e farci un sorriso. Uno, che dice di essere professore di inglese, ci invita persino a visitare la sua casa. Di interesse troviamo solo la grande chiesa cattolica, chiusa, ed il colorito mercato centrale. Vicino alla chiesa ci imbattiamo nel bel presepio della foto accanto. La sera per esigenze termiche devo, per la prima volta finora in Indonesia, togliere la giacca dal sacco per andare a cena assieme a Matthias ed Evelyn. Ceneremo in un ristorantino locale a due passi dal mercato. Al ritorno in albergo vorremmo fare la doccia ma con questa temperatura e con solo acqua fredda (veramente fredda; come vorremmo avere l'acqua fredda di altri posti al livello del mare!) preferiamo a rimandare alla mattina seguente.

martedì 22 dicembre 2009

23 - 25 dicembre 2009 Crocera PERAMA da Senggigi - Komodo - Labuhan Bajo

Oggi ci alziamo alle 7 circa per fare colazione con calma e prepararci alla partenza prevista alle 9.00 dal nostro albergo. Tutto procede bene e noi da buoni svizzeri, dopo aver fatto il check-out dall'albergo, siamo puntualmente pronti a salire sul Perama-Bus che già ci attende. Gli altri membri del gruppo alloggiati vicino a noi se la prendono con più comodo e ci fanno aspettare almeno 20 minuti. Nessuno però denota segni di impazienza, anzi sembra quasi che ci prendono gusto ad aspettare. Poi il bus stracolmo di bagagli e passeggeri si mette in marcia. Inizia cosi il nostro tour di tre giorni che ci porterà a costeggiare l'isola di Sumbawa, visitare l'isola di Komodo e terminare poi a Labuhan Bajo sull'isola di Flores. Sul bus riceviamo dalle tre guide di Perama le prime istruzioni sul tour. Il primo stop sarà all'ufficio della Perama a Mataran dove riceviamo ognuno una maglietta della Perama con un disegno drago di Komodo. Facciamo poi uno nuovo stop in un supermercato di locale per darci la possibilità di fare gli ultimi acquisti. Il viaggio in bus continua poi verso la costa orientale dell'isola di Lombok dove raggiungeremo il porto di imbarco di Labuhan Lombok. Il percorso è molto variato e si vedono risaie, coltivazioni di mais, di frutta e tanti villaggi con particolare attività nelle zone dei mercati. Circa a metà strada facciamo uno stop a Masbagik, un piccolo villaggio di vasai e altri prodotti in ceramica. E' interessante vedere come le donne, con metodi tradizionali a mano, formano e lavorano la terracotta per dare forma vasi.
Durante il percorso vediamo numerose moschee e devo constatare con stupore ma per buona pace della maggioranza degli svizzeri che hanno votato recentemente contro i minareti, che qui sull'isola di Lombok, che è a maggioranza islamica, la gran parte delle moschee sono senza minareti. Avranno voluto anticipare gli eventi per paura del voto svizzero?
Arriviamo sulla costa che sono già le quattro del pomeriggio, ma prima di imbarcarci facciamo una visita all'ufficio locale della Perama dove su una imbarcazione ancora in costruzione ci offrono banane impanate ed il tè di benvenuto. Tutto è molto cordiale e formale, poi con il bus facciamo l'ultimo km fino al porto di imbarco, dove sono pronte diverse imbarcazioni della Perama. Penso che tutti si immaginavano che la nostra dovesse essere la quelle più grande, si rivelerà invece il contrario. Saliti a bordo ci danno le prime istruzioni organizzative e comportamentali, ci indicano dove sono le cabine ed i posti per dormire. Sembra tutto piccolino, ma con il tempo riusciremo a sistemarci e sfruttare al meglio lo spazio di bordo. Noi abbiamo una cabina con due posti letto, uno sopra l'altro, lo spazio è quel che è, ma per fortuna la cabina ci servirà solo quale deposito dei bagagli e per dormire qualche ora di notte. Si parte puntuali e si fa rotta verso un isolotto a poca distanza per gettare l'ancora e scendere per fare snorkeling e poi cenare quando già si farà notte. L'isola si chiama Perama-Island perché è da sempre stata usata come base per le crociere, tanto che ora ne è diventata