Il nostro percorso

domenica 30 novembre 2008

29 - 30.11.2008 Kunming; Yunnan

Primo giorno
Si fa chiaro quando il treno si ferma per più di un'ora a Panzhihua vicino al confine regionale fra il Sichuan e lo Yunnan. Il confine é dato dal fiume Jinsha Jang che riusciamo a vedere nella nebbia mattutina. Poi si segue una lunga interminabile valle con molte gallerie fino ai circa 2'000m della dell'altopiano dove si trova Kunming. La periferia è come le molte altre città cinesi viste finora piena di industrie con camini fumanti e palazzoni abitativi poco belli da vedere. Questa volta arriviamo alla stazione con quasi un'ora di ritardo. Finora erano sempre stati puntuali come i treni svizzeri! Il ritardo potrebbe essere causato dai molti cantieri che abbiamo visto lungo il tragitto. Alla stazione reincontriamo i due svizzeri che avevamo conosciuto ad Emai. Loro erano su un vagone “hard sleeper” (scompartimento a 6 posti, aperti lateralmente, con poco spazio e letto duro) mentre noi, come sempre finora siamo stati su un “soft sleeper” (scompartimenti chiusi a 4 posti con un semplice materassino, non però tanto soffice come sembrerebbe dire il nome!). Assieme a Mike e Christian andiamo a vedere se troviamo un posto adeguato anche per noi al Hump Hostel, dove loro hanno già riservato. Con il Bus n. 3 arriviamo al Hump, visitiamo la camera doppia che ci propongono e per il prezzo di 120 accettiamo di rimanervi. Il posto è centrale, carino e molto frequentato dai “backpakers” (viaggiatori con il sacco in spalla). Passiamo poi il resto del pomeriggio a recuperare le energie, ad informarci e a preparare le prossime giornate. Oggi è sabato e molti giovani cinesi si ritrovano qui al Hump per festeggiare e bere qualche birra (anche di troppo!). L'atmosfera è rilassata e anche noi ne approfittiamo, vista la temperatura esterna ancora accettabile di bere una birra in compagnia di altri viaggiatori. Facciamo conoscenza di un'inglese che è arrivato oggi in bicicletta dopo essere partito da Londra e aver attraversato i paesi dell'Asia. Prima di Kunming ha avuto una panne ed stato portato fino all'ostello dalla polizia. E' sempre molto interessante sentire dal vivo i racconti di simili avventurieri!
Per chi è interessato l'indirizzo del suo Blog é: www.projectbike.co.uk
Mentre l'indirizzo dei due svizzeri Mike e Christian è: www.chblog.ch/roadtripp

Secondo giorno, domenica

Facciamo la nostra solita colazione al Hump Hostel; Maggie con “swiss müesli” ed io la english breakfast con uova pancetta ecc.. Poi usciamo a fare un primo giro di ricognizione della zona alla ricerca di negozi e di un Internet cafe che ci è stato segnalato dai Mike. Con non poca fatica e con l'aiuto di alcuni giovani passanti riusciamo a trovarlo. In realtà è una grande sala giochi per cinesi che vengono qui a passare il tempo con i vari videogiochi in voga al momento. Mai visto un posto con così tanti computer; saranno almeno 500 nelle varie sale che vediamo, ma secondo Mike, vi èanche un altro piano altrettanto grande con computer più vecchi. Io passo un paio di ore ad aggiornare il blog e a ricercare info per le prossime tappe del viaggio. Il prezzo è irrisorio 3 juan all'ora e funziona benissimo a confronto di quello dell'ostello; lento e più caro! Facciamo poi una visita al Carrefour che si trova nelle vicinanze. A parte qualche prodotto estero, venduto a caro prezzo, si trovano i medesimi articoli dei negozi cinesi; ma qui sono tutti assieme.
Facciamo poi una lunga camminata passando per il mercato chiamato stranamente “dei fiori e uccelli”; troviamo solo pochi fiori e molti uccelli, ma sono quelli già cucinarti nelle diverse forme! Il mercato è un amostra cielo aperto di tutto quanto viene poi proposto da mangiare nei vari ristoranti. Si possono trovare tutti i tipi di funghi, di verdure, animali, insetti rane, rospi, pesci e .... meglio no guardare troppo nel dettaglio. E' un posto ideale per scattare foto anche un po' particolari delle leccornie della cucina dello Yunnan. Continuiamo il nostro giro, mentre si fa sera, facendo una visita nel parco del lago verde a nord della città. E' oramai sera quando cerchiamo un ristorante per cenare, finiamo in un Cafe-Snack dove proviamo per la prima volta un vino rosso dello Yunnan. Non male a pensare che la coltivazione dell'uva è stata introdotta nello Yunnan da dei monaci francesi!
Terzo giorno
A colazione all'ostello conosciamo, mentre stiamo discutendo con una signora francese che avevamo già incontrato a Leshian, su come andare al consolato del Vietnam per chiedere il visto, un a ragazza portoghese che viaggia da sola e parte proprio oggi per il Vietnam. Dopo aver ricevuto le necessarie informazioni di come e cosa è meglio fare partiamo per il consolato del Vietnam che si trova al quinto piano del Kai Wah Hotel. Dopo aver compilato il formulario con incollata la foto e pagato i 350 yuan a persona e consegnato i passaporti ci dicono che i visti li possiamo ritirare da giovedì prossimo. Decidiamo quindi di passare a ritirarli il venerdì dopo il giro a Dali e Lijiang.
Il prossimo compito odierno è di cercare un'agenzia della Acer dove possiamo verificare come far riparare il mio Laptop guasto. Con lle indicazioni ricevute la sera prima partiamo con il bus n. 64 per la ricerca de quella che dovrebbe essere la “Computer Street” di Kunming.
Quasi per caso scendiamo dal bus davanti ai primi grandi negozi di materiale informatico; qui troviamo un piccolo rivenditore della Acer che ci porta a circa 100m di distanza in un grande edificio a 4 piani che avevamo già visitato prima, dove si trova il Support e Sevice Center della Acer. Alla ricezione la cinesina esegue le stesse prove che avevo già fatto io, per poi farci capire che deve darlo ai tecnici da far analizzare. Prima ci chiede il pagamento di 100 yuan, io le faccio vedere la garanzia internazionale, e lei si limita a farci firmare un formulario tutto in cinese per poi dirci che potremmo passare domani a vedere. Le diciamo che ritorneremo a riprenderlo venerdì prossimo
Facciamo poi alcune interessanti compere di memorie supplementari per salvare le foto. L'USB-Memory di 16G, dopo contrattazione la paghiamo 210yuan(circa 35 Fr.). In Svizzera l'avevo pagata 60 Fr.!!.Continuiamo poi il giro a piedi fino all'ostello dopo essere passati lungo il fiume, fattoo uno spuntino, alcuni acquisti di alimenti per il viaggio di domani e cenato al “Che Che restorant”, che in cinese vuole dire “ristorante grazie”. La cena è a base di pesce, non troppo male ma caro rispetto ad altre pietanze. Il pesce non è la specialità dello Yunnan; è generalmente di scarsa qualità, pieno di lische e con poco sapore! Rientrati all'ostello prepariamo tutto in modo da poter partire presto la mattina seguente.

