Il nostro percorso

domenica 28 febbraio 2010

24 febbraio 2010 a Papeete (Tahiti)

Dedichiamo la giornata di oggi all'organizzazione di un giro per visitare qualcuna delle isole dell'arcipelago polinesiano. Già durante la colazione riceviamo interessanti informazioni da Luigi e Franca due italiani giramondo che sono appena rientrati da un giro fra queste decantate isole paradisiache. Con loro conveniamo anche di noleggiare assieme domani un'auto e fare il giro dell'isola di Tahiti. Poi noi andiamo in centro per vedere se riusciamo combinare un tour di 2 o tre giorni per visitare almeno l'isola di Moorea e la tanto decantata Bora Bora. Dopo aver visitato il colorito ed animato mercato centrale andiamo all'officio della Tahiti Nui Travel dove ci facciamo dare i prezzi per un possibile itinerario segnalando le nostre aspettative finanziarie. Dalle cifre che ci vengono proposte, scartiamo l'idea di rimanere a dormire a Bora Bora; anche a causa dei danni del ciclone di quindici giorni fa che ha reso inutilizzabili alcuni alberghi di categoria economia, dovremmo spendere al minimo 350 CHF, senza colazione, senza trasporto senza ... senza. La nostra consulente non termin adi dirci cosa non è incluso nel conveniente alloggio che ci propone. Quando vede che non siamo disposti a parare così tanto e che vorremmo cambiare l'itinerario che ci propone, cominci ad abbandonare la cortesia ed i sorrisi che ci faceva prima. Qui faccio l'errore di farci la proporre un itinerario senza pernottamento a Bora Bora, con il senno di poi avrei dovuto cercare un'altra agenzia. Infine riceviamo unicamente i voli da Moorea a Bora Bora con ritorno a Papeete. Questo ci permette di andare a Moorea in battello, rimanerci una notte e poi volare con il primo volo possibile a Bora Bora e rientrare con l'ultimo volo a Papeete. Sono cosciente che non è una soluzione troppo ecosostenibile ma il desiderio di poter vedere l'isola di Bora Bora dall'aereo era troppo grande. D'altronde arrivare a Tahiti e non vedere Boora Bora è un po come andare a Roma e non visitare il Vaticano. Per pranzo ci facciamo servire due sandwich con baguette, accompagnato da una buona birra Hinano, la birra polinesiana con la pubblicità presente ovunque qui a Papeete. Hinano in Polinesiano vuo dire donna, per cui sul logo è rappresentata una attrente figura femminile polinesiana. Passiamo poi la giornata girando per il centro che a parte il mercato e la cattedrale, non è particolarmente attrattivo. In un caffè del centro Vaima riesco a trovare un collegamento Internet non protetto che mi permette di navigare gratis per alcune ore. Poi andiamo a mangiare al ristorante "3 Basseurs”, una microbirreria molto popolare e frequentata. Mi provo la novità del loro menù, crauti con frutti di mare; sembrerebbe una combinazione improponibile, ma invece, anche per mia sorpresa è stato un ottimo ed interessante pasto. Rientrando poi alla nostra pensione incontriamo casualmente Michauad, quelllo che il giorno prima ci aveva offerto un giro di rum al ristorante vicino.


giovedì 25 febbraio 2010

23 febbraio 2010 da Rarotonga a Papeete (Tahiti)

Oggi è prevista una classica giornata di spostamento, Ci alziamo presto per fare colazione all'ostello e prendere il bus delle 8.15 per andare all'aeroporto. Facciamo il giro in senso orario dato che cosi l'aeroporto è più vicino. L'interessante di un'isola è che per arrivare a destinazione si ha la scelta fare il giro nelle due direzioni. Arrivati all'aeroporto facciamo subito il check-in per avere il tempo di bere un caffè e girare per i pochi negozi a spendere gli ultimi dollari neozelandesi. Mentre stiamo per di imbarcarci facciamo conoscenza di uno svizzero di nome Anton e che vive in Ticino, che sta girando da diverso tempo fra le isole della polinesia. Con lui ci scambiamo diverse interessanti informazioni su Papeete, Tahiti e le isole. Il volo Air Tahiti VL 32, con un ATR72 parte puntuale alle 11.55. Per la prima volta voliamo su un aereo senza attribuzione dei posti. In totale siamo però solo 10 passeggeri e l'aereo è praticamente vuoto. Il volo procede tranquillo con il blu del cielo sopra ed il blu del Pacifico sotto con l'abbellimento di qualche gruppo di nuvole qua e la. Dopo aver sorvolato l'isola di Moorea avvolta tra le nuvole, atterriamo all'aeroporto Faa'a di Papeete. All'aeroporto siamo accolti dalla musica polinesiana. Passiamo le formalità doganali con un gentile sorriso e l'invito di buon soggiorno. Ci sembra quasi, come ci cerca di insinuare la pubblicità turistica, di entrare in un paradiso; sarà poi cosi? Noi dopo aver prese le prime informazioni e prelevato i primi franchi polinesiani, nella forma di esageratamente grandi banconote da 10'000 ci spostiamo sulla vicina strada principale per prendere il bus per il centro di Papeete. Saliti bus metto subito in difficoltà la conduttrice con la mia grande banconota da 10'000 FPF (franchi della polinesia francese). Come resto ricevo due manciate di monete ed un plico di altre banconote; vedi foto accanto. Già lungo il percorso dobbiamo constatare che il paradiso, almeno qui a Paeete è molto intasato dal traffico motorizzato. Scesi al centro andiamo all'ufficio turistico per avere le solite informazioni per trovare un alloggio possibilmente conveniente. Qui gli alberghi sono, per il nostro budget, carissimi, ma ci sono piccole pensioni o ostelli dove si può limitare il danno. Purtroppo ci facciamo una lunga sfacchinata con i bagagli per sentirci dire dai primi due che visitiamo: ”nou somme tout complet”. Troviamo poi alloggio alla Pension Aithina, il posto è carino, tranquillo, con piscina ma il prezzo é di ca 100 CHF per notte. Su consiglio della madame della pensione andiamo poi a mangiare alle roulotte della zona del porto. Qui possiamo mangiare all'esterno e a buon prezzo quanto proposto da un aventina di cucine ambulanti installate in camper o roulotte. Il massimo che vediamo è un camper con maxischermo LCD installato come finestra verso l'eserno per far vedere la TV a chi è seduto fuori a mnagiare. Malgrado tutto una trovata geniale!