proprietà della Perama. Il posto è bellissimo, il tempo anche e la temperatura, sia dell'aria, sia dell'acqua sono ottime. Il posto per lo snorkeling è u po limitato e si vede che stanno facendo con successo dei tentativi di recupero dei coralli. Mettono nel mare dei pezzi di corallo attaccati a dei piedestalli in cemento; pare che poi da quelli vi crescono nuovi coralli. La cena viene preparata sulla griglia, ma con nostro disappunto constatiamo che sarà a base di chicken e non di pesce come ci saremmo aspettati. Con ognuno una fresca birra Bintang in mano ci sediamo in circolo e sotto la guida di Paul, un inglese di Liverpool, iniziamo a fare dei giochi di presentazione di ognuno di noi. Ognuno deve dire come si chiama e da dove è e raccontare qualche particolarità, possibilmente da far sorridere o da provocare qualche reazione da parte degli altri. Poi dopo questa tornata ognuno deve ripetere il nome e la nazionalità di qualcun altro. Quando il gioco inizia a diventare interessante veniamo chiamati a cena. Siamo in 24 passeggeri, dei quali ben otto sono inglesi, sei tedeschi, due austriachi, due spagnoli, due australiani e infine due canadesi. La cena è abbondante con oltre al pollo verdure, uova fritte, insalata e frutta. Dopo la cena il personale di bordo ci informa che abbiamo l'onore di assistere a dei loro intrattenimenti musicali e con la presenza del signor Perama in persona che ci saluta è ci da il benvenuto. Vedremo poi dopo quando risaliremo sul nostro battello che il veliero del signor Perama, ormeggiato vicino al nostro è però grande almeno il doppio del noostro! Lui ci sembra però essere un tipo semplice e benvoluto dal personale per il quale ci diranno che devolve volontariamente il 10% dell'utile dell'azienda per la pensione del personale. Ciò che per gli standard indonesiani sembra sia il non plus ultra. Prima di risalire ed andare a dormire nelle nostre calde cabine riceviamo la stretta di mano del potron Perama. Quale onore! .. sarà perché è la crociera che termina il giorno di Natale?.Appena saliti a bordo, noi ci sistemiamo nelle anguste cabine, mentre l'imbarcazione leva l'ancora e si mette in navigazione verso l'isola di Sumbawa. Navigheremo tutta la notte e malgrado il caldo e il rumore assordante del motore che gira a pieno regime appena sotto i nostri materassi, riesco a dormire senza problemi.
La mattina del secondo giorno ci alziamo ancora prima del sorgere del sole e noi ne approfitteremo per scattare delle magnifiche foto mentre navighiamo verso l'isola di Satonda. Qui appena arrivati in una bella baia gettiamo l'ancora per poi fare colazione e scendere poi con le scialuppa fino sulla bella spiaggia di sabbia gialla. Prima di addentrarci nell'isola la nostra guida ci dice che all'interno dell'isola vi è un lago che si è formato da uno tzunami provocato nel 1'815 da una eruzione di un vulcano sull'isola di Sumbawa
Dalla spiaggia dopo poche centinaia di metri a piedi superando una piccola collina ecco davanti a noi un bel lago vulcanico con l'acqua piatta e tranquilla di un colore intensamente verde. Dopo qualche tentennamento e su invito della guida entriamo a fare il bagno e subito ci accorgiamo che l'acqua è molto salata e si galleggia senza fare nessun movimento, quasi come nel mar morto. Per un bel momento ci divertiamo a giocare con l'acqua e a vedere tutto quanto vola e si muove all'interno di questo bellissimo cratere. Poi tanto per cambiare facciamo un giro di snorkeling fra bellissimi coralli di tutti i colori e forme, e con tantissimi pesci colorati che ci nuotano attorno. Con l'imbarcazione continuamente il viaggio costeggiando l'isola di Sumbawa fino ad un posto che ci dicono si chiama “Kilo Beach”, qui ci fermiamo a fare snorkeling e a visitare la zona vicino alla spiaggia dove vivono dei sumbawesi, piccoli e molto scuri di pelle. Mentre noi nuotiamo ci stanno ad osservare come se fossimo degli extraterrestri. Nelle vicinanze, in un fiumiciattolo pantanoso vediamo un gruppo di buffali d'acqua che stanno tranquilli con il fango fino al collo. I coralli che vediamo qui sono abbastanza malridotti e l'acqua nemmeno tanto chiara per entusiasmarci a fare snorkeling. Nessuna comparazione con quanto visto la mattina! Poi si parte in navigazione tutta la notte verso l'isola di Komodo. La cena è servita in navigazione. Poi ci prima di andare a dormire ci intratteniamo in conversazioni multilingue con i vari passeggeri di bordo.