venerdì 28 novembre 2008

26 - 28 novembre Monte Emei

Primo giorno
Subito appena alzati abbiamo preparato i bagagli, consegnata la nostra umida camera, e usciti aprendere un taxi per la stazione dei bus, dove dopo aver acquistat i biglietti per la prossima destinazione "Emei sha"(motagna Emei) facciamo la colazione nella sala d'aspetto a base di the e biscotti. Il bus parte alle 8.30 e in ca. 45 minuti ci porta alla stazione di Baoguo a due passi dall'ostello Teddy Bear dove alloggeremo per 130 yuan la notte. L'ostello e' confortevole ma proprio in questo periodo sono in corso dei lavori di ampliamento, per cui e' un po sottosopra. Ci assicurano pero' che dopo alle 18 i lavori terminano. In camera cerco di accendere il mio Laptop per vedere se si riceve il segnale del collegamento wireless a Internt, mae per mia grande sorpresa (maledetta sorpresa) lo schermo rimane nero! .. riprovo ma niente da fare .. appena un breve lampeggio dei Led che segnalano l'attivazione .. ma niente di piu'
Purtroppo il Laptop, seppur giovane di neanche tre mesi, non ha superato gli strapazzi del viaggio! Mi devo rassegnare di non avere piu' la comodita' di poter preparare i testi e le foto in viaggio e caricarle una volta arrivato in un posto dove ho il collegamento ad interne.
Per questo motivo le foto degli ultimi giorni mancano ancora sul Blog. Dopo aver fatto un buon pranzo con delle speialita' del Sichuan (abbatanza piccanti), usciamo per fare un giretto nella zona fino all'entrata del parco del Monte Emei. Il Monte Emei e' una delle quattro montagne piu' sacre e importanti del buddismo cinese. La zona e' mlto estsa e conmprende una diecina di magnifici templi e monasteri situate in cima alle colline. Il punto piu' importante e' in cima alla montagna, a ben 3'099m di altezza. Decidamo di preparare i sacchi con il minimo necessario, lasciare gli ingombranti bagagli al Teddy Bear, e salire domani fino in cima per poi fermarci da qualche parte a pernottare. Prima di rientrare al nostro alloggio facciamo un giro nel magnifico parco dei bagni termali vicini appena all'uscita dl parco.
Secondo giorno
Fatta una buona ed abbondante colazione al Teddy Bear andiamo subito, sono le 8.00 circa, alla stazione dei bus per prender il biglietto per salire fino al punto massimo dove arriva il bus, ca. 2'400 m/slm. Il bus sale dai ca. 600m di Baoguo ai 2'400 i circa 2 ore in un paesaggio di valli e colline interminabile, salendo dalla nebbia del basso fino allo spledore del sole in alto!. In alto siamo al livello della neve, anche se non tanta e' tutto bel bianco. La temperatura e' gelida per cui il suolo e' ghiacciato e lisco come lo specchio. Per salire dobbiamo noleggiare dei ramponi da mettere sotto le scarpe. Saliamo assieme a molti pellegrini buddisti fino alla stazione della funvia che in 5 minuti ci portera' sulla vetta. Il paesaggio e' da favola con tutto bianco attorno, il sole che splende, le montagne innevate (dei 6'000m) in lontananza e la coltre di nebbia sotto di noi. Il cima rimaniamo ancora piu' incantati nel vedere la statua del Budda dorata ed il tempio color argento. Noi facciamo il giro quasi come incantati prima di sederci e prendere un the e mangiare ibiscotti e le noccioline che abbiamo con noi. Scendiamo poi al posteggio dei bus per fare un giretto li, ed imbatterci in un gruppo di scimmie tibetane che abitano numerosi fra queste montagne. Mentre cerco di fare una foto ad un gruppo di scimmiette mi trovo dietro di me una piu' grande che cerca di saltarmi im schiena. Visto che a quest altezza la temperatura non fa per noi decidiamo di scendere con il bus un po' piu' in basso a cercare un alloggio. Lo troveremo al Sunshine Hotel a Wuxiangang. Paghiamo dopo una dura contrattazione un terzo (200 yuan) del prezzo di stagione indicato sul tabellone. L'albergo e' appena stato rinnovato e il mobiglio delle camere e' nuovo di zecca. Ceniamo all'albergo con un bel pesce agropiccante alla Sichuan .. molto buono!
Terzo giorno
Dato che all'albergo non fanno il caffe andiamo nella piazzetta del paese dove riusciamo a trovare una signora che capisce il nostro desiderio e ci serve un caffe accettabile che accompagneremo con il resto dei bicotti che abbiamo con noi. Partiamo poi per fare un pellegrinaggio fra diversi templi e monasteri. Visitiamo, dopo aver fatto 2km di scalini in salita il monastero Wannian, tempio Quingin e Niuxin. Sul cammino incontriamo una carovana di almeno una trentin di asini tutti in fila che trasportano la sabbia dalla valle fino in alto per costruire le case.
Verso le 13 scendiamo a valle per rientrare all'ostello dove abbiamo lasciato i bagagli, a prendere i biglietti per il treno e con un taxi raggiungere la stazione di Emei. Sul taxi riusciamo a salire in cinque con tutti i bagagli. Con noi ci sono altri due svizzeri ed un israeliano che faranno il viaggio fino a kunming sullo stesso treno. La partenza e' puntuale alle 18.24 con il treno K228. Preso posto nel nostro scompartimento con due militari cinesi. La cena e' a base di minestra di noodels.
Siamo cosi stanchi che ci addormentiamo subito.

25 novembre 2008 Leshian, il piu' grande Budda del mondo

Dopo la buona ed abbondante colazione al S'ims Cosy Hostel partiamo con il bus n. 28 fino alla stazione sud dei bus alunga distanza. Il bus e' molto confortevole e il tragitto veloce dato che e' prevalentemente su autostrada. Il paesaggio diventa sempre piu' verde e lussureggiante, si vedono qua e la delle piante di banana. Arriviamo alla stazione dei bus di Leshan che si trova fuori dal centro. Appena scesi eccoci attorniati da persone che vogliono proporci alberghi e trasporto per il centro. Dal prezzo iniziale di 20 riusciamo a scendere a 5 yuan. Con un'auto privata sgangherata raggiungiamo l'albergoTaoyuan Binguan, consigliato dalla Lonely Planet. Il prezzo indicato della camera doppia e' di 380 yuan, io chiedo di pagare 200, la ricezionista non avendo capito bene mi dice che va bene 120 yaun (ca. 20 fr.). Sorpreso accetto; mi e' andata bene!
La camera e' spaziosa, ma molto, molto umida; nel bagno si scrostana la parete dall'umidita. Si vede che siamo in riva al fiume! Beh non fa niente, per il prezzo che paghiamo!
Partiamo poi subito per fare un'uscita con un battello sul fiume per vedere la statua del Budda scavata nella montagna. Si tratta della statua del Budda piu' grande del mondo, per dare un'idea l'altezza e' di 71 m, l'orecchio ha un diametro di 7m.
L'unico modo per vederla bene e' di giardarla dal fiume. Fatto il giro e le solite foto ritorniamo a riva per fare una passeggiata sul lungofiume tra i ristorantini e i cinesi che giocano a carte e a majong. Prendiamo un the ed una birra anche noi. Nel pagare abbiamo la bella sorpresa di avere un cinese vicino anoi che ci aiuta a non essere imbrogliato dalla cameriera. Lei ci chiede 10 per la birra mentre il nosto aiuto cinese dice che il prezzo giusto e' 5 yuan. La cameriera mette la coda fra le gambe, incassa e sparisce.
Poi facciamo un lungo giro per la citta' fra mercatini di ogni cosa e negozidi marche come Armani, Adidas e marche italiani mai viste da noi! Cerchiamo di cenare in un ristorante tipo Hotpot ma non hanno il menu in inglese; ci arrangiamo con la guida e i segni. Loro ci vogliono rifilare il loro cicken, ce lo portano anche da vedere. Ma viste le tante zampine, che per i cinesi sono una leccornia, le testoline e le interiora del pollo lo gli lo facciamo portar via gentilmente.
Riusciamo ad avere del pesce, non tanto speciale: probabilmente il fondo del congelatore!
Ritornati all'albergo tentiamo inutilmente, con il telecomando in cinese, a far funzionare il condizionatore come riscaldamento. Niente da fare riusciamo al massimo afar circolare l'aria umida della camera. Dormiremo con il 90% di umidita' e al massimo 10 gradi di temperatura. Per fortuna abbiamo delle buone coperte. Buona frasca e umida notte!!!