lunedì 22 febbraio 2010

19 - 23 febbraio 2010 a Rarotonga

Primo giorno
Oggi colazione “do it you self” all'ostello con quanto comperato ieri al negozio qui accanto. Poi partiamo subito a piedi per un giro di ricognizione della zona che, con la magnifica spiaggia e le tre isole all'interno della laguna, è sicuramente uno dei posti più belli di Rarotonga.
Sulla spiaggia in una piccola terrazza prediamo un caffè, addirittura un “Lavazza”. Lo gustiamo mentre ammiriamo tutto quanto sta succedendo sulla spiaggia. Continuando il giro costeggiando la spiaggia ci imbattiamo in tre pescatori dilettanti che con le reti tentano di pescare nella zona demarcata come protetta.
A piedi arriviamo fino all'ultima delle tre isole dove ci divertiamo a fare il bagno nella corrente che scorre nel canale fra la spiaggia e le isole. Poi ritorniamo e pranziamo a base di fish & chips al “Diving Club “ mentre ammiriamo un tipo ancora poco esperto a tentare invano di far salire la sua vela colorata per il “parasailing” sulla spiaggia davanti a noi. Poi vediamo ritornare le due imbarcazioni che avevamo visto la mattina uscire a fare il tour di snorkeling sulle isole della laguna. Continuiamo poi a fare il giro sulla strada e facciamo la spesa per la cena che faremo poi all'ostello. Stasera spaghetti al pomodoro accompagnati da un buon Shiraz neozelandese. I prodotti qui sono tutti rigorosamente importati dalla Nuova Zelanda, con l'eccezione della birra Matutu prodotta qui sull'isola da una microbirreria locale. Non male per essere fatta con l'acqua di qui.
Le isole di Cook sono una quindicina, oltre a Rarotonga che è la più grande, vi sono Atiutaki, Atiu, Mangaia, Mitiano, Palmeston (quelle abitate), mentre varie isole sono delle zone protette o disabitate.La popolazione totale delle Cook è di 20'000 abitanti dei quali più della metà vivono a Rarotonga. L'economia è totalmente dipendente dalla vicina Nuova Zelanda e persino la valuta in circolazione è il dollaro neozelandese. Esistono solo delle monete da mezzo e da un dollaro di Cook che hanno lo stesso valore si quello neozelandese.
Secondo giorno
Alzati presto per fare colazione all'ostello e prendere il primo bus per andare alla capitale Avarua, dove si tiene oggi sabato, il tradizionale mercato settimanale. Prendiamo il bus che gira in senso antiorario e che percorre la parte dell'isola che non abbiamo ancora visto finora. Il bus costa 4 $NZ a persona per fare anche tutto il giro dell'isola. Il percorso fa il giro e permette di vedere le spiagge e i vari alberghi e ressort dell'isola. All'interno troneggiano varie montagne con dei cocuzzoli rocciosi dell'altezza fra i 400 e i 600 m sldm. Dopo essere passati vicino all'aeroporto ed al porto navale di Avarua scendiamo davanti al “Pununga Nui Cultural Market”. Qui l'ambiente, oltre ad essere giä molto caldo alle nove di mattina è molto colorato e musicalmente molto attivo. Come prima cosa cerchiamo comperiamo del pane fresco e cerchiamo un bistrò per bere un buon caffè. Ne troviamo uno molto particolare in uno stand di articoli artigianali che serve un ottimo caffè con una macchina automatica di costruzione particolare. Il caffè è ottimo e l'accompagnamento di pasticceria a base di noce di cocco offertaci dalla proprietaria lo rende particolarmente esotico. Poi all'ombra di un'enorme pianta di Flamboyand (Jacaranda) con i bellissimi fiori rosso-arancio assistiamo ad una festa organizzata per raccogliere fondi in aiuto alla popolazione della vicina isola di Aiutaki duramente toccati dal ciclone Pat due settimane fa. Il ciclone non ha fatto vittime ma ingenti danni. Diversi oratori, particolarmente “pesanti”, si alternano a dare le spiegazioni ed a motivare i locali ed i turisti a fare offerte per aiutare gli abitanti di Aitutaki. La mattinata viene rallegrata con intrattenimento musicali, canori con danze di ragazze e ragazzi in costumi locali. Il tutto è molto animato e allegro, anche se si vedono pochi i visi veramente sorridenti! Per sostenere l'azione di raccolta fondi comperiamo una maglietta commemorativa dell'avvenimento. Vedendo che la maglietta è stata prodotta nel Bagladesh concludiamo di aver sostenuto oltre gli isolani di Aitutaki anche i produttori di cotone e magliette del Bangladesh. Per terminare la visita al mercato ci prendiamo uno squisito e fresco ananas con gelato preparato elegantemente sul posto. Per un momento rinfresca ma poi i 34 gradi si fanno sentire pi?u di prima. Per fortuna nel pomeriggio una leggera brezza marina rende meglio sopportabile la temperatura. Concludiamo poi le spese al mercato ed in un negozio all'uscita di Avarua, andiamo al negozio della Cook Telecom per aggiornare le mail e a comperare per 15$NZ una scheda per navigare in Internet, ed infine prendiamo il bus circolare per rientrare al nostro alloggio. Sono le quatto del pomeriggio ed abbiamo ancora il tempo per fare il bagno e nuotare fino sull'isola davanti alla spiaggia. Sono ca. 200m, con l'acqua che arriva al massimo alla cinta. Essendo sabato la spiaggia è più animata del solito ma è molto tranquilla lo stesso. Cena all'ostello con tutto quanto di buono abbiamo comperato oggi al mercato. La sera poi prima di imbrunire una breve pioggerellina rinfresca la serata.

