Il nostro percorso

sabato 20 marzo 2010

16 – 18 marzo 2010 da San Pedro a Uyuni (Bolivia)

Primo giorno
Veniamo prelevati dall'ostello alle 8.15 con minibus della Estrella del Sur, con noi ci sono tre ragazze lucernesi, Katia, Katerina e Jana. Le tre, forse pensando di andare in spiaggia, sono in pantaloncini corti, magliette corte e pantofole da ginnastica. Noi invece siamo rigorosamente con vestiti invernali visto che il Tour ci porterà abbastanza presto fino ai 5.000 metri di altezza. Il contrasto fra noi e loro non potrebbe essere maggiore! A due passi dal nostro ostello dove c'è la dogana cilena (Migration) passiamo il controllo dei passaporti prima di partire sulla strada asfaltata verso il 'Paso de Yama'. Un po prima del passo, a quasi 4'500 svoltiamo verso la frontiera con la Bolivia e percorriamo la prima ventina di km di strada sterrata fino ad una casupola con una barriera; siamo al posto di dogana boliviano; tutt'attorno il magnifico paesaggio della cordigliera andina con montagne fra i 5'000 e i 6'200 m. Davanti a noi spicca il il quasi perfetto cono del Lincanabur, che con i 5'900 metri è anche il più fotogenico. Il sole si è appena alzato ma la temperatura e freddina e spira un gelido vento. Mentre noi passiamo a fare il controllo dei passaporti alla dogana boliviana il nostro solerte autista ci prepara la colazione con panini e un riscaldante caffè. Intanto le nostre tre ragazze si affrettano a togliere dal sacco e mettersi i vestiti caldi. Poi ecco arrivare dal lato boliviano, seguita da una nuvola di polvere, uno dopo l'altro una serie di Toyota Landcruiser. Sarà con loro che continueremo la spedizione in territorio boliviano. Il nostro autista si chiama Alberto e la guida-cuoca è Marta. Dopo aver caricato e ben sistemati i nostri bagagli sul tetto partiamo verso l'avventura boliviana.
Attraversiamo per un paio di ore un paesaggio lunare senza alcuna vegetazione per raggiungere il punto più alto del viaggio a 5'015 m sldm e poi lentamente scendere fra vallate spettacolari. La prima fermata è presso una fonte termale con una piccola piscina naturale. Qui, dopo una prima resistenza per via del freddo, ci decidiamo di svestirci ed entrare nell'acqua che ha ca. 35 gradi. D'un colpo, come per un contagio, la piscina si riempie di altri turisti. Infine sembra quasi di essere a Rimini! Poi procediamo il viaggio, passando vicino alla 'laguna blanca' e la 'laguna verde'. Malgrado la pochissima vegetazione a queste zone, qua e la vediamo dei Vicunas, il lama selvatico della preziosa lana che vive a queste altezze. Il paesaggio è talmente coinvolgente che non ci accorgiamo neanche di aver fame. Alle due ca. ci fermiamo al 'geyser sol de manana' dove ci si preents uno spettacolo infernale. Tutt'attorno fumarole, pozzi con acqua e magma ribollente. Rimaniamo stupiti da tante attività termali. Tanto stupiti che una delle lucernesi mette un piede troppo vicino ad un pozzo ribollente e si scotta un piede. All'inizio siamo preoccupati ma poi la scottatura si rileverà meno seria del previsto. Verso le quattro del pomeriggio dopo un percorso entusiasmante di ca. 100km arriviamo a quello che sarà il nostro primo alloggio di Hualla Jara. Qui Marta ci indica i letti dove alloggeremo e ci prepara il pranzo. Dopo esserci sistemati nella camera del rustico ostello e fatto lo spuntino-pranzo partiamo con Alberto a vedere, a pochi km di distanza, la 'laguna colorada', caratterizzata oltre che dal colore rosso e verde dell'acqua, dai molti flamingos che la popolano. Ai bordi della laguna pascolano molti lamas. Dopo il rientro ci gustiamo l'ottima cena, preparata dalla nostra solerte Marta, poi subito a letto per essere freschi e partire presto domani mattina.