domenica 23 novembre 2008

23-24 novembre 2008 Chengdu

Primo giorno
dopo esserci svegliati in treno mentre attraversava zone con vegetazione sempre piu' intensa e fra le case dei paesi si vedono dei segni evidenti del terremoto della primavera scorsa. Siamo nel nord del Sichuan, la zona nella quale, secondo le informazioni ufficiali ha fatto 30'000 vittime. Arriviamo alla stazione di Chendu puntuali alle 11.30 e appena scesi vediamo dappertutto dei militari schierati in evidente posizione di attesa e con molti autocarri militari in attesa.
Ci fermiamo anche noi a curiosare e dopo pochi minuti ecco uscire dalla stazione una fiumana di soldati (saranno almeno 1'000), tutti molto giovani, che vengono schierati poi salutati con musica ecc. prima di essere caricati sui camion. Ci diranno poi dopo che sono aiuti che vengono inviati nella zona del terremoto. Qui a Chendu del terremoto non si nota niente, a parte qualche crepa, come nell'ostello Sim's Cosy Hostel dove ci facciamo portare da un taxi. Dopo aver preso possesso della spaziosa camera e aver fatto un veloce pranzo iniziamo a fare un giro della zona per cercare di prelevare soldi dal Bankomat: fatti quattro tentativi a vuoto ci rassegnamo e andiamo alla Bank of China a cambiare 100 dollari che mi erano restati da un precedente viaggio. La banconota non e' nuova cio che non piace tanto ai due banchieri allo sportello. Dopo 10 minuti di controlli e verifiche si decidono ad accettarlo e ci danno un bel malloppo di yuan per i prossimi giorni. Facciamo poi un giro a piedi per la citta' con una visita al Monastero Wvbvvb prima di rientrare all'albergo, riservare il tour di domani cenare e andare a dormire nel morbido letto; era da tanto tempo che non avevamo un letto cosi morbido.

Secondo giorno
Dopo la buona e ricca colazione il nostro autista ci attende alle otto precise per portarci a visitare il centro di studio e ricerca sui Panda. A causa del terremoto che ha colpito duramente il parco dei panda di Wolong, questo di Chengdu e' rimasto l'unico parco visitabile del Sichuan.

Il parco e' molto ben tenuto e i panda hanno tanto spazio a disposizione per muoversi. Noi li possiamo vedere bene al mattino quando gli danno i rami freschi di bambu da mangiare. E' veramente bello vederli mangiare in tutte le posizioni possibili e poi vederli subito dopo a fare la lotta fra di loro per occupare il posto migliore per mettersi in mostra. Assistiamo anche alla procedura per fare la foto di un turista con un panda in braccio. Un americano, appassionato di Panda si fa fotografare, per a bella cifra di ca. 150 fr., con un Panda Junior in braccio.

Ritorniamo poi all'ostello per ritornare con un bus in centro citta' dove visitiamo la grande piazza centrale con la statua di Mao piu' grande al mondo, cosi dicono le guide.
La statua e' alta ben 71 m e domina la grande piazza. Facciamo per finire una veloce visita del Parco del Popolo con dei bei templi, laghi e giardini.
Dopo il rientro all'ostello e dopo aver lottato sui bus sovraffollati, lo stesso autista della mattina ci porta ad una rappresentazione di un'opera folcloristica del Sichuan. Lo spettacolo e' molto bello e comprende diversi parti con maschere, burattini, musica e teatro di ombre cinesi. Uno spettacolo che vale la pena di vedere!
Al rientro all'ostello il simpatico proprietario Sam ci da delle preziose informazioni sulle prossime destinazioni; Lushan e il monte Emei.

19 - 22. novembre 2008 a Xi'an con l'esercito di terracotta

Il primo giorno a Xi'an lo iniziamo con una dormita fino a tarda mattina, per poi fare colazione con i resti del grande buffet dell'albergo Xi'an. Per fortuna gli ospiti non sono tanti per cui la colazione è abbondante lo stesso. Chiediamo poi alla reception se possiamo stare altre due notti allo stesso prezzo fattoci dall'agenzia CITS (350 yuan) che ci aveva venduto il tour per Lhasa, ma dopo una lunga serie di telefonate ci viene detto che quel prezzo non è possibile; ci farebbero al massimo uno sconto su quello ufficiale (450 invece dei 680 yuan). Il prezzo, per un albergo di 4 stelle, non sarebbe male ma è sopra il nostro budget. Decidiamo di andare in centro, entro le mura della città, per cercare un ostello consigliato dalla Lonely Planet; il Bell Tower Youth Hostel. Prendiamo i nostri bagagli e con un taxi ci facciamo portare davanti alla posta centrale di Xi'an che è a due passi dall'ostello. Il traffico è caotico al punto che addirittura e il nostro taxista perde le staffe e si mette ad imprecare. L'ostello si rivela ottimo con camere spaziose e pulite al prezzo di soli 130 yuan per notte (ca. 20 fr.). Per noi sono, a parte il per prezzo, meglio gli ostelli perché si hanno maggiori possibilità di conoscere gente in giro come noi e di avere cosi buoni contatti ed informazioni sulle prossime destinazioni. Difatti in questo ostello la sera conosceremo uno spagnolo che con un compagno sono in viaggio in bicicletta da otto mesi dalla Spagna alla Cina. Per chi è interessato il loro sito Web è http://www.vitoriabeijing.com/.

Approfittiamo dei servizi dell'ostello per riservare per domani il tour al sito archeologico dell'esercito di terracotta, la vera attrazione di Xi'an. E' già pomeriggio quando usciamo per andare a visitare la torre delle campane e quelle dei tamburi, che sono a due passi dall'ostello. Tramite i sottopassaggi, che dovrebbero diventare gli ingressi della metropolitana ancora in fase di costruzione, si entra direttamente nelle torri. In quella delle campane incontriamo un venditore di flauti cinesi a forma di uovo che ci fa una dimostrazione ci lascia prendere delle foto. Alla fine rimango così entusiasta che compero un CD con la sua musica. e csp. tamburi. Nelle due torri assistiamo a dei concerti dimostrativi di musica tradizionali con campane rispettivamente tamburi. I concerti pur essendo brevi sono molto interessanti per farsi un'idea della ricchezza della musica tradizionale della regione dello Shaanxi, la cui capitale é Xi'an.