Terzo giorno
Oggi e domenica e anche noi ci adeguiamo alle abitudini dei locali e dedichiamo il giorno al riposo ed al relax. Difatti oggi tutto è chiuso e addirittura i bus ed i taxi girano a ritmi estremamente ridotti. Io però non riesco a resistere e dopo la colazione mi metto a fare un po di ordine nel bel giardino che abbiamo davanti all'entrata. Già dall'inizio mi disturbavano le foglie ed i rami secchi fra le varie piante di banano, zenzero, papaya e ibisco. Con l'aiuto del coltello faccio pulizia lasciando un po di spazio anche per le nuove piante che stanno crescendo qua e la. Qui cresce e muore tutto tanto velocemente che se non viene curato costantemente si è subito sommersi dalla vegetazione. Poi segue il bagno in spiaggia, l'aggiornamento del blog e la cura delle fotografie.



Quarto giorno
Ci alziamo con il canto del galli che questa mattina si sembrano messi in concerto per svegliare tutto il villaggio. Segue la colazione davanti alla camera con la compagnia della gallina, dei pulcini e degli uccelli che aspettano i nostri resti. Oggi conosciamo anche Patrick uno svizzero, turgoviese di Bischofzell che è arrivato qui qualche giorno prima di noi e riparte stasera per ritornare a continuare il suo viaggio in Nuova Zelanda e Australia. Anche lui è scappato dalla Nuova Zelanda per cercare un po di caldo alle Cook Island! Noi poi andiamo a riservare il Tour di snorkelig con Captain Tama, del quale abbiamo avuto solo feedback positivi. Il Tour parte solo alle 11 per cui ci prendiamo un buon caffè Lavazza nel ristorantino appena accanto sulla spiaggia. Stanotte ha piovuto moltissimo e ancora ora il tempo sembra incerto ma ci assicurano che il resto della giornata sarà bello. Dopo aver caricato tutto il necessario partiamo con le due imbarcazioni piene di passeggeri di molte diverse nazionalità. Il nostro animatore Bob, di color cioccolato, pelato e di quasi due metri di altezza fa l'appello delle nazionalità e ci mette un commento per ognuna. Peccato che con il rumore del motore, che abbiamo dietro la schiena, ed il suo “slang cookiano” non riusciamo a capire tutto! Mentre ci avviciniamo all'isola davanti alla nostra spiaggia imbattiamo in un acquazzone, per fortuna dura poco ed il tetto di paglia ci protegge a sufficienza. Poi ci fermiamo attaccandoci ad una boa a poche decina di metri dalla barriera corallina e qui per quasi un'ora possiamo girare con la maschera a cercare i coralli ed i pesci colorati. I pesci sono bellissimi, ma i coralli sono purtroppo anche qui, abbastanza imbianchiti e malridotti. Bob ci fa poi una sorpresa andando a catturare un polipo e a metterlo in testa quasi come copricapo. Il polipo si attacca con le ventose alla sua testa pelata ciò che fa diventare la scena abbastanza teatrale. Alcune turiste, preoccupate per la salute del polipo, lo incitano però a liberarlo. Finito il giro di snorkeling ci avviamo, sotto un momentaneo acquazzone, verso un'altra isola dove è previsto il pranzo. Qui su questa isoletta disabitata ci viene preparato, sotto il nostri occhi, il pranzo a base di tonno e banane alla griglia con l'aggiunta di insalata e patate. Il pranzo è ottimo ma l'atmosfera fra i vari turisti è un po moscia. Dopo il pranzo Bob ci fa la dimostrazione di cosa si può fare con la noce di cocco e le diverse maniere come si può mettere attorno al corpo femminile il “sarong”; quel paio di metri quadrati di stoffa multicolore. Il tutto è un ottimo finale per un tour che abbiamo trovato molto interessante. Al rientro al nostro alloggio facciamo la conoscenza di Patrick di Bischoffszell che ha 28 anni e che ritorna stasera a Auckland per poi continuare il suo viaggio in Australia. Noi ci prepariamo la cena nella cucina dell'ostello con i resti che abbiamo ancora con noi.

