Il nostro percorso

mercoledì 31 marzo 2010

30 - 31 marzo 2010 a Cuzco

Primo giorno
Stanotte sono iniziati i problemi con la 'diarrea del viaggiatore' o sarà la 'vendetta d Viracocha? Diverse volte devo alzarmi d'urgenza e e correre nel nostro angusto bagno. Appena alzati andiamo sulla piazza a fare colazione ed a cercare un alloggio migliore di quello che siamo ora. Lo troviamo al 'Gran Hotel Machu Picchu', ha un 'gran nome', ma è un semplice ostello con alcune camere con 'bagno privado'. E' situato a due passi dalla Plaza de Armas, è abbastanza tranquillo, conveniente (50 soles con la colazione) e ha un ben curato ed ampio cortile interno. Unico neo, che scopriremo dopo, nel bagno vi sono infiltrazioni di acqua ed il pavimento è sempre allagato. Partiamo poi per fare un lungo giro a piedi per visitare la Plaza de Armas, l'Avenida del Sol (la strada principale di Cuzco) ed il quartiere artigianale di San Blas. Nel tardo pomeriggio inizia a piovere e far freddo per cui ci ritiriamo presto nella camera a sistemare le faccende finanziarie-amministrative. Anche stanotte devo lottare contro la 'diarrea del viaggiatore' e comincio a sospettare che la cura con il carbone vegetale attivo non sia sufficiente. La sera andiamo a mangiare nel ristorante Varayoc ,vicino al centro e gestito da uno svizzero. Qui si può avere la Fondue ed addirittura i Röschti. Noi ci accontentiamo di un bel pezzo di torta di cioccolato ed un tè di foglie di coca per riscaldarci e per combattere il mal di altitudine. Anche stanotte la 'vendetta di Viracocha' mi farà penare facendomi alzare diverse volte!
Secondo giorno
Stamattina dopo la colazione all'ostello partiamo per girare a piedi fra le varie strade con le antiche muraglie Inca e per poi ritornare nella Plaza de Armas. Passiamo poi all'ufficio postale per verificare i costi e le condizioni per spedire un pacco in Svizzera. Infine andiamo in un'agenzia turistica del centro (la Inca Travel), con Luis come gerente, per organizzare le visite dei prossimi giorni. Riserviamo il City tour per domani (visita del Qoricancha (tempio del sole), della fortezza di Sachsahuaman, Q'enqo ecc. ed il trasporto di dopodomani fino Pisac con un tour organizzato del quale noi ne faremo solo una parte. La sera andremo a riscaldarci con minestra e té di foglie di coca all'accogliente ristorante 'Sur Andino'. Anche oggi la 'vendetta di Viracocha' non mi ha dato tregua.

29 marzo 2010 da Puno al Cuzco

Fatto colazione presto alle 6.30 per poi farci portare in taxi alla stazione del bus 'First Class' con il quale oggi faremo un viaggio di 12 ore fino a Cuzco. Il check-in con i bagagli è quasi come per un volo in aereo. La partenza è puntuale alle 7.30 ed i nostri accompagnatori Marco e Jaime si danno da fare per farci sentirci comodi e soddisfatti. Quello che faremo non è un semplice trasporto in bus ma una specie di tour accompagnato con vari stop per le visite alle rovine di Pukara, il passo di 'La Raya', le rovine Inca di Raqchi e la cattedrale di Andahuayllas. Il bus è abbastanza confortevole. Il solo problema è però dato dalle finestre, che non si possono aprire, sono di vetro opaco e filtrante per cui i le foto risultano essere ingiallite, quasi come le foto bianco/nero d'epoca. Peccato, cosi le foto fatte attraverso le finestre si avvereranno inutilizzabili. Con noi sul bus vi sono anche due famiglie di canadesi che stanno viaggiando in Perù con due figli ciascuna. Le reincontreremo poi ancora a Cuzco quando loro stanno per partire a fare l'Inka Trail a Machu Pichu. Al primo stop di Pukara andiamo a visitare l'interessante museo di questa cultura andina vissuta prima degli Incas e parallelamente a quella di Tiwanaku. Attraversiamo la confusa città di Juliaca per poi saliamo lentamente fino al passo di 'La Raya' a 4'350m sldm e poi scendere verso la valle del rio Pylcomayo dove si trova anche Cuzco. A Sicuani altro stop per pranzare tutti assieme con un ottimo ed abbondante buffet, in un accogliente posto vicino alle carceri regionali! Ci allieta la musica di un trio locale, del quale acquisteremo un CD, che suona musica andina. Nel Pueblo di Raqchi ci fermiamo per visitare le imponenti rovine dell'antico tempio-fortezza Inca. L'ultima tappa, prima dell'arrivo a Cuzco, è poi Andahuayllas dove visitiamo la cattedrale che coi bellissimi affreschi è anche chiamata per questo la cappella sistina d'America. Arrivati poi al terminale privato dei bus della compagnia 'First Class', nelle vicinanze dall'aerporto, non facciamo neanche in tempo a scendere dal bus che siamo subito identificati dal taxista Jorge che è stato informato dalla signora Felipa di Puno. Con la su auto ci porta 'Huespedaje Conquista' a due quadras dalla Plaza deArmas. Passiamo poi la serata sulla Plaza dove si svolge proprio oggi una grande fiesta religiosa con processione ed il prelievo della tanto venerata statua di 'Jesus de los temblores' della cattedrale. Lo chiamano cosi perché, dicono. che portandolo fuori della chiesa, fece il miracolo di fermare un terribile terremoto in corso. Ceniamo in un ristorante con balcone sulla Plaza de Armas con vista sulla moltitudine di gente che segue la cerimonia religiosa dell'inizio della settimana santa. Poi mentre la fiumana di gente abbandona la piazza facciamo un piccolo giro di ricognizione sulla 'avenida del sol' prima di ritornare al nostro alloggio.