Dopo aver gironzolato per la zona del centro abbiamo trovato un ristorante della regione dello Yunnan, dove una gentilissima cinesina di nome Tsu ci accompagna al quarto piano dove si può gustare un Hotpot a discrezione. La nostra guida gastronomica Tsu ci aiuta e ci consiglia, con il magro inglese che sa, cosa dobbiamo prendere e come dobbiamo fare. Per gli altri ospiti diventiamo, anche se cercano di non farsi notare, l'attrazione del locale! Ci buttiamo sull'enorme buffet a caricare di ogni cosa (anche tal volta senza capire bene cosa è) sui nostri piatti. Ci sono ogni tipo di carne, di pesce, di funghi, di verdure, di tofu, salse ... e cose non ben definibili. La scelta era di almeno 100 diverse posizione, pulite e ben presentate. Passiamo una bellissima serata in compagnia della nostra Tsu, che ci dice di dover lavorare per poter pagare il corso di inglese. Ci confida che il suo sogno sarebbe di poter comperare un telefonino, imparare bene l'inglese e fare la guida turistica. Alla fine la grande sorpresa: il conto totale della spesa per tutto quanto mangiato e bevuto ammonta a ridicoli 76 yuan (ca. 12 fr.); non riusciamo a crederci ... chiediamo se non c'è un errore .. no tutto giusto!! Per non farci accorgere dallo staff del ristorante ci facciamo accompagnate da Tsu fino all'uscita per darle privatamente, non dopo aver scattato alcune foto con lei, una buona ricompensa per la bella serata. Siccome siamo a corto di yuan per pagare il tour di domani e il prossimi spostamenti in treno, cerchiamo inutilmente di prelevare soldi dai Bankomat con la nostra Postcard; ne facciamo passare un decina ma nessuno vuole darci yuan. Ci rassegniamo a credere che è dato dal fatto che avevamo già prelevato in mattinata.
Il secondo giorno, dopo aver fatto una buona colazione all'ostello, tentiamo ancora di prelevare oldi dai Bancomat e dopo diversi tentativi a vuoto riesco a ricevere la magra cifra di 500 yuan (ca. 80 Fr) ... ma niente di più, con questi riusciamo a pagare appena il tour di oggi! Alle 9.30 in compagnia di un irlandese e della guida cinese, proveniente dalla Mongoli interna, andiamo a visitare il famosi ritrovamenti dell'esercito di terracotta ad una ventina di km da Xi'an. L'irlandese con noi, dice di essere un consulente bancario, ci tranquillizza dicendo che le difficoltà di prelevamento in Cina sono comuni e i servizi sono quelli che sono! Lui è partito in primavera a girare per il mondo, è entrato in Cina dal Vietnam e proseguirà per Beijing, poi andrà in Giappone per poi continuare il viaggio in Australia. La nostra guida con un inglese mezzo cinese ci spiega i programma della giornata e ci da qualche indicazione storica. Per primo andiamo a vistare il centro archeologico di “Bampo village” dove sono stati ritrovati i resti di un villaggio del neolitico, poi inizia una parte commerciale con la visita di una fabbrica che produce i moderni guerrieri di terracotta per i turisti ed una fabbrica che produce seta, ognuna naturalmente con un proprio negozio di vendita. Non faranno un grande affare perché non comperiamo niente. Finalmente ad inizio pomeriggio arriviamo nel sito dell'esercito di terracotta. Per primo, su nostra richiesta visioniamo un filmato, molto hollywoodiano, sull'imperatore Qin e sulla sua storia. Qin, denominato il primo imperatore cinese fu colui che fece costruire la grande muraglia e, probabilmente, per sentirsi sicuro anche dopo morto, l'esercito di terracotta. Noi visiteremo uno dopo l'altro i tre siti degli scavi, lasciando per ultimo il sito n. 1. quello più bello e con più guerrieri. Si calcola che sono in totale ca. 8'000 i guerrieri schierati e pronti per una battaglia, ma sepolti sotto ca. 5 metri di terra. Lo spettacolo è meraviglioso e si rimane increduli pensando al lavoro che è stato necessario per realizzare una simile pazzia. Usciamo poi dal sito per andare a visitare, a circa un km di distanza la tomba -mausoleo dell'imperatore Qin. Si tratta di una collina di più di 100m di altezza nella quale dovrebbe esserci una città sotterranea con palazzi.
parchi, templi e addirittura un lago di mercurio. Finora però non sono stati eseguiti, e non sono previsti, sembra per rispetto verso l'imperatore, degli scavi di accertamento. Rientriamo è poi in mezzo ad un traffico caotico fino al nostro albergo, dove per prima cosa riserviamo il viaggio in treno per la prossima tappa: Chengdu (17 ore di viaggio). La sera usciamo per cercare invano di prelevare soldi dai Bancomat. Niente da fare. A corto di yuan andiamo a fare la spesa per cenare in albergo.

Il terzo giorno subito dopo colazione facciamo il giro dei Bancomat e riusciamo a prelevare solamente 2 volte 200 yuan, quanto ci serve per pagare il biglietto del treno per Chengdu. A piedi facciamo una visita alle imponenti mura della città ed una visita fotografica al quartiere mussulmano con tanti mercatini e bancarelle con ogni tipo di prodotti. Prelevati i bagagli cerchiamo di prendere un taxi per la stazione, ma per ragioni che non riusciamo a capire nessuno ci vuole portare. Decidiamo poi di prendere il bus 611, ma il traffico caotico é completamente paralizzato. Il bus ci impiega quasi un'ora per fare un paio di circa 2km. Adesso capiamo perché i taxisti non ci volevano portare alla stazione. Loro vogliono fare Km non passare ore fermi in colonna!. Per fortuna eravamo partiti con sufficiente anticipo. Dopo aver fatto velocemente la spesa prendiamo il treno n. 228 per Chengdu. Nel nostro scompartimento troviamo un padre con un figlio che vediamo subito che è in cattive condizioni di salute. Ha gli occhi fissi e lucidi come se fosse gravemente malato. Il giovane, che si arrangia a malapena a parlare qualche parola di inglese ci dice che sta rientrando dopo la fine degli studi ad Harbin (nel nordest della Cina) e che le sue condizioni di salute sono state causate da colpi sulla testa ricevuti da sconosciuti. Rimaniamo scioccati anche dal fatto che, come ci dirà dopo, una sorella era morta poco prima di leucemia. Ci è pero rimasta impressa la pazienza con la quale il padre aiutava e curava il figlio, che a fatica riusciva muoversi e stare in piedi da solo. Siamo talmente stanchi che dopo una zuppa di noodles cinesi ci addormentiamo subito.