La mattina del terzo giorno, oggi è Natale, ci svegliamo prima del sorgere del sole e non appena guardiamo fuori della cabina ci troviamo davanti un paesaggio quasi lunare; vediamo varie isole gialle senza vegetazione che fanno un notevole contrasto con il blù del mare. Inutile dire che sarà difficile limitare il numero di immagini scattate al sorgere del sole! Con il magnifico spettacolo tutto attorno facciamo colazione, prima di approdare al porto davanti all'entrata di Loh Liang del parco nazionale di Komodo. Qui veniamo suddivisi per gruppi e con una guida locale facciamo un'escursione di ca. due ore all'interno del parco alla ricerca dei famosi draghi di Komodo, che sono in realtà delle enormi lucertole, probabilmente discendenti dai dinosauri. Stranamente vivono solamente sull'isola di Komodo e sulla vicina isola di Rinca. Ci mettiamo in cammino che sono ca. le nove di mattino ma il sole si fa già sentire e la protezione solare è altamente consigliata. Già dopo poche centinaia di metri un lucertolone di Komodo ci attraversa il sentiero; si tratta di un giovane che sparisce subito nella boscaglia senza che qualcuno riesce a fotografarlo. Cammineremo poi ancora per molto tempo prima di incontrarne una femmina molto vecchia che sembra sia li ad aspettare i turisti al lato del sentiero. Ci scateniamo tutti a fotografarla da tutte le posizioni. La guida intanto ci spiega che malgrado l'apparenza bonacciona possono anche essere pericolosi per l'uomo. Tempo fa (1973?), ci dice la nostra guida, di un turista svizzero si trovarono solo gli occhiali e la dentiera, e l'anno scorso ad un guardiano del parco dovettero amputare una gamba per essere stato attaccato da un dragone. Anche la nostra guida dice di già essere stata attaccata ma di essersi potuta proteggere con il bastone che sempre portano con loro. Durante il giro vediamo molti uccelli, caprioli, e galline selvatiche. I caprioli solo il pasto preferito per i draghi di Komodo; con un capriolo un dragone riesce a vivere sei mesi. I dragoni più grandi possono raggiungere fino i 120Kg. All'uscita dal parco ci imbattiamo poi in un gruppo di tre dragoni con un piccolo appena nato da 3 mesi. Finito il giro ritorniamo sull'imbarcazione ed andiamo a fare ancora un paio di ore di snorkeling sulla “Red Beach” una spiaggia con sabbia di una tonalità leggermente rossa. Il posto è bellissimo, l'acqua limpidissima e quanto possiamo vedere nel mare è veramente notevole. Molti coralli e tanti pesci di ogni colore. Riprendiamo poi la navigazione per giungere alle quattro del pomeriggio al porto di destinazione di Labuhan Bajo sull'isola di Flores. Scendiamo con la prima scialuppa per andare a cercare un alloggio. La scelta non è molto abbondante e finiamo all'hotel Bajo nelle vicinanze del porto, niente di particolare a parte il fatto che nelle camera non abbiamo nemmeno la doccia. Facciamo poi un giro della zona prima di ritornare al molo per farci riportare sull'imbarcazione Perama per il party finale con i passeggeri e l'equipaggio. Ceneremo mentre un tramonto indimenticabile colora di rosso il cielo ed il mare intorno a noi. Dopo cena inizia la baldoria con musica a pieno volume e molta Bintang (birra indonesiana). Poi verso le undici salutiamo tutti per scendere al nostro tranquillo albergo. La crociera è stata per tutti un evento indimenticabile, sia per la compagnia trovata, sia per il tempo, ma specialmente per i meravigliosi posti visitati.

