Il nostro percorso

martedì 24 marzo 2009

16 - 17 marzo 2009 Volo ritorno Denpasar - Bangkok - Milano

Dopo l'ultima notte tranquilla passiamo l'ultima mattina ad Ubud girando per i negozi visitati ieri e facendo gli ultimi acquisti. Poi dopo aver sistemato per bene i nostri bagagli ci facciamo trasportare dal figlio del padrone della pensione fino all'aeroporto di Denpasar. La nostra preoccupazione per il biglietto del volo stampato su carta da fax e diventato quasi illeggibile si dimostra infondata, tutto procede per il meglio così che mentre si fa sera il nostro volo decolla in direzione di Bankok proprio mentre sopra Denpasar si sta formando un temporale. A Bankok solito scalo per cambiare aereo e dopo tre ore siamo già in volo verso Milano. Peccato che sarà quasi tutto di notte e non vedemo che qualche luce delle città che sorvoliamo.
Al sorgere del sole fra le nuvole sopra le alpi lo spettacolo di colori è meraviglioso. A Milano ecco il primo chock termico con la temperatura di oli 10 gradi. Con il Bus-Navetta raggiungiamo Bellinzona e poi con rigorosamente con il bus di linea arriviamo a casa a Cugnasco. La neve che non avevamo visto da mesi fa bella presenza sulle montagne tutt'attorno. A casa ci accoglie la figlia Nadja che riabbracciamo dopo averla salutata l'ultima volta quattro mesi fa circa a Lasha, in Tibet.

lunedì 16 marzo 2009

14 - 15 marzo 2009 Ubud, isola di Bali

Prima di partire dalla incantevole isola di Gili Air ho fatto, appena alzato, un breve giro fotografico sulla spiaggia davanti anoi per riprendere i bellissimi colori del sorgere del sole da dietro il vulcano Gunung Rinjani che sovrasta la vicina isola di Lombok. Facciamo poi la solita colazione con pankakes e frutta, sistemiamo i bagagli per poi recarci al punto di partenza delle imbarcazioni. Dopo la solita attesa e l'imbarco sulla traballante barca fra bagagli e galline in meno di mezz'ora raggiungiamo l'isola madre di Lombok. Da qui proseguiamo su degli sgangherati minibus, passando per la capitale dell'isola Mataram, e dopo aver cambiato un paio di volte di autista il porto dei traghetti di Lempar. Sul grande piazzale fa spicco un camion con un'enorme faccia di Obama dipinta sul telone posteriore. Noi dobbiamo attendere due lunghe ore sotto il sole cocente per poi salire sul traghetto che ci porterà indietro a Padang Bay sull'isola di Bali. Sul traghetto abbiamo la compagnia di alcuni giovani che allietano la traversata con canti e suoni di chitarra. In vicinanza della costa di Bali una enorme e maestosa nave da crociera, la Star Princess, ci attraversa la rotta. Arriviamo al porto di Padang Bay che già si fa sera. Qui poi nella solita confusione dello sbarco fra camion, auto e passeggeri scendiamo per cercare il nostro minibus che ci trasporterà poi fino al centro di Ubud dove veniamo scaricati quasi in mezzo alla strada. Siamo così stanchi che scegliamo di rimanere nel primo alloggio che incontriamo nelle vicinanze. Il posto è spartano ma tranquillo, pur essendo centrale e con tutto il traffico non sentiamo quasi niente. I padroni sono molto ospitali e attorno abbiamo un bel giardino con molte piante in fiore.
Il giorno seguente ci alziamo freschi di buon mattino e dopo la solita colazione balinese ci incamminiamo per fare un lungo giro della città cercando di non farci indurre troppo nella tentazione dello shopping turistico. Siamo agli ultimi giorni e tentazione è grande di riempire i sacchi con i tanti prodotti dell'artigianato locale. Ubud è conosciuta per essere la capitale dell'artigianato balinese. Noi percorriamo la Monkey Street con le scimmiette che si mettono in mostra in tutte le pose per farsi fotografare, per poi finire nel grande mercato dell'artigianato nel centro, qui si trova moltissima roba ma di qualità limitata. Meglio faremo visitando i vari negozi specializzati. Pranziamo in un ristorante italiano con una terrazza sul tetto al terzo piano; daqui abbiamo una vista stupenda su tutta la regione. In ogni direzione si vedono stupende case e templi spuntare dalla vegetazione. Veniamo poi informati che tutti stanno ornando le case ed i templi per preparare una importante festa Indù che si terra fra tre giorni. Peccato che il giorno dopo la nostra partenza!! Per compensare decidiamo di andare la sera ad assistere ad un bellissimo e colorato spettacolo di danza balinese. Lo spettacolo termina con spettacolare danza sui carboni (noci di cocco) ardenti.