lunedì 17 novembre 2008

15 - 18 novembre 2008 Lahsa

Il primo giorno a Lahsa inizia con la colazione all'albergo Shambala e sarà dedicata alla visita dei diversi templi delle vicinanze. La nostra guida con l'autista ci attendono puntuali alle 9.30 per portarci a visitare prima al monastero di Drepung situato a ca. 7 Km fuori di Lahsa. E' uno dei pù vecchi del Tibet e ha ospitavo fino circa 7000 monaci buddisti, mentre oggi ne ospita solo 600. Il monastero è ben inserito ai piedi di una montagna. Su delle roccie sono dipinti diverse immagini di Budda visibili da molto lontano. La nostra guida ci accompagna, fra la massa di fedeli di ogni età nei vari locali e sale dove sono esposte statue e relique buddiste. Le nostre conoscenze in materia sono molto limitate e confuse per cui ci deve dare le nozioni di base del buddismo tibetano e le differenze con quello indiano. Finalmente capisco il significato della croce uncinata inversa che per i buddisti tibetani significa "buona fortuna"; per l'Europa del secolo scorso la vera croce uncinata nazista ha significato ben altro!
Dopo l'interessante monastero di Drepung andiamo a pranzo in un ristorante tibetano della periferia di Lahsa per poi continuare il nostro pellegrinaggio al tempio di Norbulinga, denominato anche Residenza estiva del Dalai Lama. Diffatti fino alla sua fuga nel 1956 il Dalai Lama vi veniva durante l'estate. Qui vediamo i vari locali dove pregava, meditava e accoglieva i fedeli, e dove abitava la mamma del Dalai Lama. Il posto è ancora ben conservato ed gestito e usato dai alcuni monaci.
Poi ci spostiamo ancora un pò più a nord città per visitare il Monastero Sera, dove assistiamo ad una cerimonia per propiziare la guarigione di bambini ammalati. Dopo la cerimonia i bambini sono riconoscibile da una riga nera che il monaco buddista gli ha fatto sul naso. La maggior parte dei locali, sale e cappelle sono illuminate con candele alimentate da burro di Jak. L'odore caratteristico e penetrante lo si sente d'appertutto.

Ritorniamo all'albergo per rinfrescarci e poi uscire a perlustrare il quartire di Barkhor; il quartire tibetano dove è situato anche il nostro Hotel. Qui vi sono innumerevoli negozi e bancarelle che vendono prodotti religiosi per i pellegrini e souvenir per i poche turisti. La presenza di soldati e poliziotti cinesi è molto visibile, stanno appostati in tutti i punti nevralgici e fanno la ronda fra le viuzze con il fucile in spalla. Ci dicono che è la conseguenza dei disordini preolimpici della primavera scorsa. Noi ceniamo in un ristorantino tibetano (Ganglamedo) con la giacca perche il riscaldamento non funziona.

Il secondo giorno iniziamo presto, per non entrare troppo in conflitto con i pellegrini, con la visita del "Potala Palace", il simbolo di Lahsa e inscrittto come patrimonio dell'umanittà dall'Unesco. La visione dal basso è magnifica, sia di giorno, sia di notte quando viene illuminato. La salita al Potala, con l'aria rarefatta dei 4'600 metri di Lahsa, è un pò faticosa per cui andiamo al rallentatore e ne approfittiamo per ammirare questo meraviglioso spettacolo. Giriamo poi fra le varie sale della parte bianca e della parte rossa del palazzo seguendo le spiegazioni della nostra guidqa Diki. In tutte le sale sono 999 la millesima ospita le spoglie mortali mummificate del quinto Dalai Lama colui che fece costruire il Potala. In altre sale sono ospitate le ceneri degli altri Dalai Lama morti finora. Pranziamo poi all'albergo per poi andare a piedi con la guida a visitare il Tempio di Jokang nella zona del Barkohr. Anche qui ci merscoliamo con una folla di pellegrini provenienti da ogni parte del Tibet per venire a visitare questo tempio, il più sacro per i buddisi tibetani. All'esterno del tempio vi sono quelli che si prostrano fino a terra per ore e ore. Ci sono di quelli che passano settimae o mesi a fare questi esercizi spirituali. Rimango molto colpito della religiosità e dello spirito di sacrificazione dei buddisti tibetani. Che sia la povertà ha far aumentare il grado di spiritualità della popolazione? Dopo quanto visto in questi giorni a Lahsa, sono tante le domade a cui non ho, o forse non avrò mai risposte.
Il terzo giorno partiamo alle 9.00 per fare un'escursione al lago Yamrock Tso situato a circa 110 km da Lahsa. Seguiamo la valle del fiume Yarlung Zangpo per poi salire su una bella strada di montagna fino ai 4'900m del Kamba-la pass da dove abbiamo una magnfica vista sul lago Yamrock che in tibetano vuol dire lago turchese. Attorno abbiamo delle montagne di 7200m di altezza. Ritorniamo poi sulla stessa strada fino a Quxu doove in un piccolo ristorantino locale (non tanto pulito) facciamo un pranzo tibetano a base di momo di jak, una spece di ravioloni con carne di jak. Da queste parti abbiamo visto molti jak al pascolo; a vederli cosi dal vivo sono proprio degli animali delle dimensioni bestiali!


Dopo il pranzo portiamo la figlia Nadja, che ci ha accompagnato da Beijing, all'aeroporto per il suo rientro (partenza 15.55 con scalo a Chengdu). Saluti e abbracci, lei parte per continuare gli studi e noi continuamo il nostro viaggio per la cina. Dopo il nostro rientro aaLahsa andiamo a visitare il monumento allo jack in oro per poi camminare fra i vari parche fino all'albergo. Ceniamo in un ristorante cinese, questa volta a base di noodels.


Il quarto giorno è dedicato ai preparativi per prendere il volo delle 16.10 per Xi'an. La mattina facciamo ancora un giro per il Barkhor per finire nel quartire mussulmano di Lahsa. Non me lo avrei immaginato ma vi è una discreta comunità di mussulmani (ca 2'000)anche a Lahsa. La guida con l'autista ci portano poi all'aeroporto da dove fatti i soliti controlli prendiamo il volo C3330 Air China per Xi'an. La vista sulla catena dell'Himalaya, cosi come la vista di notte sopra la città di Xi'an è fantastica. Dall'aeroporto con una ora di taxi arriviamo finalmente alle 20.30 all'allbergo Xi'an.


Qualche riflessione sul Tibet: testo segue!


domenica 16 novembre 2008

14 – 15 novembre 2008 in treno da Beijing a Lahsa (Tibet)