19 febbraio 2010 da Aukland a Rarotonga (Cook Island)

Oggi ci alziamo alle 7.15 per prepararci, fare i bagagli, il check-out all'ostello e andare sulla Queen Street a prendere il bus per l'aeroporto che dovrebbe passare ogni 15 minuti. Partiamo con il bus delle 8, ma siamo purtroppo nell'orario di punta, per cui il viaggio procede a singhiozzo e impieghiamo più di un'ora per arrivare all'aeroporto. Il bus attraversa i vari quartieri residenziali di Auckland noti per le belle ville ed i tanti negozi e ristoranti in stile coloniale britannico. Giunti all'aeroporto il check-in e le altre formalità doganali procedono, questa volta, senza problemi. Il tempo stamattina è nuvoloso e l'aria è fresca, dopo i precedenti giorni caldi e umidi, dovrebbero arrivare, secondo le previsioni meteo, una serie di giorni più freschi. Il volo parte puntuale e senza problemi, mentre la vista fuori è un continuo susseguirsi di nuvole chiare e scure che ogni tanto lasciano intravvedere la città e le zone che sorvoliamo. Poi le nuvole spariscono e riusciamo a vedere nitidamente l'ultima parte con la costa frastagliata e le isole della Nuova Zelanda. Bye Bye Kiwi. Poi sotto di noi solo il blu dell'oceano .. e qualche nuvola che fanno credere di vedere delle isole nel mare. Voliamo cosi quattro ore nel blu più totale. Il display di bordo ci indica i dati di volo e la rotta che seguiamo. Ma la cosa più interessante del volo di oggi è il fatto che voliamo a ritroso nel tempo! Difatti passiamo la linea del cambiamento di data. Siamo partiti da Auckalnd il 19 di febbraio alle 11.40 e arriviamo a Rarotonga il 18 di febbraio, dopo quattro ore di volo, alle 15.50. Ci sembra strano, ma per la prima volta nella nostra vita, arriviamo a destinazione ancora prima di partire!!
L'atterraggio è tranquillo, anche se ancora pochi secondi pima di toccare la pista dai finestrini vedevamo solo il mare. Appena scesi dal Boing 777 ci fanno attendere diverso tempo per svolgere le formalità doganali. L'attesa è però allietata da una musica polinesiana di benvenuto, e .. dimenticavo quasi, la temperatura è di confortevoli 30 gradi. L'aeroporto è in fase di ricostruzione per cui tutto si svolge sotto gli occhi dei passeggeri. Vediamo per esempio un cane fare il controllo antidroga passando con il naso su ogni bagaglio scaricato dall'aereo. Poi passati senza problemi, e con tanti sorrisi tutti i controlli e con il saluto “Kia Orana”, veniamo accolti dalla conducente del bus che ci porta, con un gruppo di sei altri, fino al Vara's Beach House dove saremo alloggiati per i prossimi giorni. La reception è chiusa, per cui, la nostra autista ci da la chiave e ci dice di arrangiarci con la padrona domani. Scarichiamo i bagagli e visitiamo la spiaggia che si presenta bellissima, quasi un sogno, con l'acqua della laguna di un colore da turchese a blu intenso, e con tre isolotti a portata di vista. Se esiste il paradiso questo potrebbe essere da queste parti! Facciamo subito il bagno e costatiamo che anche la temperatura dell'acqua è ideale, ne calda ne fredda. Solo quando si esce per effetto del vento si sente un po di fresco. Davanti la laguna sii vedono le enormi e rumorose onde infrangersi sulla barriera corallina. Facciamo poi in tempo a fare la pesa nel negozio dietro l'angolo e cenare tranquilli nella nostra nuova residenza tropicale. Da come si presenta la situazione i prossimi cinque giorni sono previsti in costume da bagno.