22 docembre 2009 Senggigi

La giornata di oggi è dedicata all'aggiornamento del Blog ed ai preparativi per la crociera di tre giorni che parte domani. Per cui dopo la colazione all'albergo ci spostiamo di un centinaio di metri al “Cafe Alberto”; qui, durante tutto il giorno, cercherò di ammaestrare il collegamento Internet che funziona a singhiozzo e mi fa perdere molto tempo e tanta pazienza. Ma molto probabilmente è quanto di meglio ci si può aspettare su un'isola che probabilmente è collegata al resto del mondo via satellite e le interruzioni di corrente sono molto frequenti. Qui al cafe Alberto conosciamo il padre che è immigrato in Indonesia dal Piemonte. Il posto è molto carino e ben curato; anche la cucina è ottima. Noi ne approfittiamo per pranzare e cenare e gustare gli ottimi succhi di frutta esotica. Ogni tanto interrompo il lavoro con il Laptop facendomi una nuotata rinfrescante sia nella piscina sia nel mare. Qui al nord dell'isola le spiagge sono di sabbia nera di origine vulcanica, mentre al sud la sabbia era gialla e con granellini tondi. La sera dopo il tramonto e la cena ci rechiamo ancora in centro per fare le ultime spese per la partenza di domani mattina.

21 dicembre 2009 Da Kuta-Lombok a Senggigi

Dopo la sorpresa del generatore e dopo aver constatato che gli alloggi “potabili” ancora disponibili sono, in questo periodo, abbastanza limitati decidiamo di lasciare il posto ai surfisti e spostarci ancora oggi verso Senggigi, dove speriamo di sfruttare meglio il tempo per prepararci alla crociera Perama di tre giorni. Facciamo colazione, questa volta con il caffelatte di Lombok veramente imbevibile; forse l'errore è stato di metterci il latte. Per fortuna è ottimo il succo di papaya dei quali frutti ne è pieno il giardino far i vari bungalow's. Con il proprietario combiniamo poi il trasporto, tramite il solito parente, fino a Senggigi per le 11.00. Prima di avviarci sulla strada principale verso il nord chiediamo a Teng, cosi si chiama il nostro autista, di portarci a visitare la vicina spiaggia di Seleng, la spiaggia preferita dai surfisti. Qui il vento, a questa ora, è molto forte e le onde enormi e fragorose; difatti di surfisti ne vediamo solo un paio che stanno anche loro guardando le onde. Terng ci dice che le onde sono troppo pericolose anche per i surfisti più esperti. Ci dice inoltre che anche qui il clima non è normale e che in realtà dovrebbe essere la stagione delle piogge da ameno 2 mesi, ma finora non ha piovuto ed è tutto secco. In questo periodo le palme e la vegetazione dovrebbero essere verdissime, difatti in ogni direzione che guardiamo vediamo solo giallo. Sara solo il cambiamento climatico? Anche lui si dice preoccupato, specialmente perché il periodo della semina del riso è in grande ritardo e non si sa quando riusciranno a seminarlo. Probabilmente uno dei tre raccolti annui quest'anno è già perso. Poi ritornando verso la strada principale vediamo il grande ressort Mandaliki della Novotel molto ben inserito fra le Palme, una bella laguna e la vicina spiaggia oceanica. Il nostro viaggio attraversa poi una la pianeggiante e arida del sud passando per Praya, aggiriamo a sud la capitale dell'isola; Mataram per poi passare vicino all'aeroporto della capitale e arrivando a Senggigi dopo ca. due ore di viaggio. A proposito di Aeroporto, Teng ci dice che il governo centrale sta costruendo, oltre a quello già esistente di Mataram, un nuovo aeroporto anche a Kuta, ciò che sembra assurdo per una piccola isola come quella di Lombok. L'aeroporto è già da anni in costruzione, e anche a causa della crisi economica i lavori sembra continuino con il rallentatore. Anche lui trova che sia un progetto inutile e che creerà solo problemi. Arrivati a Senggigi ci facciamo portare al Bouga Ressort, un bel posto ancora fuori città, vicino alla spiaggia. Passeremo il resto del pomeriggio in spiaggia e facendo relax prima di avviarci in centro a cenare, prelevare soldi dal bancomat e verificare all'ufficio della Perama se tutto è a posto per la crociera di dopodomani. Nel frattempo da quando siamo a Senggigi abbiamo già avuto due acquazzoni tropocali con conseguente interruzione della corrente elettrica. Mentre siamo alla cassa di un negozio ecco la terza interruzione, tutto è oscuro, ma dopo alcuni minuti ecco che avviano il generatore di emergenza; sembra sia un tranquillo esercizio di routine. Con il bus gratuito del “Caffe Alberto”, che conosciamo dal precedente soggiorno a Senggigi ritorniamo in vicinanza del nostro albergo, non dopo aver provato il non eccezionale espresso del menzionato ristorante. Il collegamento a Internet non riesco a farlo funzionare, e dopo vari tentativi il “tecnico locale” mi dirà che sarà per la pioggia!! Speriamo in meglio per domani, perché vorrei riuscire a mettere a giorno il mio Blog e regolare alcune operazioni burocratiche.