Mi sveglio alle 8.00 circa, quando il treno sta entrando a X'ian, la seconda fermata dopo Shijianzhuang, della quale dormivamo così bene che non ci siamo nemmeno accorti. Qui scende la nostra compagna di scompartimento e da qui via saremo soli noi tre ad occupare tutto il posto. Anche se il posto, se confrontato con i treni russi è molto più limitato. Per contro abbiamo i letti più larghi. I vagoni sono quasi nuovi e dispongono addirittura di una presa di corrente che ci permette di caricare tutte le nostre svariate apparecchiature elettroniche. Abbiamo anche un display, che non funziona o non siamo stati capaci di far funzionare; l'illuminazione è tramite LED; inoltre la temperatura ed il volume degli altoparlanti si può regolare individualmente per scompartimento. Come unicum per dei vagone ferroviari vi è per ogni persona una presa per la maschera ad ossigeno per chi dovesse avere problemi di respirazione in altura.
A X'ian e per le prossime ore fino a Lanzhou il tempo è coperto e a tratti piove di modo che fare foto dal finestrino è un'impresa difficile. Dopo Lanzhou entriamo nella zona desertica della provincia del Guanzhou e qui si schiarisce e abbiamo un sole splendido; la temperatura esterna è pero sotto zero. Il paesaggio e cdemarcato dalla valle del fiume giallo che erodendo si è scavato dei profondi canion. La linea ferroviaria segue il fiume con tratti in galleria e su viadotti. Ogni tanto vi sono estese zone agricole con enormi estensioni di brutte serre di plastica. Tra parentesi Lanzhou, che passiamo alle 15 circa, ha quasi tre milioni di abitanti ed è un grande centro industriale della regione. L'inquinamento industriale è visibile ad occhi nudi. Abbiamo visto una fabbrica di cemento dal cui camino usciva un nuvolone di polvere con la conseguenza che tutta la zona era bianca, come se avesse appena nevicato. La nostra guida dice che fino alcuni anni fa Lanzhou contava come una delle città più inquinate del pianeta. Certo che Kyoto è ancora molto lontano!!
Verso l'imbrunire raggiungiamo Xining, la capitale della regione del Quinghai, dove abbiamo 15 minuti per sgranchirci le gambe e scattare qualche foto. Con le nostre scorte facciamo una cena frugale per poi andare a nanna per la seconda notte.
Passa poi un controllore in divisa che ci fa compilare e firmare un documento che certifica che non abbiamo problemi di salute in relazione all'altitudine. La notte passa tranquilla mentre il treno continua a salire verso l'altipiano del Tibet.
La mattina ci svegliamo con uno spettacolo grandioso, non si è ancora alzato il sole, splende la luna piena e tutt'attorno una pianura innevata con le montagne bianche all'orizzonte.
Per diverse ore seguiamo lo spettacolo con la macchina fotografica in mano a fotografare lo spettacolo con cavalli selvatici, asini, jack e altri animali che non conosciamo ancora.
Intanto il treno continua a salire e il mio altimetro del GPS inizia addirittura ad impazzire indicando 11'000m! L'altezza massima ldi 5'180 del passo del Tangulla la raggiungiamo dopo la stazione di Golmud,.
In effetti questa è la linea ferroviaria più alta al mondo. La linea Quinghai – Tibet è stata inaugurata nel 2006 ed è da considerare una delle maggiori opere di ingegneria civile costruite negli ultimi anni. La linea e completamente elettrificata ed è costruita in gran parte su viadotti rialzati, pper evitare il problema del permafrost, gallerie o ponti. Questa regione è situata interamente sopra i 4'500m, in questa stagione, interamente innevata mentre i fiumi sono gelati e in alcuni punti formano delle elevate incrostazioni di ghiaccio sopra il livello del fiume. Poi gradualmente scendendo il paesaggio cambia, la neve è prima solo a sprazzi poi sparisce e lascia intravvedere qualche ciuffo di erba secca. Qui si intravvedono le prime mandrie di jack e pecore. La domanda che ci facciamo e cosa trovano da mangiare questi enormi animali in un territorio cosi secco e coperto da neve?
Passiamo alle 16.00 l'ultima stazione prima di Lhasa, si tratta di Nagku, un anonimo insediamento lungo la ferrovia con una luccicante nuova stazione. Costeggiamo poi un bellissimo lago di un color blu stupendo.
Il sole inizia a scendere dietro le incantate montagne coperte di neve mentre il treno si avvicina lungo una valle interminabile alla meta del nostro viaggio, Lahsa la capitale della regione autonoma del Tibet. La stazione di Lahsa è moderna e molto pulita.
Qui veniamo accolti dalla nostra guida locale, una tibetana di nome Diki, che con l'aiuto dell'autista ci porterà all'albergo Shambala nel centro di Lahsa. Ceniamo poi in un ristorante tibetano a due passi dall'albergo.

8 - 13 novembre 2008 Beijing

A Beijing siamo alloggiati per la prima notte al Novotel Xinqiao, incluso nel tour fatto finora, e visto che ci fanno un prezzo speciale decidiamo di rimanerci ancora due notti. La colazione consiste in un'enorme buffet con tutto quanto si può desiderare, ma il problema è che se arrivi tardi, come ci è capitato il primo giorno, trovi solo i resti degli altri!
Il primo giorno, l'abbiamo presa con comodo per ambientarci meglio al caos cinese, abbiamo cercato informazioni sul viaggio in treno fino a Lahsa; ma essendo sabato e già tardi, veniamo invitati a rivolgerci lunedì mattina all'ufficio principale della CITS (l'agenzia di viaggio nazionale cinese). Siamo andati subito a vedere dove si trova l'ufficio consigliato e poi giriamo a zonzo nella zona dove ci imbattiamo nelle chiesa cattolica di Beijing e in diversi negozi di libri dove comperiamo cartine e guide per il proseguio del viaggio in Cina. Finiamo poi il nostro giro nella zona della città proibita e ci immergiamo nella massa di turisti, in gran parte cinesi, che escono dalla loro visita. Arriviamo poi all'angolo della piazza Tien an Men, la piazza pubblica più grande al mondo. Oramai siamo stanche dal camminare per cui prendiamo il metro per recarci con la figlia Nadja in un grande shopping center per apparecchi elettronici, denominato Silicon Valley. Qui facciamo un giro fra gli innumerevoli negozi del centro prima di finire in un ristorante giapponese e farci servite da mangiare. I prezzi degli apparecchi elettronici, malgrado l'enorme offerta, non sono più convenienti che da noi.
Il secondo giorno è domenica e, subito dopo colazione ci rechiamo al Lama Temple, dove ci incontriamo con Nadja prima di entrare a visitarlo. Si tratta del più importante tempio del Buddismo tibetano fuori dal Tibet e funge da rappresentanza spirituale e culturale tibetana a Beijing. Il tempio è molto vasto e variopinto. Il cielo blu con le piante ingiallite del ginko ne fanno uno spettacolo di colori. A noi però piacerà di più il tempio di Confucio, che visiteremo subito dopo. Questo tempio è più spazioso e armonioso e cosi ben integrato nella vegetazione che ci fa dimenticare di essere al centro di una città di 15 milioni di abitanti. Dopo la visita aa un The House della zona rientriamo al nostro albergo.
Il terzo giorno, dopo l'ultima colazione al Novotel, iniziamo con un trasloco, infatti abbiamo trovato nelle vicinanze una sistemazione più conveniente dove rimarremo le ultime 3 notti. Siamo ora al Haishan Hotel, è pulito e comodo e paghiamo ca. 50 fr. per notte. Inoltre abbiamo anche il collegamento internet via cavo, di buone prestazioni, gratuito in camera. Usciamo poi subito per verificare la possibilità di andare via treno a Lhasa in Tibet. All'agenzia CITS incontriamo il sig. Dem che gentilissimo ci conferma che il viaggio è possibile con un permesso speciale di un'agenzia di Lahsa che loro possono procurarci. Avute tutte le informazioni chiediamo a Nadja se è interessata a venire con noi. Lei accetta cosi che ci organizziamo subito per procurare i soldi necessari per pagare il tour che comprende il passaggio in treno il soggiorno a Lahsa con guida per tre giorni e i voli di rientro, per noi a X'ian e per Nadja a Beijing. Il problema è che dai bancomat possiamo prelevare solo 3'000 Yuan per giorno per persona. Con qualche peripezia riusciamo a mettere assieme il malloppo di banconote da 100 Yuan per pagare il tutto. Purtroppo da Lahsa dovremo fare un tragitto in aereo dato che ci è stato sconsigliato di fare viaggi in bus verso altre destinazioni al sud della Cina. O rifare il viaggio in treno di 40 ore fino a X'ian o volare, pagando di meno, fino alla stessa destinazione!
Terminiamo poi la giornata andando a visitare la città proibita e andando a cena con Nadja e i compagni di appartamento Sabrina, Ale e Alex in un ristorante cinese. Per cena abbiamo avuto un “Hot Pot” (una specie di fondue cinese) con una vasta scelta di ingredienti (carne, pesce, frutti di mare, verdure ecc.) da intingere nel brodo bollente. Mangiato molto bene e pagato poco. Per noi è stata una interessante lezione sulla cultura del Hot-Pot.
Il quarto giorno (Mercoledì 12.11.08) l'abbiamo dedicato al centro olimpico di Beijing 2008. Dopo la colazione, con cappuccino, pane burro e confettura, al ristorante dell'ostello della gioventù di Wanfujing, con il metro arriviamo al centro olimpico. Oggi il tempo è nuvoloso e lo smog impedisce quasi la visuale. Per 50 yuan possiamo entrare e fare il giro del famoso “nido d'uccello” che abbiamo visto in TV durante le olimpiadi. All'entrata lo stadio non sembra neanche cosi enorme ma quando si è dentro lo spettacolo è grandioso e malgrado sia un giorno qualsiasi della settimana l'affluenza è molto elevata. Fatta la visita dello stadio passeggiamo fra le varie costruzioni olimpica. Ci rendiamo conto che quanto è stato costruito è veramente notevole.. Alcune infrastrutture però denotano già qualche segno di decadimento. Terminiamo la giornata con una visita veloce, erano già le quattro, del tempio del cielo. Lo avevamo già visto due vote12 anni fa ma è sempre uno dei posti che vale la pena rivedere. La sera andiamo con Nadja e i compagni di appartamento a vedere uno spettacolo di acrobati cinesi veramente bravi. Ceniamo poi assieme in un ristorante della zona ordinando con un menù in cinese e l'aiuto della foto. Sarà una positiva sorpresa anche per la convenienza.
Oggi ultimo giorno a Bejing: dedichiamo la giornata alla visita dei parchi circostanti la città, sono la collina ccc e il parco Beihai con il lago e l'isola con in cima un dagoba bianco. Alla fine terminiamo, sempre a piedi nella maestosa piazza Tien an men prima di andare a cena in ristorante in un Hutong (quartieri di casette e negozietti caratteristici) un pò kitch appena ricostruito. Ritorniamo al nostro hotel a ricuperare i bagagli e con il metro ci rechiamo alla stazione West per prendere il treno per Lhasa. Qui ci incontriamo con Nadja, facciamo le ultime scorte per i due giorni di viaggio. Il treno T27 parte puntuale alle 21.30. Nello stesso scompartimento abbiamo una giovane cinese che ritorna a X'ian da un viaggio in aereo. Sistemate le nostre cuccette andiamo subito a dormire.
L'impressione, dopo questi giorni a Beijing, se possamo fare un confronto con dodici anni fa quando siamo stati la prima volta, e che la città è totalmente cambiata: non si vedono quasi più biciclette, le auto (stranamente girano solo auto nuove) sono diventate invadenti e dominano il traffico, i pedoni non contano niente! Inoltre i bei quartieri caratteristici degli Hutong sono spariti o ristrutturati in stile molto discutibile. Chiaramente anche lo stile di vita della gente è migliorato, la gente veste bene e anche le scene di estrema povertà, almeno in centro, non si vedono più