28 marzo 2010 da Copacabana a Puno (Perù)

Stamattina appena fatta la magra colazione all'ostello partiamo per il centro ad acquistare per prima cosa i biglietti per il viaggio in bus fino a Puno, in Perù. Poi giriamo per il colorito mercato attorno alla Plaza de Armas, prima di andare a visitare la cattedrale. Sul cammino regalo le mie scarpe usate ad un indigeno che ha i piedi gradi e porta i sandali. Prima, credendo che voglio soldi, non le vuole poi, quando gli dico che sono gratis, le prende al volo per mostrarle ai suoi amici che siedono accanto. Lo incontrerò ancora più tardi e mi mostrerà orgogliosamente che pota le mie scarpe! La cattedrale di Copacabana, dedicata alla 'Virgen morena de Copacabana', con il suo sagrato e le costruzioni adiacenti è una dei più belli esempi di arte barocca di tutta la Bolivia. All'esterno ci imbattiamo poi nella pittoresca cerimonia domenicale del battesimo delle auto, autocarri e bus. Lo spettacolo ha del surreale ed eretico con gli automezzi ornati di fiori, i proprietari che la spruzzano (perfino nel motore) con champagne e birra, poi il giovane prete che passa a dare la benedizione, l'incasso dell'obolo, la foto di gruppo con il prete che poi passa immediatamente alla vettura seguente. Questa benedizione dovrebbe garantire all'autista di circolare sicuro e senza incidenti, quasi come un'assicurazione di circolazione! Pranziamo in un ristorantino del centro per poi andare a prendere i bagagli e partire con il bus della Collectour alle 13.45. Dopo pochi km costeggiando il Titicaca siamo già al post di frontiera con il Perù di Guaiqui. Le formalità doganali da ambedue le parti sono veloci e senza problemi. Mentre a piedi ci spostiamo da una dogana all'altra, proprio sotto l'arco che simbolicamente delimita il confine ci imbattiamo in un nutrito gruppo, che con musica folclorica andina, danza occupando tutta la strada. Poi via verso il Perù sempre costeggiando il lago Titicaca. Il tempo è variabile, ed ogni tanto ci imbattiamo in qualche temporale locale. Il paesaggio è molto variato e spicca il verde dei prati e dei campi coltivati; segno delle abbondanti piovute durante la stagione delle piogge che però sta ora volgendo al termine. Giungiamo al terminal dei bus di Puno che sono le 16.30 circa. Il Perù ha una ora in meno rispetto Bolivia. Appena scesi e prelevati i primi 'Soles' dal 'cajero automatico' (Bankomat) seguiamo un signora che ci propone la sua, appena rinnovata, Residencia Yuliana, situata nel centro della città. Il posto ci convince anche per l'interessante prezzo di 30 Soles (ca. CHF 12). Il centro, a parte la Plaza de Armas ed una strada pedonale non propone un gran che di particolare. Alla stazione del 'ferrocaril' verifichiamo gli orari ed i costi per il viaggio fino a Cuzco. Con nostra sorpresa ci viene confermato quanto già segnalato dalla signora della nostra pensione; il prezzo è di 200 US$ a persona, una vera pazzia confrontata con quanto costa lo stesso percorso in bus. Optiamo cosi per il viaggio con il bus della 'Fist Class', che propone una una specie di tour con guida, bibite ed il pranzo e varie fermate intermedie, per il modico costo di 35 US$ a testa. Ceniamo in un ristorantino della zona pedonale. Tanto per cambiare mangiamo un menu completo (15 Soles) con trote del Titicaca, questa volta sono però trote peruane!