domenica 15 marzo 2009

10 – 12 marzo 2009 isola di Gili Air

Oggi, dopo due giorni sulla seconda delle isole Gili, ci apprestiamo a spostarci su Gili Air, la più vicina a Lombok e seconda per dimensione. Facciamo l'ultima colazione al Kontiki, poi ne approfittiamo per fare il bagno sulla splendida spiaggia di sabbia bianca prima di fare i bagagli e partire verso il porticciolo di imbarco. Qui prendiamo i biglietti (20'000rp a testa), attendiamo la barca proveniente da Travangan, e alle 9.45 partiamo per Gili Air che raggiungiamo in ca 30min. Stamattina il tratto di mare fra le due isole è abbastanza movimentato e turbolento, ed ogni tanto qualche spruzzo di acqua riesce a sorprendere anche l'esperto navigatore, che deve rallentare e aspettare l'onda buona per continuare la navigazione. Appena scesi riceviamo diverse proposte di alloggio, qui in forma più discreta e tranquilla. Noi però abbiamo ricevuto il consiglio di Olga a Travangan di andare a vedere il Gili Indah, a pochi passi dal porto di arrivo. Il posto lo troviamo interessante, oltre che per la comodità e la cortesia dei giovani gestori, per il prezzo di soli 100.000rp (10fr.), colazione compresa. Il primo giorno riceviamo un bungalow della seconda fila, addirittura per 80'000rp, con l'opzione di cambiare domani in uno che diventa libero nella prima fila davanti al mare. Non abbiamo una grande spiaggia perché proprio davanti sono “posteggiate” le barche dei pescatori. In compenso possiamo seguire in diretta dal balcone le scene di pesca dei pescatori dell'isola. Appena arrivati e sistemati usciamo per fare un primo giro di ispezione della zona e mentre siamo seduti a bere una Bintang in un ristorante sulla spiaggia vediamo, una dopo l'altra, tre barche di pescatori ad venire verso il porto. Il cameriere ci spiega che le prime due barche portano solo i pescatori, mentre la terza, un po' staccata dalle altre due, porta il pesce. Io mi precipito al porto per essere pronto a fotografare le scene dell'arrivo dei pescatori con il pesce. Già a quando la barca è ancora a qualche centinaia di metri dal porto si sentono urla e canti che, come mi fanno capire i locali, fanno presagire ad una ottima cattura di pesce. Difatti quando arrivano in vista del porto sollevano i pesci catturati e raccolti assieme a fasci per farli vedere alla molta gente arrivata da ogni angolo per prenderlo. Qualcuno per fare più velocemente butta il pesce dalla barca in direzione di amici e famigliari che lo prendono e lo portano via rapidamente. Vedo che qualcuno paga e tanti prendono e spariscono; non è facile capire come sono le regole qui. Comunque in ca 15min tutto il pesce, in prevalenza "black snapper", qualche "withe snapper" e qualche barracuda, è sparito ed i pescatori si mettono a sistemare la barca con le loro reti ed attrezzi di pesca. I pescatori sono in prevalenza dei giovani del posto. Mi sorprende il fatto di vedere che diversi di loro portano la maschera per fare snorkeling. Sarà per andare a cercare i pesci? E' comunque stato molto bello ed interessante vedere una scena del genere dal vivo. Poi quando si fa un po più tardi, ed il sole non brucia più cosi forte, partiamo per fare il giro dell'isola a piedi seguendo la spiaggia. Anche qui la costa è tutta coperta di sabbia bianca, con alcuni spiazzi anche di sabbia nera vulcanica; ma purtroppo la tanta plastica che si vede in giro non è proprio un bello spettacolo da vedere! La sera siamo stanchi ed andiamo a mangiare del pesce alla griglia nel ristorante più vicino al nostro alloggio. Ci facciamo preparare due bei “black snapper”, di quelli che abbiamo visto portare oggi dai pescatori. Purtroppo il buon pesce ci viene rovinato dall'addetto alla griglia che ha usato talmente tanto petrolio per accendere il legno il quale, umido come era, faceva più fumo che brace. Il risultato è stato un pesce affumicato e con il profumo di petrolio¨. Peccato il pesce non poteva essere più fresco!!