martedì 11 novembre 2008

6 - 7 novembre 2008 Da Ulan Bataar a Beijing (Cina)

Come convenuto il nostro taxista viene a prenderci puntuale alle 06.40 al nostro appartamento. Consegniamo le chiavi e partiamo per la stazione, sul viaggio carichiamo altri due turisti, un giovane svizzero tedesco che ha vissuto 6 anni in California e una californiana che con lui hanno fatto anche loro la transiberiana organizzata tramite la Swiss Travel Club come noi.
Alla stazione il solito trambusto, anche se è ancora notte, e fa sensibilmente freddo. Riusciamo, con i due neocolleghi d viaggio, a trovare un posticino a sedere e prendere un “caffè americano”.
Fatto il solito controllo dei passaporti e dei biglietti saliamo sul nostro vagone dove abbiamo la gradita sorpresa di essere assieme ad una signora mongola con il figlio che parlano molto bene il tedesco. Questa volta sul treno vi sono diversi turisti, alcuni dei quali già incontrati in precedenza. I nostri compagni di scompartimento sono Puji (la mamma) e Billguun (il figlio); anche loro saranno coon noi fino aBeijing, da dove loro continueranno il viaggio in aereo fino a Puket in Tainlandia.
Inizialmente Billguun è timido e non vuole neanche parlare il tedesco, poi su stimolo della mamma e toccando il tema del calcio si entusiasma e cominciamo subito una disputa con domande e controdomande inerenti il calcio internazionale, del tipo che ha vinto il mondiale del 2002 in Corea e ci ha segnato i gol della finale, chi ha segnato i gol della finale degli europei 2008? La disputa, secondo il suo conteggio, termina 10 a 10. Poi iniziano i giochetti grafici e matematici dai quali noto subito il suo notevole grado di conoscenza per un un ragazzo di 13 anni. Intanto è diventato giorno e fuori si presenta uno spettacolo magnifico con le colline leggermente imbiancate di neve e con il treno che si sposta lentamente come un lungo serpentone. La vegetazione man mano che ci spostiamo verso sud comincia a scarseggiare, mentre ogni tanto scorgiamo dei villaggi-accampamenti di giar, le tipiche tende rotonde in feltro della mongolia. In tarda mattinata entriamo nel deserto del Gobi e qui la vegetazione sparisce totalmente, però qualche macchia bianca quà e là ci indica che la neve è già arrivata anche da queste parti. La temperatura esterna, indicata sul display dei vagoni è di -5, -7 gradi, anche se splende il sole la temperatura è rigida. Intanto la compagnia di Billguun diventa sempre più intensa perché mi deve mostrare le mosse di kun-fù e le sue abilità ginniche. Volevo aggiornare il blog ma ho dovuto rinunciarvi. Ogni paio di ore ha fame e si ingozza le sue mega minestre di noodels coreane e le solite coloratissime bibite gassate. Intanto diventa notte e ci avviciniamo al confine con la Cina che raggiungeremo circa alle 20. Poi inizia il cerimoniale con i formulari ed i controlli. Dal lato mongolo si procede abbastanza spediti ma dal lato cinese, oltre ai controlli, vi è un problema tecnico da superare. Dato che lo scartamento, la distanza fra i binari, delle ferrovie cinesi e quelle mongole (e russe) non è il medesimo, devono essere cambiati i carrelli sotto i vagoni. Per questo i vagoni a gruppi di 4 – 5 carrozze vengono fatte entrare in una grande officina dove vengono sollevati i vagoni tolti i carrelli con lo scartamento russo e sostituiti con quelli cinesi. Noi abbiamo potuto rimanere nel vagone ed assistere il tutto dai finestrini. Il lavoro, a parte il sollevamento dei vagoni, viene fatto interamente a mano ed è sorvegliato da personale in divisa militare. Ho notato anche diverse donne che con guantoni scendevano fra i binari a sistemare cavi e tubi sotto i vagoni. Il tutto dura circa 4 ore poi il treno parte per la stazione cinese di Erlian dove si ferma il tempo per lasciarci fare la spesa in un negozietto ben fornito della stazione.
Si riparte dopo l'una di notte e subito tutti a dormire. Siccome durante tutto il tempo della fermata le toilette vengono chiuse e non si può scendere, e il nostro Billiguun, che io chiamerò il “terremoto mongolo” non riesce più a tenersi dal problema idrico che ha in pancia. Il poverino penso che quasi gli scoppia la vescica quando viene riaperta la toilette.
Dormiamo poi tutti tranquilli fino all'alba; io mi sveglio per primo e ne approfitto per scattare delle belle foto con il sole nascente. Siamo in una zona montagnosa con una vegetazione ancora abbastanza verdeggiante per la stagione che siamo, e naturalmente in netto contrasto con quella mongola. Passiamo poi in una regione molto industriale con molti camini fumanti, in questa zona l'inquinamento dell'aria è visibile ad occhio nudo. Poi ai bordi delle colline in diverse parti
intravvediamo la grande muraglia. Peccato che la vediamo solo da lontano, ma già a vederla cosi è impressionante. Il treno deve poi salire per poi scendere in una bellissima valle attraversando moltissimi ponti e gallerie. La vista su questa valle con il fiume, i laghi e le betulle colorate di giallo è bellissima. Entriamo alla stazione di Beijing, in perfetto orario, alle 14.10. Qui dopo un po' di peripezie per trovarci incontriamo e bbracciamo la figlia Nadja che si trova qui per studio da 2 mesi.
Andiamo con un taxi al nostro hotel per poi andare con la metropolitana a visitare l'abitazione dove vive assieme ai compagni di studio Sabrina, Ale e Alex. Per festeggiare l'incontro andiamo poi a mangiare assieme n un ottimo ristorante cinese.