lunedì 21 dicembre 2009

20 dicembre 2009 Da Padang Bay - Kuta Lombok

Ci alziamo presto per fare colazione balinese per poi incamminarci con i nostri bagagli al porto di imbarco del traghetto per Lembar sull'isola di Lombok. Già cosi presto vi è un gran andirivieni di turisti ed agenti per vendere i biglietti di trasporto. I prezzi fra le varie compagnie sono accordati ma insistendo ed aspettando fino all'ultimo si può risparmiare qualche rupia. In questo modo riusciamo ad avere il nostro passaggio fino a Kuta-Lombok per 140'000 rupie invece di 155'000.
Alle 8.45 ci fanno poi salire sul traghetto e dobbiamo fare attenzione che i caricatori del porto nnon ci strappino di mano i nostri bagagli per portarli loro sulla nave. La nave salpa poi alle 9.15 per far rotta verso il porto di Lembar sull'isola di Lombok. Il tempo è bello e noi dobbiamo fare attenzione a non esporci troppo al sole cocente. Siamo sistemati nella parte di poppa della nave, dove la temperatura è più fresca. Sono molti i turisti di tante nazionalità, la maggior parte sta andando verso le isole Gili. Per Kuta saremo solo in 4, noi con una coppia di giovani belgi che stanno girando in Indonesia da quasi due mesi e ci daranno interessanti informazioni sulle regioni più a sud dove stiamo andando anche noi. L'attraversata con il traghetto dura 5 ore, compresa una mezza ora per attendere che sia libero il molo di attracco a Lembar. Grazie alle conoscenze dei precedenti viaggi riusciamo ad uscire per primi dalla nave, ancora prima che i camion e le moto accendano i loro puzzolenti motori. Subito dopo lo sbarco i vari agenti ci smistano su bus ed auto per essere portati alle varie destinazioni. Il nostro viaggio per Kuta – Lombok, la città più a sud dell'isola, dura ca. 1.5 ore su strade non sempre in buono stato, anzi in alcuni posti i buchi sono più gradi dell'auto!
A Kuta veniamo fatti scendere, non sappiamo se appositamente o no, nelle parte opposta a quella dove si trovano gli alberghi. Per cui ci tocca fare una sfacchinata di quasi un km sotto il sole per trovare i primi alloggi. Il posto visto al primo colpo d'occhio sembra molto squallido, ma poi quando vediamo il mare e la spiaggia cambiamo idea. Il posto è molto conosciuto dai surfisti per la lunga spiaggia e le onde. Il paesaggio è molto bello, anche se come in tanti posti come questi l'immondizia che si vede in giro quasi dappertutto stona moltissimo. Noi dopo aver fatto passare diversi alberghi completi e altri “non potabili” finiamo al “Anda Homstay”. Non è il più confortevole e pulito ma oramai siamo stanchi e tanti altri da far passare non ci sono più. Facciamo poi un lungo giro fotografico per fotografare ogni angolo al tramontar del sole, ritorniamo in un ristorantino vicino al nostro alloggio per cenare e quando rientriamo al nostro supposto tranquillo alloggio, ecco la sorpresa: il nostro vicino di camera è un generatore di corrente che gira facendo un baccano infernale. Dormire in queste condizioni ci sembra impossibile. Alla ricezione ci dicono che dopo le 22 viene spento. Ci crediamo poco, ma andiamo a dormire lo stesso, e immaginandoci di essere su una nave in navigazione riusciamo ad addormentarci ancora prima che sia stato spento il generatore! La notte passerà tranquilla e la mattina ci accoglie tranquilla e con una brezza marina che rinfresca un po i primi raggi del sole. Io ne approfitto per andare sulla spiaggia a farmi una corsetta sulla soffice sabbia. La marea stamattina è tanto bassa che si vede quasi la barriera corallina emergere dal mare mentre la lunga spiaggia è piena di isolotti che di solito non si vedono. A questa ora sulla spiaggia vi sono molti locali che cercano di arraffare tutto quanto il mare ha portato a riva, vedi conchiglie, pesci, granchi .. e anche qualche rifiuto ancora utile.