26 - 27 marzo 2010 a Copacabana, lago Titicaca

Foto seguono
Primo giorno
Malgrado la pensione famigliare dove siamo sia nuova di zecca, tanto nuova che non è ancora finita e nel bagno non abbiamo nemmeno uno specchio. Decidiamo di cambiare posto e cercare un posto meno angusto e più vicino al lago. Dopo un serie di ricerche finiamo di restare all'ostello 'La Leyenda' con una grande e spaziosa camera e con una bella vista sul lago. Paghiamo quasi lo stesso prezzo dell'altra camera ed abbiamo la colazione inclusa; cos vogliamo di più (110 Bolivianos = ca 22 CHF). Facciamo poi pranzo, ancora a base di 'trucha' (trota) del lago Titicaca, in uno dei chioschi-ristoranti davanti al lago. Partiamo poi per salire sulla collina che domina il paese Copacabana. La salita è una 'via crucis andina' con un dislivello di ca. 300 metri. Dall'alto mentre si sale si ha una vista spettacolare sia sulla Basilica della 'Virgen morena de Copacabana' sia sul lago Titicaca. Questo monte (Calvario) è uno dei posti più sacri, non solo della Bolivia, ma di tutto il Sudamerica. Dall'alto della collina abbiamo poi atteso il tramonto del sole sul lago Titicaca. Da q1ui scattiamo molte belle e suggestive foto prima di scendere dal lato più ripido verso il lungolago dove di trova il nostro alloggio. Mentre scendiamo sentiamo in lontananza musica e canti religiosi, che non appena arriviamo in paese riconosciamo come una processione della settimana santa. Assistiamo in mezzo ad una folla di gente alla processione con un Gesu indio che porta la croce mentre tutt'attorno la gente gli getta manciate petali di fiori. Dopo il passaggio della processione la strada rimane coperta da alcuni cm di petali di fiori, che i ragazzini si affrettano a raccogliere per riutilizzarli più avanti.
Secondo giorno
testo segue