16 - 19 febbraio 2010 Auckland

Primo giorno
L'obiettivo principale della visita a Auckland era quello della ricerca di un passaggio in nave verso il Sudamerica, ma niente da fare; le occasioni sono poche e trovare il percorso adeguato al nostro itinerario è pressoché impossibile. Una ottima occasione con una crociera verso Fiji, Samoa e Thaiti è partita a settimana scorsa. Dopo aver cercato inutilmente online e spedito vari e-mail di ricerca alle varie associazioni e club di velisti, a malincuore rinunciamo all'idea di attraversare il Pacifico sul mare. Dopo aver fatto una lunga ed infruttuosa ricerca si Internet, andiamo così all'ufficio della “Air New Zealand” sulla Queen's Street per prenotare il volo per Rarotonga e verso Tahiti. All'inizio, come già in altre agenzie, ci dicono che non possono allestirci un biglietto della Tahiti Airline. Dopo aver detto alla gentile Sandra che sul sito della Tahiti Airline viene segnalato che i loro biglietti in Nuova Zelanda possono essere allestiti alla Air NZ, eccoci accontenati. Il nostro problema era che la Air Tahiti non ha la possibilità di prenotare i suoi voli online. Le verifiche telefoniche di Sandra hanno successo, e cosi in poco tempo, abbiamo sia il volo per Rarotonga, sia quello dopo per Tahiti. Il volo successivo per raggiungere il Sudamerica lo dovremmo fare con LAN Chile, dato che è l'unica compagnia che vola da Tahiti a Santiago facendo scalo a Rapa Nui (Isole di Pasqua). Faccio un tentativo per prenotare il volo online ma quando arrivo a mettere i dati della carta di credito mi viene rifiutato con un annuncio di errore. Vedo però che LAN Cile ha un'agenzia non lontano da dove siamo, per cui decidiamo di passare da loro domani mattina. Nel frattempo si avvicina la sera e ne approfittiamo per fare un giro nella vicina zona del porto navale. La zona è molto ben curata e per questo anche ben frequentata dai turisti e dai locali. Ritorniamo poi a “raffreddarci” con l'aria condizionata dell'ostello.
Secondo giorno
Stamattina per prima cosa, dopo aver impacchettato tutto, è di cambiare alloggio, andiamo ad un centinaio di metri di distanza, al “Choise Plaza” che avevamo già visitato ieri sera. Siamo al decimo piano ed abbiamo un locale, seppur piccolo, ma senza aria condizionata e con le finestre che possiamo aprire. Finalmente non dobbiamo subire un impianto di aria condizionata che non possiamo regolare! Poi partiamo per prenotare il volo da Tahiti a Santiago con LAN- Chile. Troviamo l'ufficio e subito Luis ci accoglie nel suo ufficio e in poco tempo ci allestisce i biglietti per il nostro volo. Quando è tutto fatto mi viene in mente di fargli controllare se la nostra prenotazione online di ieri sera non è stata per caso registrata. Ed ecco che, a nostra sorpresa, abbiamo una perfetta doppia prenotazione. Il nostro solerte Luis riesce poi con il suo terminale a fare l'annullamento e la restituzione dell'importo versato in doppio. Ora speriamo solo di non avere problemi con il limite della carta di credito, che sicuramente dovremmo usare per la prenotazione degli alloggi a Raratonga e Tahiti! Adesso con i volo per l'attraversamento del Pacifico siamo a posto. Abbiamo strapazzato un po il nostro Budget, ma oramai anche questo era più o meno previsto.
Nel pomeriggio, dopo essere girati a zonzo per il centro, passiamo all'ufficio dela Air New Zealand per ritirare i biglietti per Raratonga e Tahiti. La gentile Sandra, malgrado il mio insistente intervento di ieri, si mette a conversare con noi sui suo viaggio in Europa e sui nostri piani di viaggio in Sudamerica. Con ora tutti i biglietti in mano per l'attraversata del Pacifico andiamo a festeggiare in un ristorante messicano della zona del porto marittimo. Qui vediamo due enormi navi da crociera che sono appena arrivate. La “Arcadia” ha una dimensione impressionante anche se mezza a confronto con i grattacieli del centro di Auckland. Prendiamo poi il bus gratuito per fare il giro del centro e ritornare alla Librery, vicino al nostro ostello, dove posso usufruire per un paio di ore della connessione Internet gratuita. Per terminare la giornata in bellezza saliamo sull'Aukland Tower per vedere la città dall'alto. A cena finiamo, che è già molto tardi, in un ristorante cinese dove mangiamo pesce e calamari. Questa notte nel nuovo alloggio passiamo una notte tranquilla e senza dover usare le coperte.
Terzo giorno
La giornata di oggi la dedichiamo alla cultura dei Maori, i primi “aborigeni” della Nuova Zelanda. Facciamo colazione al bar della Library e poi prendiamo il Link-Bus verde che passa per Mount Eden, e ci porta fino a l'entrata del parco dove si trova il Museo di Auckland. Già l'edificio visto dall'esterno è maestoso, ma ancora di più lo sono i reperti esposti, specialmente quelli riguardanti la cultura e la storia del popolo Maori. Poi alle 13.30 partecipiamo ad uno spettacolo culturale con giochi, canti e danze di un gruppo di Maori. Lo spettacolo è ben fatto e in soli novanta minuti riesce a dare una prima impressione della profondità e della molteplicità di questa cultura che per tanti viene trattata come “primitiva”. Quello che posso dire in questi pochi giorni, ed i pochi contattai avuti qui in Nuova Zelanda, è che la cultura dei Maori è ancora ben conservata e rispettata, anche dalle istituzioni politiche e dal governo. Ciò che non è purtroppo sempre stato cosi. In ogni caso i Maori sono, qui in Nuova Zelanda, più rispettati che gli aborigeni in Australiana. I Maori sono inoltre un popolo molto orgoglioso e consapevole del valore della loro cultura. Per ritornare riprendiamo il bus e scendiamo nelle vicinanze di Mount Eden, per poi rientrare a piedi fino all'ostello. Passiamo le ultime ore girando per i negozi di souveniers, come al solito mi prendo una maglietta Kiwi, made in China. A cena finiamo, che sono già passate le 10 di sera, in un ristorante giapponese.