19 dicembre 2009 Da Sanur a Padang Bay

Stamattina ci svegliamo presto per fare colazione e preparare i bagagli per partire con Boby che puntuale e sorridente alle 9.00 ci attende davanti all'albergo. Naturalmente ci propone di andare a visitare quanto più possibile; quando gli chiedo se riceve provvigioni per ogni posto che ci porta mi risponde imbarazzato che si, e che oramai è il suo business. Lo accondiscenderemo andando a visitare il parco delle orchidee, bello ma non eccezionale dato che non è la stagione delle fioriture, una fabbrica di stoffe e vestiti Batik ed una fabbrica che produce articoli di gioielleria in argento; anche di queste ne avevamo viste di meglio in Malesia e a Java. Beh oramai fa parte del gioco e seguiamo le regole del business asiatico. Boby ci dice di avere 40 anni e di voler fare questo mestiere di guida e trsporto di turisti ancora per 10 anni e poi ritirarsi nel suo paesello al nord di Bali. Dopo le “visite obbligate di rito” ci porta in un Warung (semplice ristorante famigliare indonesiano) dove ci facciamo servire dei pesci alla griglia con verdura ed una bella noce di cocco fresca da bere. Poi dopo aver fatto una veloce fermata al tempio balinese di Goa Lawah, vicino al mare e con all'interno delle caverne abitate da tantissimi pipistrelli. Infine arriviamo verso le tre del pomeriggio a Padang Bay, che conosciamo subito per esserci stato due volte in primavera quando siamo andati alle isole Gili. Questa volta scegliamo un alloggio più verso il fondo della baia, è il Padangbai Homstay che ha delle camere spaziose un po' decadute dagli anni, ma abbiamo in compenso una nuovissima piscina proprio davanti all'entrata. Anche qui la vegetazione la fa da padrona con una bella pianta di mango sul viale. Dopo aver battuto anche noi la testa contro i frutti penzolanti ci divertiamo a vedere gli altri mentre camminando disattenti si prendono un bel colpo di mango in testa. Passiamo poi il resto del pomeriggio a visitare la zona, con la bellissima “blu lagoon” ed i molti bagnanti a nuotare e fare snorkeling. Noi ci rinunciamo per fare il bagno nella baia davanti all'albergo e nelle piscina. La sera andiamo a cena in un ristorantino locale appostato in alto sulla collina per andare verso la laguna blu. Ceniamo al lume di una lanterna, con una rinfrescante brezza e con la vista sulla baia ed il movimentato porto dei traghetti per Lombok e le altre isole. Sarà la nostra ultima notte sull'isola magnifica isola di Bali.Domani mattina partiremo per l'isola vicina di Lombok.