25 marzo 2010 La Paz - Tiwanaku - Copacabana

Dopo la solita colazione con pane burro e marmellata, e aver fatto il check-out dell'hotel, ci mettiamo in attesa del bus che dovrebbe venire a prenderci per il tour a Tiwanaku. L'attesa è quasi di un'ora ed ad un certo momento, vedendo che non arrivava nessuno ho fatto chiamare all'agenzia, la quale ci tranquillizza dicendoci che ci sono problemi di traffico ed è tutto normale. La partenza sarà solo verso le 9 e dovremo andare a prelevare altri passeggeri in altri hotel. Poi dopo che i vari minibus sono rientrati al terminal si combinano i gruppi per che vuole la guida in inglese e chi in spagnolo. Noi siamo con quelli in inglese e con noi ci sono altri svizzeri e vari tedeschi e francesi. Alle 9.30 circa, finalmente lasciamo La Paz inerpicandoci fino al margine dell'altoplano dove inizia l'interminabile e poco attraente città satellite di El Alto. Qui fra le case e altre costruzioni mezze decadenti vi è l'aeroporto e vi passa tutto il traffico che va e viene da La Paz. Il caos per le strade è indescrivibile, noi ci imbattiamo inoltre in gruppi che con musica striscioni e addirittura danze stanno facendo campagna elettorale per l'uno o l'altro dei candidati alle elezioni regionali del 4 aprile prossimo. Poi lasciata El Alto si continua su strada asfaltata fino al pueblo di Tiwanaku, dove con la nostra guida visiteremo le ruine ed i due musei sulla millenaria cultura Tiwanaku. Si tratta di una cultura che si è insediata sull'altoplano andino dalla Bolivia, al sud del Perù fino al Nord dell'Argentina e del Cile. Questa straordinaria cultura ha avuto inizio ca mille anni prima degli Incas e per tanti aspetti è stata la cultura che ha dato di più dal punto di vista culturale e politico di tutte le altre culture andine. Notevoli sono le sculture neolitiche ed il templi che si possono ammirare qui a Tiwanaku, la vera capitale politica e religiosa di questa cultura. Da notare che gran parte delle costruzione dei templi nonha potuto essere ricostruita dal fatto che gli spagnoli usarono buona parte del materiale per costruire chiese e altre costruzioni sia a Tiwanako sia a La Paz. Dopo il giro fra i vari templi pranziamo tutti assieme in un ristorantino locale per poi terminare il nostro percorso visitando l'interessante museo storico e quello litico. Poi, verso l'1.30 si riparte per rientrare verso La Paz. Noi però scenderemo ad El Alto, fra il caos di auto, camion e bus per continuare il nostro percorso verso Copacabana. Il nostro bus arriva da La Paz con enorme ritardo e deve essere ancora caricato di ogni tipo di materiale e bagaglio. L'operazione di carico è molto interessante, con ogni mezzo vengono caricate sul tetto del bus addirittura delle box musicali nuove, mobili, sacchi con ogni tipo di vegetali ed animali. Poi,alle 4, con oltre un'ora di ritardo si parte. Per fortuna anche questa strada, seppure i non ottime condizioni, è asfaltata. Il paesaggio, con qua e la la visione sulla 'cordilliera real'e l'altoplano in gran parte verde per le piogge delle ultime settimane e bellissimo. Poi finalmente, dopo una settantina di km, ecco apparire il mitico lago Titicaca di un colore azzurro intenso quasi irreale. Costeggiamo poi il lago fino allo stretto di Tiquina dove il bus viene caricato su un traghetto di legno, mezzo sgangherato, identico come mi ricordo dal precedente viaggio di 33 anni fa, per attraversare lo questi circa 200 metri che separanole due sponde del lago. Passato questo delicato posto abbiamo ancora una quarantina di km accompagnati dal lago e dal tramonto prima di raggiungere la nostra destinazione di Copacabana. Qui al terminal dei bus veniamo convinti da una signora locale ad andare a vedere l'abitazione che ci propone. Con una californiana che era con noi sul bus andiamo a visitare il posto, un po angusto ma tutto nuovo, e decidiamo di rimanervi. Come prima cena a Copacabana siamo quasi obbligati a provare 'las truchas del Titicaca' in un ristorante vicino al lago, prima di andare superstanchi a dormire nell'alloggio che è tanto nuovo che non ha nemmeno il nome.