mercoledì 17 febbraio 2010

15 febbraio 2010 da Rotorua ad Auckland

Alzati presto fatto colazione e andati subito a prendere i biglietti del viaggio in bus fino a Auckland con l'Intercity. Lo sportello apre alle 8.00 e il nostro bus parte già alle 8.30. Senza problemi riceviamo i biglietti e facciamo in tempo a prendere il bus che oggi è guidato da un'autista Maori.
Il tempo oggi è brutto, ogni tanto piove e la temperatura è calata di diversi gradi. Passiamo per Hamilton, Pakura e la periferia di Auckland, arriviamo alla stazione dei bus alle 13.30 circa. Per prima cosa prendiamo un caffè per riprenderci dal viaggio, poi ci mettiamo alla ricerca di un alloggio, possibilmente nella zona centrale. Lo troviamo al “Base X” dove riceviamo una camera al settimo piano, tranquilla e con l'aria condizionata. Purtroppo però l'aria condizionata trasforma la camera in una cella frigorifera, e per di più non si possono aprire nemmeno le finestre. A qualcuno può piacere anche cosi, ma per noi la temperatura è troppo bassa. Del problema ce ne accorgeremo solo la notte quando per dormire dobbiamo metterci le doppie coperte, mentre fuori ci saranno 24 – 25 gradi.
Usciamo poi a fare il primo giro di perlustrazione. Rimaniamo sorpresi di trovare tutto cosi ordinato e vedere in giro così tanti visi asiatici. La nostra prima impressione verrà poi confermata in seguito; Auckland è senza ombra di dubbio la città più asiatica dell'Oceania. Dappertutto vi sono in gran numero ristoranti cinesi, sushi bar giapponesi e ristoranti indiani, malesi, thai ed indonesiani. Non saprei dove trovare un ristorante con cucina neozelandese. I meglio rappresentati sono sicuramente i giapponesi per cui il nostro primo lunch lo gustiamo in un ottimo Sushi Bar vicino alla Queen Street. Facciamo poi una visita in un'agenzia turistica, dove una gentile giovane italiana all'ufficio della STA, ci da delle buone informazioni su come continuare il viaggio verso l'America del sud passando per le isole del Pacifico. Apprendiamo che purtroppo che non esistono praticamente voli fra i vari gruppi di isole (Fiji, Samoa, Tonga, Tahiti ecc. La ricerca di un percorso ottimale per noi ed il nostro budget diventa cosi abbastanza critico. Per terminare la giornata facciamo poi un giro fra le librerie e gli Internet caffè per approfondire le possibilità di continuare il nostro viaggio.