giovedì 17 dicembre 2009

16 - 18 dicembre 2009 Sanur

La mattina seguente decidiamo di lasciare l'albergo per recarci subito all'ufficio della Qatar Airways per farci rimborsare il volo che ci hanno costretti a prendere a Milano per non aver problemi con il visto di entrata a Bali. Prima di partire da Kuta passiamo però all'ufficio dell'agenzia PERAMA dove prenoteremo l'escursione di tre giorni da Lombok all'isola di Flores con stop per vedere i famosi draghi di Komodo sulla omonima isola. Il costo della crociera è relativamente caro ma visto il programma e considerato che saremo sull'imbarcazione anche il giorno di Natale, decidiamo di accettare e tentare l'impresa. Arrivati poi dopo pochi minuti di taxi all'albergo Kartica dove si trova l'ufficio della Qatar Airways. Qui la gentile Iwa non mi lascia nemmeno spiegare il motivo della nostra visita e ci dice subito ... ah ha voi siete qui per chiedere il rimborso di un volo in uscita dall'indonesia per via del visto!!. Fa poi una serie di fotocopie dei biglietti, passaporti ecc. per poi dirci che non ci sono problemi, ma che deve avere formalmente la conferma per e-mail dalla collega di Milano, che ci ha fatto i biglietti. Per nostra soddisfazione ci dice che il rimborso sarà fatto in € e sul conto della carta di credito. Fiduciosi che tutto andrà per il meglio salutiamo Iwa, e partiamo non prima di fare una visita del lussuoso ressort, per poi prendere un taxi per farci portare a Sanur Beach.
Il taxista è un giovane proveniente da Surabaya (Java) che è venuto qui a Bali per trovare lavoro. Conosce ancora poco Bali per cui sta almeno 20 minuti al telefono con la sua centrale per farsi indicare dove si trova l'albergo che vogliamo andare: il Segara Agung indicato sulla guida della Lonley Planet. Arrivati a Sanur ci porta davanti ad un enorme e lussuoso ressort del nome simile a quello che cerchiamo noi: si tratta però, come scopriremo dopo del Segara Village. Non credo che il taxista l'abbia fatto appositamente! Alla ricezione mi mostrano un bella camera lussuosa e quando mi indicano il prezzo di 200; che io ingenuamente credo siano 200'000 Rupie (ca. 20$), come solitamente fanno per evitare di scrivere troppi zeri. Prendiamo i bagagli e ci rechiamo al check-in, dove mi accorgo però che il prezzo è in dollari. Mi sembrava strano che potesse costare così poco!
Trovandosi imbarazzato anche il tipo della ricezione mi viene incontro offrendomi un camera Standard al prezzo speciale di 120 $, che valutando bene con quanto offerto (welcome drink, evining drink, piscina, super colazione,parco ecc. ecc..) e la bellissima posizione proprio sulla spiaggia decidiamo di rimanere. E' abbastanza sopra il nostro budget di viaggio ma per una notte può ancora andare.
Dopo aver usati i vari buoni ricevuti ed esserci rinfrescati nel mare e nelle due piscine del ressort usciamo a mangiare un buon pesce fatto alla indonesiana in un ristorante appena al lato del nostro albergo. Durante la cena si scatena un violento acquazzone che riduce radicalmente la temperatura serale. Durante la notte pioverà ancora diverse volte.

Secondo giorno a Sanur
Il giorno seguente ci alziamo presto per fare ancora il bagno in piscina, sfruttare l'enorme buffet della colazione (ottima e abbondante la frutta tropicale). Mentre Maggie fa ordine e sistema ben bene l contenuto dei bagaglio io faccio un lungo giro degli alberghi per trovare una sistemazione più consona al nostro budget. Tanti bei posti sono occupati, altri sono di scarsa qualità o fuori portata. Infine scopro quello che abbiamo cercato il giorno prima il Segara Agung che è molto ben ubicato, tranquillo e al prezzo interessante di 30$. Con l'aiuto del taxista Boby ci spostiamo qui e combiniamo già il prossimo trasporto per dopodomani a Padang Bay. A Boby che dice di avere due figli gli diamo un paio di tavolette di cioccolato appena rigenerato dal refrigerante dell'albergo di superlusso. Portarci dietro cioccolato, specialmente quello al latte, qui con il caldo che fa non è stata una grande idea! Vedremo nei prossimi giorni di distribuirlo al più presto.
Passiamo poi la giornata rilassandoci nella piscina e sulla vicina spiaggia, cercando naturalmente di dosare i raggi di sole per non avere sorprese. La sera, tanto per cambiare, ceniamo in un ottimo ristorante indiano.

Terzo giorno a Sanur
Anche oggi dopo la buona colazione dedichiamo il tempo al relax ed alla aclimatizzazione alle condizioni ambientali balinesi. Girando per le stradine ci stiamo lentamente abituando alla solita sequela di domande e proposte dei balinesi: da dove sei?, quanto tempo sei a Bali? Quanto tempo rimani ancora, dove andrai dopo?, in quale albergo sei?, come ti chiami? Uffa che noia, sempre le stesse domande!! Ma oramai è cosi; bisogna abituarsi senza diventare troppo scortesi!