mercoledì 24 marzo 2010

23 - 24 marzo 2010 a La Paz

Primo giorno
Arriviamo al terminal dei bus di La Paz alle 7.30, il tempo è nuvoloso e fa fresco. Dopo aver ricevute le prime info dall'ufficio turistico, ci facciamo portare da un taxi fino alla 'Plaza San Francisco' dove cerchiamo un buon Caffè per fare colazione. In un vecchio caffè tradizionale ci facciamo servire una ottima colazione continentale completa. Poi, mentre Maggie mi aspetta al caffè io faccio un giro della zona alla ricerca di un hotel. Trovo un posto ben situato, pulito ed ad un buon prezzo (130 bolivianos con la colazione inclusa) al 'La Valle' a due passi da Piazza San Francisco e non lontano della zona dei vari mercati tipici di La Paz. Guardando la televisione costatiamo che oggi è per la Bolivia un giorno importante, è: 'el dia del mar' il giorno di commemorazione e ricordo della perdita dell'accesso boliviano al mare. Fu nel 1879, durante la 'guerra del salitre' (persa dalla Bolivia ed il Perù contro il Cile) che la Bolivia perdette il territorio di Calama e Antofagasta a danno del Cile. Ogni anno si ricorda questo, per la Bolivia, nefasto avvenimento con parate militari e grandi cerimonie politiche. Ho però l'impressione, che per la popolazione indigena, oggi sia un giorno come un altro. Dopo esserci sistemati all'hotel 'La Valle' partiamo per la visita della zona dei mercati. Per primo ci gustiamo dei buoni succi di frutta fresca e, dopo aver girato il mercato degli alimentari pranziamo, a base di trota del Titicaca in un ristorantino popolare del mercato. La trota alla griglia è molto buona e al prezzo ridicolamente basso di 1.20 CHF. Poi continuiamo il giro fra i mercati di artigianato, 'de las brujas' (magia) e di tutte le altre mercanzie utili alla popolazione locale. Il 'mercado de las brujas' è molto tipico, ma non è più quello che mi ricordo della mia prima visita di trentatré anni fa. Si possono vedere ancora qualche feto di lama o piccoli lama mummificati ma non molto di più. Visitiamo poi anche il Museo della Coca dove in forma educativa si cerca di far capire l'importanza di questo prodotto per la popolazione andina. Quello che non sapevo è che la Coca Cola proviene dall'idea di mettere della cocaina nel vino. Il vino si chiamava 'Vin de Amelie' e fu commercializzato per un certo tempo, ma fu poi proibito. L'idea fu ripresa da un americano (Mr. Palmeston) il quale iniziò a produrre una bevanda dissetante e frizzante contenente della cocaina. All'inizio del 1900 la cocaina venne proibita, ma intanto la successo della Coca Cola era già inarrestabile, anche senza l'aggiunta di cocaina. Terminato il giro del mercato fra il su e giù delle stradine attorno alla cattedrale di San Francisco andiamo a cenare in un ristorantino vegetariano appena dietro la cattedrale.. Qui la temperatura alla sera ed al mattino è abbastanza fresca e non invoglia a stare in giro troppo a lungo, per cui si va a nanna presto per essere freschi domani mattina.
Secondo giorno
Fatto colazione all'hotel alle 8 per poi partire a piedi verso il terminal dei bus per acquistare i biglietti per continuare, domani mattina, il nostro viaggio i direzione del Perù. Con l'addetta della compagnia 'Nuevo Continente' riesco a trovare una combinazione fra tour e trasporto che ci permette di visitare le ruine di Tiwanaku alla mattina e poi proseguire il viaggio da El Alto verso Copacabana, senza dover ritornare a ancora a La Paz. Poi ci incamminiamo per andare a visitare la zona est e sud di La Paz. Iniziamo da Palza San Francisco alla 'Palza Murillo', il vero centro politico ed amministrativo della Bolivia. La 'Plaza Murillo' è famosa per i tanti colpi di stato ed i tanti presidenti uccisi nei primi cento anni dopo l'indipendenza del Paese andino. Nei primi 150 anni di indipendenza vi furono più di 100 presidenti, qualcuno del quali resistette al potere per soli pochi giorni. La maggior parte dei cambiamenti di potere furono violenti ed risolti con mano militare. Noi continuiamo poi il nostro lungo giro inerpicandoci fra stradine e scalinate fino al 'Mirador Killi Killi, daa dove si ha una vista stupenda a 360 gradi della città. Oggi La Paz ha circa 2 milioni di abitanti, dei quali ca. un milione vive all'interno dell'amplia vallata che va dai 4'000m di El Alto ai 2'500m della zona sud. Credo che La Paz sia l'unica città dove i poveri vivono in alto ed i ricchi in basso! Dopo essere scesi dal Mirador verso la strada principale che collega la zona nord con quella sud, prendiamo un taxi e ci facciamo portare ai quartieri bassi di Calacoto e San Miguel. Qui siamo a ca. 2'500m sldm e la temperatura è già più gradevole. Tutt'attorno vediamo le montagne ed il margine dell'altoplano, mentre le strade sono meglio tenute e spiccano grandi palazzi appena costruiti o in costruzione. San Miguel è un centro commerciale con moltissimi negozi per lo shopping dei ricchi boliviani e dei turisti. Io ne approfitto per comperarmi un paio di scarpe nuove, dato che quelle che ho, e che mi seguono dall'inizio del viaggio, cominciano ad abbandonarmi. Poi con un altro gentile anziano taxista che, conversando durante tutto il viaggio e raccontandoci delle difficoltà di circolazione, ci riporta fino alla piazza San Francisco. Andiamo poi a cenare in un ristorante a due passi dal nostro hotel. Anche stasera andiamo presto a dormire per poterci alzare alle 7 e partire alle 8 per il tour a Tiwanaku.