14 febbraio a Roturoa e la zona geotermale

Facciamo colazione all'ostello dove apprendiamo della vincita della prima medaglia d'oro olimpica da parte di Simon Amman nella disciplina del salto con gli sci, alle olimpiadi di Vancouver. La notizia ci viene data da un giapponese un po deluso della prestazione dei suoi connazionali nella stessa competizione. Il primo giapponese é arrivato purtroppo al quarto posto! Dopo la colazione attendiamo per lungo tempo l'arrivo del bus che ci dovrebbe portare alle due escursioni riservate ieri. La tipa del bus se la prende abbastanza comodamente, irritando vari passeggeri, nel giro degli alberghi per prendere i passeggeri. Dopo un trentina di km verso Taupo giungiamo all'entrata del parco di “Wai o tapu”, da dove inizia la nostra giornata geotermica neozelandese. Qui siamo in una delle zone geologicamente più attive della terra! Già da come avevamo visto ieri, nella zona si vedono diverse colonne di vapore uscire qua e la dal terreno. Nella regione fra Taupo e Routoroa sono ben visibili gli effetti dell'esplosione del vulcano Tarawera del 1886. Questo evento sconvolse totalmente la regione, facendo sparire le bellissime terrazze calcaree, allora conosciute come l'ottava bellezza del mondo e creando dei nuovi crateri e laghi vulcanici che possiamo ammirare oggi. Quanto si può ammirare qui è solo uno
dei tanti “punti caldi” della zona geologica chiamata “the Pacific ring of fire” che comprende l'Indonesia, la Micronesia e la Nuova Zelanda. Anche la capitale Auckland, costruita su 42 coni di vulcani, si trova su questa pericolosa zona sismica. Il giro del parco “Wai o tapu” inizia con l'obbligatoria attesa della eruzione del geyser “Lady Knox, che ogni mattina alle 10.15 viene “attivato manualmente” diventa attivo e “sprizza” acqua bollente fino a 20 metri di altezza. Lo spettacolo dura solo una quindicina di minuti ma da subito un'idea di quanto sia attiva la terra sotto i nostri piedi, Tutt'attorno si sente un penetrante odore di zolfo simile a quello delle più note uova marce. Noi facciamo l'intero percorso pedestre e visitiamo così tutte le attrazioni del parco che vanno dalle fumarole ai laghi fumanti, alle pozze ribollenti, ai vari laghi colorati. Quello che ci impressiona di più è il “devil lacke” di un colore verde giallognolo eccezionale. Rimaniamo per diversi minuti a bocca aperta ad ammirare una simile bellezza della natura, Purtroppo la memoria della macchina fotografica comincia ad avere problemi di spazio, tante sono le foto che continuiamo a scattare!. Rientrati al “visitor centre” ci facciamo trasportare con il bus al secondo parco, quello di “Waimangu”, una ventina di km in direzione di Roturoa. Questo parco, a differenza di quello visitato stamattina, è più vasto e di conseguenza meno frequentato. Il percorso a piedi è di circa sei km con però il vantaggio di poter fare il viaggio di ritorno in bus. Sul percorso vediamo altri segni evidenti delle attività termiche della regione. Il più notevole è l' “Inferno Crater”, con all'interno di un cratere un lago di un magnifico colore azzurro-turchese. Noi continuiamo il cammino fino alla fine del percorso, al lago Rotomahana, per poi ritornare all'entrata del parco in bus; e da qui al al nostro ostello. Non avendo ancora abbastanza della già intensa giornata andiamo poi a visitare museo civico di Roturoa. Ceniamo poi con fish & chips dal Take away vicino al nostro ostello accompagnati da due birre comperate dal negozio cinese, l'unico ancora aperto a questa ora.

sabato 13 febbraio 2010

13 febbraio 2010 da Taupo a Rotorua

Ci alziamo presto e facciamo colazione all'ostello con quanto comperato ieri sera, poi prendiamo i bagagli per ritornare alla stazione dei bus. Il viaggio di oggi sarà breve, solo 70km fino a Rotouroa. Il bus parte subito dopo aver preso i biglietti. Oggi il tempo è bello e la temperatura finalmente gradevole. Il percorso segue una valle termicamente attiva e lo si vede dalle varie nuvolette di vapore che si vedono uscire ogni tanto dal terreno. Appena dopo l'uscita di di Taupo passiamo vicino ad una grande centrale elettrica geotermica con il camino che lascia uscire una bella e lunga nuvola di vapore. In questa regione viene prodotto il 15% dell'energia elettrica neozelandese e tutta è di origine geotermica. Unico neo sono le tante linee ad alta tensione che perturbano il paesaggio. Arriviamo verso mezzogiorno alla stazione dei bus Intercity di Rotoura; qui veniamo accolti da un gruppo di Maori che danzano per salutare i turisti appena arrivati. La ricerca di un alloggio è oggi molto breve, troviamo Rotoura Central Backpackers, con ambiente accogliente, tranquillo e ben curato. Abbiamo perfino una piccola piscina con acqua termale a 35 gradi. Facciamo poi un giro a piedi sul bel lungolago, dove vediamo tanti cigni neri e due idrovolanti “posteggiati” sul lago e ne vediamo uno planare sull'acqua a pochi metri di distanza. Andiamo poi a fare una visita al grande parco pubblico con l'attraente costruzione in legno del museo comunale. Ritornati all'ostello e ricevute le necessarie informazioni prenotiamo i tour di domani. Le offerte di attività e tours sono notevoli e confuse, per cui nell'incertezza decidiamo di visitare ambedue le attrazioni geotermiche che vengono proposte, il parco termale di “Wai o Tapu” e quello di “Waimangu”. Avremo cosi la possibilità di fare un confronto, inoltre l 'offerta in duopack ci permette di risparmiare qualche dollaro. Facciamo poi la spesa al vicino supermercato per poi mangiare nell'accogliente cucina esterna dell'ostello. Ottimo anche il vino rosso (Cabarnet Sauvignon) neozelandese che accompagna la nostra cena. Qui la sera, essendo in estate, e abbastanza al sud dura, prima di diventare proprio oscuro, fino alla 10 circa. Ne approfitto per navigare in internet e aggiornare le foto sul mio Blog.