4 – 5 novembre 2008 Ulan Bataar

E' ancora notte alle 6.15 quando arriviamo a Ulan Bataar. Siamo attesi alla stazione dal nostro accompagnatore che ci porterà al nostro appartamento situato nella zona centrale della città. Al primo momento credevamo che fosse in periferia ma poi ci siamo resi conto che è la stazione che si trova un po' lontano dal centro. Dopo il necessari rinfresco e la sistemazione nel nostro spazioso appartamento di 3 camere, con cucina e il necessario per una famiglia; l'unico inconveniente è che siamo al quarto piano e non c'è lift. Usciamo subito a cambiare gli ultimi rubli e qualche franco nella moneta mongola; il Tugrik, 1 fr. vale ca. 1'000 Tgt, riceviamo un plico enorme di banconote. Andiamo a fare colazione e nel ristorante Amsterdam dove riusciamo ad avere un ottimo cappuccino con della pasticceria non male. Qui incontriamo una coppia di italiani con un bambino mongolo di 2 anni che sono venuta ad adottare. Facciamo poi un giro a piedi della città vistando i vari templi (Dashchoilon Khiid), monasteri e monumenti. Imponente è il complesso di Gandantegchenling con una statua del Budda alta 26 metri. I templi religiosi della mongolia, sono orientati al buddismo tibetano e hanno molto sofferto il periodo sovietico per cui sono in gran parte ancora in fase di restauro o ricostruzione. Anche la statua del Budda appena menzionata è stata “fatta sparire” per cui quella attuale è una copia in rame (quella originale era dorata!). Verso sera arriviamo alla piazza principale con il Palazzo del governo e la statua di dimensioni smisurate di Genggis Kahhn e il monumento all'eroe mongolo della liberazione dai cinesi Sükbataar. Nell'immagine accanto vedete il modello più recente di telefono mobile.
Ceniamo in un ristorante mongolo “Geggis Restoran” a due passi dal nostro appartamento. La cena principale è un enorme buffet freddo e caldo con almeno 100 singole pietanze. Ma, ed ecco la sorpresa mogola, sul più bello va via la corrente e tutti corrono a cercare pile e candele. Dalla rapidità con cui viene ripristinata la tenue ma romantica illuminazione capiamo che le interruzioni di corrente siano abbastanza usuali. Difatti è almeno l'intero quartiere senza corrente. Mentre ci eravamo già abituati a cenare al lume di candela, dopo circa 1 ora, ritorna la luce. Per fortuna, perche altrimenti ci saremmo perso la rappresentazione dal vivo di un gruppo di musicisti mongoli, 3 uomini ed una donna, che con i loro strumenti tradizionali e canti gutturali ci hanno dato una bella immagine del folclore mongolo.
Il giorno dopo ci alziamo abbastanza tardi e continuiamo il giro a piedi consigliato dalla guida LP con la visita di un altro tempi buddista vicino alla nostra sistemazione, la rivisita della piazza principale con il punto 0 da dove vengono misurate tutte le distanze in Mongolia. Vistiamo poi l'interessante Museo Nazionale della storia Mongola. Il Museo è ber organizzato e tutto è scritto, oltre che in mongolo, anche in inglese. Qui si può avere una reale idea del grande passato (vedi l'impero mongolo dei tempi di Genggis Kahhn che andava dalla Cina fino ai confini dell'Europa) ma anche dell'incerto futuro cosi incastrati fra la Cina e la Russia.
Terminiamo poi la serata in al ristorante “Mongol Legend” dove degustiamo alcune specialità a bse di carne e pesce. Quando usciamo nevica leggermente.

3 novembre 2008 Tutto il giorno in treno / Russia - Mongolia

La notte sul treno è passata tranquilla anche se, come al solito la temperatura su questi treni è quasi tropicale. A loro piace, cosi possono girare in maglietta e calzoncini corti! Oramai ci siamo abituati anche noi; stona un po' quando si vede la neve fuori come questa mattina.
La zona è leggermente montagnosa e paesaggi con la prima luce del sole sono bellissimi! Adagio adagio di avviciniamo al confine fra la Russia e la Mongolia e ci prepariamo per una cerimonia che si prospetta molto lunga. Arrivati alla stazione di frontiera russa di Nauski il treno si ferma e per ca. 2 ore non succede niente, proprio niente! Ne approfittiamo e con il gruppo degli svedesi dello scompartimento accanto, andiamo in perlustrazione della zona, ma oltre un piccolo mercato che vendevano vestiti con una sola bancarella che proponeva cipolle e banane (!!) c'è solo un negozietto che ci permette di completare la nostra scorta di viveri. La stazione è vuota e sembra come se fosse abbandonata! Intanto al ritorno della spesa vedo il treno passarmi via lentamente davanti; vorrei salire ma mi fanno segno che non posso e che il ritornerà indietro sullo stesso binario. Dovrò attendere quasi un'ora. Poi un vagone ritorna, sarà l'unico che procederà verso la Mongolia. Adesso cominciano le cerimonie doganali con l'allestimento dei formulari, ritiro dei passaporti, controlli ecc.. Il tutto durerà 6 ore, solo per l'uscita della Russia. Poi il treno fa circa una decina di Km e si ferma alla prima stazione mongola per altre 2 ore. Il mio problema è che ho le batterie del laptop scariche e le prese di corrente del vagone sono disinserite; quindi non posso neanche preparare il testo per il Blog. Oramai è notte quando il treno parte per tragitto dalla frontiera fino ad Ulan Battar, la capitale della Mongolia.