lunedì 22 marzo 2010

22 marzo 2010 a Sucre e partenza per La Paz

Oggi vorremmo partire in giornata per La Paz ma alla verifica degli orari di partenza dobbiamo purtroppo costatare che i bus partono da Sucre solo in serata e viaggiano durante tutta la notte. Niente da fare dovremo percorrere questo paesaggisticamente interessante percorso di notte, senza poter vedere niente. Come ragione di questo fatto ci dicono che sono gli autisti che non vogliono circolare di giorno per il troppo calore che fa. Sarà, ma è veramente peccato! Dopo aver acquisto i biglietti alla stazione dei bus ritorniamo in centro per terminare la visita del centro della città che per la particolare rilevanza coloniale è stata riconosciuto come patrimonio dell'umanità. Dopo aver perlustrato e fotografato ogni interessante angolo dei dintorni della piazza centrale finiamo al Gran Palace, uno dei migliori alberghi di Sucre, dove prendiamo un caffè e posso usufruire di un buon collegamento internet WiFi. Qui conosciamo uno svizzero, Andreas (Res) Frutiger, insegnate in pensione che da sei mesi sta girando per il Sudamerica. Abbiamo con lui una lunga discussione con un interessante scambio di informazioni turistiche. Poi quando si avvicina l'orario della partenza del nostro bus ci incamminiamo per il nostro ostello per prendere i bagagli e recarci con un taxi al terminal dei bus. Sul percorso ci imbattiamo in un gruppo che sta manifestando per il candidato del partito di Evo Morales per le prossime elezioni regionali. Il nostro bus parte, alle 18.50, il leggero ritardo sull'orario prestabilito. Nel bagagliaio del bus viene sistemato, ingabbiato in un grande sacco di plastica, anche un alpaca. Viaggiamo per La Paz con un bus della compagnia Illiamani. Noi siamo al piano superiore e dopo poco tempo ci accorgiamo che siamo senza ventilazione. La temperatura è insopportabile, avremo come minimo 40 gradi! Tutti reclamano, ma niente da fare ci dicono che la ventilazione non funziona e dobbiamo cosi sopportarci i 40 o più gradi di temperatura. Dopo tante reclamazioni e minacce, finalmente si decidono a fare una pausa per far abbassare la temperatura e poi viaggiare per un lungo tratto con le porte aperte. Poi, anche per la stanchezza, ci addormentiamo, e a parte qualche interruzione, riusciamo anche a dormire per diverse ore. Ci sveglieremo alla mattina quando il sole sorge all'orizzonte dell'altoplano boliviano. Mentre ci avviciniamo a 'El Alto, la città-periferia di La Paz, il sole comincia ad illuminare l'altoplano andino.
La foto accanto mostra la nostra camera nell'ostello di Sucre

21 marzo 2010 al mercato di Tarabuco

Ci alziamo presto per preparaci, fare la colazione alle 8 per poi partire in taxi per la stazione dei bus che vanno a Tarabuco, Noi abbiamo una grande fortuna di capitare a Tarabuco in giorno, non solo di mercato domenicale, ma anche della festa più importante dell'anno. Il Pujllay è la festa della popolazione locale per il ringraziamento per il futuro raccolto, Una nota particolare dell'avvenimento è anche la presenza a Tarabuco del presidente della Bolivia Evo Morales. Il 4 di aprile si terranno le elezioni amministrative regionali e locali, per cui questa è una ottima occasione per sostenere i candidati del suo movimento, il MAS - Movimiento al Socialismo.
Il bus che ci porta Tarabuco è una vecchia carretta sgangherata e continua ad avere problemi, ma alle 10.30 dopo la lunga tortura di 2 ore e mezza arriviamo finalmente anche noi a destinazione. Qui seguiamo la fiumana di gente fra turisti e locali verso la piazza del paese. Già sul cammino incontriamo vari gruppi che suonano e danzano per la strada. Raggiunta la piazza centrale cerchiamo il posto migliore per scattare foto della festa in corso, Non ci accorgiamo che sul palco, proprio davanti a noi, siede il presiedente Evo Morales, che qui da queste parti è molto considerato ed ammirato. Nel mercato centrale mangiamo un semplice pranzo ed una 'cerveca potosina'. Nel pomeriggio ci spostiamo sul grande spazio preparato per la festa. C'è tantissima gente e gruppi che danzano un po dappertutto. In mezzo alla piazza spicca il Pucara, una specie di albero della cuccagna tutto ricolmo di ogni tipo di prodotti alimentari della regione. Noi dopo aver camminato in giro per lungo tempo ci sentiamo stanche e verso le tre del pomeriggio prendiamo un bus per farci riportare a Sucre. Questa volata abbiamo fortuna ed il viaggio è senza sorprese. Arrivati in centro continuiamo la visita del centro della 'ciudad blanca' come viene chiamata Sucre. Finiamo poi a cena in una pizzeria della piazza centrale.