12 febbraio 2010 da Wellington a Taupo

Appena svegliati con la prima luce dell'alba lasciamoil nostro ostello Rosemmere, in punta di piedi, cercando di non disturbare le ragazze del dormitorio. Facciamo velocemente colazione, prendiamo poi i bagagli e ci incamminiamo verso la stazione centrale. Ieri sera nell'andare all'ostello incontravamo quelli che dal lavoro andavano verso la stazione per andare a casa, stamattina li incontriamo ancora ma ora camminano nel senso inverso per andare al lavoro. Non ci sembra però di vedere tante facce contente. Qualcuno gira già stressato con il bicchiere di caffè in mano e beve intanto che cammina!
Alla stazione acquistiamo subito il biglietto per il bus verso Taupo. Il cinese allo sportello fa tutto di fretta per fare in modo che possiamo prendere il bus che parte fra 20 minuti, Poi puntuale il bus della Newman parte verso il nord. Il tempo è variabile,ogni tanto splende un tenue sole, poi si mette a piovere, ma infine all'arrivo a Taupo ritorna il bello e la temperatura gradevole. Durante il tragitto passiamo attraverso il parco nazionale di Tongariro da dove vediamo il maestoso vulcano Ruhapehu che con i suoi 2800m è la montagna più elevata dell'isola del nord. Il vulcano è famoso per essere uno di quelli “addormentati”,, l'ultima eruzione è stata nel 1995 e ha preoccupato non poco la popolazione locale. Arriviamo a Taupo alle 15.40 con con 15 minuti di ritardo, causati principalmente dai tanti lavori in corso. Cerchiamo alloggio all'ostello della YHA, ma tutto è occupato; lo troviamo poi sulla strada di fronte, al “Silver Farn Flash Packer”, un Motel con camere doppie e servizi privati per il prezzo speciale di 90 NZ$. Usciamo subito a visitare il paese, il bel lungolago e fare la spesa per la colazione. Cenato al ristorante-birreria Finn a base di fish & chips buona birra locale. Al rientro facciamo tappa in un vicino supermercato per comperare quanto necessario per la colazione ed il pranzo di domani.

11 febbraio 2010 da Christchurch a Wellington in treno

Alzati alle 6 per prendere il shuttle bus fino alla stazione. Fatto il chech-in come sugli aerei. Il treno è pieno, ma per fortuna i posti sono numerati e non c^è nessuna lotta per avere i posti migliori. Il tempo è inizialmente coperto e fresco ma poi, quando raggiungiamo la costa, arriva il sole e cosi ci possiamo addirittura togliere i vestiti caldi che avevamo dovuto metterci a Christchurch. I vagoni panoramici causano tanti riflessi e non ci permettono quasi scattare fotografie. Mentre siamo indaffarati a fare acrobazie per cercare la posizione migliore per fare foto senza disturbi esterni una vicina di posto ci dice che c'è un vagone aperto per chi vuole fotografare. Passeremo poi quasi tutto il tempo del viaggio su questo vagone a scattare foto del bellissimo e variato paesaggio che vediamo durante il viaggio. Prima per lungo tempo costeggiamo il mare poi ci addentriamo verso l'interno e attraversiamo enormi distese coltivate a vigna e a frutta stagionale.
Arrivati a Picton dobbiamo scendere dal treno per prendere il traghetto per poi attraversare il canale di Cook ed arrivare a Wellington.. Sul traghetto abbiamo conosciuta una signora che ci dice essere una Lololi, discendente da una famiglia ticinese arrivata prima in Australia con la corsa all'oro e poi in Nuova Zelanda. Oramai è da diverse generazioni neozelandese e non ha mai avuto contatti con la famiglia di origine. Dopo una bellissima e pittoresca attraversato, scendiamo dall'enorme traghetto di 9 piani per farci portare con il shuttle bus fino alla stazione centrale di Wellington. Poi via a piedi alla ricerca di un ostello. Terminiamo la ricerca nel Rosemare Backpacker, in uno stabile di legno già un po decadente. Purtroppo non hanno più camere doppie per cui finiamo in un dormitorio a 6 con 4 giovani ragazze. Nella camera non riusciamo quasi ad entrare per il grande casino di cose sparse in giro sul pavimento! Oramai siamo qui e siamo anche stanchi per aver trascinato i bagagli per gli ultimi 200m in forte pendenza, per cui decidiamo di adeguarci e rimanere. Come città Wellington non presenta niente di particolare ed il centro è altamente inquinato e puzzolente, specialmente per gli scarichi dei bus. Circolano anche dei filobus, ma la maggior parte sono dei tradizionali bus a diesel senza alcun filtro, dato che si vedono uscire delle belle fumate nere dagli scappamenti. Anche il clima non è migliore di Christchurch, anzi con l'umidità ed il vento che tira continuamente ci fa star bene solo con addosso i vestiti caldi. Avremmo voluto rimanere Wellington un paio di giorni per visitarla meglio, ma dopo il primo paio di ore decidiamo di partire domani mattina al più presto verso il nord. Cenato poi in un ristorante tipico neozelandese con una mezza pinta di buona birra locale. Oggi abbiamo appreso della triste notizia della morte delle cognata Paoline che avevamo visitato la settimana scorsa a Melbourne.