Visitiamo poi Sanur, con la lunga e bella spiaggia di sabbia gialla. I tanti alberghi sono dei veri e propri giardini botanici rigogliosi e ben curati. Anche il nostro seppur piccolino (ca. 20 camere in una diecina di bungalow è una meraviglia con tanto verde e tante piane in fiore. Purtroppo i sandali Nike?! di plastica comperati l'altro ieri a Kuta non hanno superato la prima giornata di collaudo cosi che devo già mettere mano alla "colla made in Japan" per cercare di rimetterle in sesto. La sera ceniamo in un ristorante con sedie e tavoli sulla spiaggia, la cena non è eccezionale ma iil posto è fantastico e fresco. Da dove sediamo assistiamo ad un pescatore locale che munito di torcia elettrica sulla fronte e di secchio cattura dei piccoli granchietti nella sabbia davanti a noi.

14 - 15 dicembre 2009 Kuta Beach

Appena usciti dall'aeroporto, prelevato il primo milione di rupie indonesiane, ci allontaniamo un po per non farci assalire dai taxisti che ci vorrebbero offrire i loro servizi. Dopo averne schivati diversi abbastanza insistenti, ne troviamo uno che per un prezzo onesto (80'000Rp) ci trasporta fino in centro a Kuta. Qui appena scesi dal taxi con i bagagli eccoci attorniati da quelli che ci offrono gli alloggi. Ne seguiamo uno che ci porta in posto appartato e tranquillo con camere grandi e pulite. Siamo al Maha Bahigani, in centro e non ce ne accorgiamo neanche; paghiamo 150'000Rp (ca 15 Fr.) con colazione e tasse incluse. Usciamo poi per immergerci nel caos turistico di Kuta e notiamo che in confronto a quando siamo stati in primavera l'ambiente è ancora abbastanza tranquillo; si vede che i turisti natalizi europei non sono ancora arrivati. Notiamo e lo noteremo nei prossimi giorni una presenza molto elevata di turisti asiatici; sopratutto cinesi e giapponesi. Per concludere la giornata in bellezza andiamo a mangiare in un bel ristorante con giardino esotico un bel Red Snapper che possiamo scegliere noi, alla griglia. Niente da eccepire, il pesce è ottimo ed il servizio tipicamente balinese, gentile e con tanta grazia.
Il giorno seguente ci alziamo dopo una lunga dormita per recuperare le ore di sonno perse in volo, facciamo colazione in extremis dato che alle 11 il bistrò dell'albergo chiude. Poi facciamo un giro per i negozi di Kuta per cercare di comperare un' alimentatore per il mio Netbook che nel trambusto degli ultimi preparativi è rimasto a casa. Ho fortuna perche già al primo Internet-Caffe ne hanno uno che si lascia adattare a tutti i tipi di LapTop e Netbook. Fatto le prove e l'acquisto ci incamminiamo verso la spiaggia che costeggiamo, respirando l'aria salmastra del mare fino all'inizio di Seminiak. Qui troviamo quello che cerchiamo: un tavolo con delle sedie sotto un gruppo di palme ed un tipo che ci serve la prima fresca Bintang (birra indonesiana). Non male da qui possiamo assistere i vari surfisti che si esercitano con le onde dell'oceano. Le onde non sembrano gran che, difatti quelli che vediamo sono dei principianti, son pèi?o sott'acqua che sulle onde. Noi passiamo varie ore cercando di evitare il sole cocente di Bali. Malgrado ciò il mio collo alla sera denoterà segni di una prima lieve scottatura. Giriamo poi ancora per le stradine di Kuta, degustando gli ottimi succhi di frutta esotica (papaya, ananas, avocado ecc.) in un ristorantino brasileiro e ci imbattiamo poi per caso nel monumento eretto in memoria del famoso attentato della discoteca di Kuta; monumento denominato Ground Zero. Malgrado siano passati gli anni è rimasto ancora uno degli oggetti più visitati e fotografati a Kuta. Terminere il girovagare andando a mangiare in un ristorante indonesiano.