Secondo giorno
Questa notte, qui a 4'315m sldm, ho sofferto, con mal di testa e difficoltà di respirazione, il mal d'altitudine. Ho dormito poco e la mattina ancora per diverse ore il mal di testa mi perseguiterà. Il nostro viaggio continua, dopo la colazione, verso una zona costellata da molti macigni di pietra rossa sparsi qua e la per il deserto. Per la somiglianza, la zona viene chiamata, 'desierto rocas Salvador Dali'. Sul percorso seguono poi quattro altre lagunas, la honda, la chercota, la hedionda e la Canapa, tutte popolate con colonie di flamingos. Vicino all'ultima laguna, in un ostello-rifugio, ci fermiamo per il pranzo. Poi procediamo costeggiando il vulcano 'Ollague' ed il 'salar de Chiguna' fino al primo pueblo di 'San Juan del Rosario' dove visitiamo l'interessante museo locale ed ammiriamo le bellissime coltivazioni di 'Quinoa', che sta maturando e presente dei bellissimo colori giallo – rosso. Terminiamo poi la giornata di ca 200km al villaggio di 'Colcha K' dove dormiremo in una pensione famigliare. Marta dopo averci spiegato tutto sulla quinoa ci promette di prepararci il pranzo di domani a base di questo prodotto tipicamente andino. Prima di cena facciamo un giro di ispezione a villaggio ed incontriamo, dopo tanto tempo, dei bambini sorridenti che ci salutano.
Terzo giorno, arrivo a Uyuni
Stamattina alzataccia alle 430 per partire in tempo ed essere sull'isola di Incahuasi (anche denominata isola dei pescatori). E' ancora totalmente scuro ma il nostro autista Alberto ci conduce sicuri fino all'entrata del 'salar de Uyuni' che con i ca. 120Km di lungo ed i 70 di largo è più esteso del Ticino. isola dei cactus. Col la prima luce dell'alba entriamo in questa immensa distesa bianca tutta piatta e che permette alle auto di circolare a velocità autostradali. Prima che il sole appaia all'orizzonte arriviamo per primi sull'isola di Incahuasi e ci troviamo davanti uno spettacolo favoloso con questa isola di dessi tutta piena cactus. Ci affrettiamo a salire per scattare le migliori foto. Giriamo poi per diverso tempo fra i cactus a cercare i migliori angoli per fotografare. Al ritorno troviamo la colazione preparata da Marta, mentre assistiamo al sole che adagio adagio sta illuminando un paesaggio da favola. Prima di partire in auto abbiamo ancora il tempo di camminare alcuni km in mezzo a questa impressionate distesa di sale, che per gli occhi sembra neve. Sulla via verso l'uscita ci fermiamo ancora all'hotel di sale, costruito interamente con mattoni di sale. Qui visitiamo l'interno e ci beviamo una birra 'Inca'. L'ultima parte del salar è ancora coperta di acqua delle recenti piogge e attraversando questa poltiglia di acqua salata ecco che il mot5ore del nostro Toyota fa le bizze e si ferma. Ci vorrà la destrezza di Alberto a sdraiarsi sotton il motore e pulire dei contatti elettrici che sembrano essere il punto debole di questo automezzo. Poi Alberto ci porta a vedere il cimitero dei vecchi treni a vapore che sono circolati in Bolivia. Anche questo è uno spettacolo unico. Il tour finisce poi nel centro di Uyuni due del pomeriggio. Noi ci mettiamo alla ricerca di un alloggio che troviamo alla pensione Tata Laura, dopo averne scartati diversi perché non avevano l'acqua. Nella nostra pensione ha l'acqua c'è ma è razionata, la doccia deve essere fatta alla sera o la mattina presto e non deve durare più di 5 minuti. Ci rendiamo conto così di essere nel deserto boliviano. In seguito facciamo la visita della stazione dei treni e nella tranquilla piazza centrale ci dissetiamo con una buona 'cerveca Potosina'. Acquistiamo poi biglietti del bus di domani alle 10 fino a Potosì. Volevamo andare a La Paz, ma sia il treno sia i bus viaggiano solo di notte per cui abbiamo ripiegato su un tragitto più lungo ma che possiamo percorrere di giorno. Questo percorso ci permette anche di fare una puntata a Sucre.
Ceniamo in un ristorante-pizzeria della piazza principale. Il menù è lunghissimo ma quando vogliamo ordinare quasi ogni cosa che si chiede si riceve la risposta 'no hai' (non c'è). Alla fine della procedura riusciamo ad avere una omelette boliviana ed un pollo all'arancia. Appena dopo ordinato ecco che le luci si abbassano a metà dell'illuminazione normale e dopo una decina di minuti sparisce del tutto. Rapidamente appaiono le candele. Ci dicono che tutta Uyuni è senza corrente elettrica. Per fortuna dopo ca mezz'ora quando arrivano i nostri piatti arriva anche la corrente. Da come mi sembra di aver capito la qualità dei servizi dell'acqua e dell'elettricità qui a Uyuni lasciano ancora molto a desiderare. Speriamo che non sia così nel resto del paese. Staremo a vedere!

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