Il secondo giorno lo dedichiamo al relaxing per cui facciamo colazione (caffe di Lombok e pancake di banane) tardi, poi traslochiamo nel bungalow della prima fila. Vedendo di nuovo un grande movimento di pescatori proprio davanti a noi chiediamo informazioni sulla pesca locale ad Adi, il nostro gentile oste e affittacamere, il quale si propone di comperarci lui il pesce e di farcelo cuocere alla griglia. Detto fatto, gli do 30'000rp /ca 3fr), lui parte e ritorna con 4 bei “black snapper” che poi ci cuoce alla griglia. Sono cosi grandi che noi ne mangiamo due, mentre gli altri due li lasciamo ad Adi ed il suo collega. Poi dopo aver sfruttato bene anche l'amaca e aver dedicato un paio di ore all'aggiornamento offline del blog, partiamo a piedi verso la parte a nord dell'isola, la parte più turistica, con hotel, resort e ristoranti.. Per caso ci imbattiamo in un piccolo complesso di nuovi bungalow, con un cartello indicante “cucina italiana”. Non faccio neanche in tempo a dirlo a Maggie che appare Claudio, un milanese che ci dice essere il proprietario e ci chiede se ci interessa visitare le camere. Tutto è nuovo di zecca e addirittura un paio di capanne con il tetto in paglia sono ancora in costruzione. Claudio ci racconta delle peripezie avute, durante gli ultimi 7 mesi, per mettere in piedi l'incantevole posto che con orgoglio ci fa visitare. Poco dopo conosciamo anche Sabrina, la moglie, che con lui ha lasciato la “benestante” Italia per cercare una nuova vita in Indonesia. Tra una Bintang e l'altra passiamo praticamente l'intero pomeriggio con Claudio e Sabrina raccontandoci reciprocamente le esperienze avute ed i progetti ed i sogni futuri! Quando inizia a farsi sentire la fame ci lasciamo “tentare e viziare“ con le sue ottime “bruschette special” seguite poi dalle tagliatelle fatte in casa con il pese ed i frutti di mare. Ottime cosi come il dessert a base di salame di cioccolata, il tutto ad un prezzo assolutamente il linea con i ristoranti locali; ma la qualità e la quantità è assolutamente a favore di Claudio e Sabrina. Se qualcuno dovesse capitare da queste parti non posso che consigliarlo a passare da Claudio e Sabrina nel loro ”Biba Beach Village” (e-mail: biba69@alice.it). Il prezzo attuale di 250'000rp, per un bungalow della qualità proposta da Sabrina e Claudio è un buon affare!. Noi non possiamo che augurare a Sabrina Claudio tanti auguri di successo per il loro “sogno indonesiano”, ciò che non dubitiamo nemmeno un istante visto l'energia e l'entusiasmo che hanno dimostrato finora.
Il terzo giorno è dedicato allo snorkeling, almeno per me, mentre Maggie, visto che ha qualche sintomo di raffreddore in vista preferisce stare tranquilla ad assistermi eventualmente dalla spiaggia.
Fatta la solita colazione, servita da Adi in terrazza, noleggiamo l'equipaggiamento all'angolo del bungalow per poi spostarci verso l'altro lato dell'isola dove i posti per le immersioni sono migliori. Dopo un certo momento per abituarmi alla maschera e tubo, che malgrado la valvola, o proprio per la valvola, lascia entrare un pochino di acqua. Niente di grave, mi abituo subito, però mi chiedo se non potevano costruire un aggeggio meno complicato (senza valvola) ma sempre funzionante! Il fondale dove mi immergo a ripetizione per diverse ore è veramente fantastico. L'acqua è calma e sotto si possono vedere pesci multicolore e di ogni dimensione mentre i coralli, anche se non dappertutto sono colorati e alcuni sembrano quasi fosforescenti a vederli con la luce intensa del sole di mezzogiorno. Ad un certo punto mi imbatto in una tartaruga, ce appena vi vede si mette a nuotare per allontanarsi; io la seguo per almeno dieci minuti e mi sembra quasi che stia giocando con me girando in circolo fra i coralli del fondale!.Poi anche lo snorkeling fa venire fame, e visto che siamo vicino al ristorante di Claudio e Sabrina decidiamo di passare a salutarli e a mangiare qualcosina. All'arrivo incontriamo e conosciamo un simpatico giovane ospite siciliano appena arrivato in mattinata. Si chiama Raffaele e a fatto alcuni mesi in Australia prima di spostarsi in queste regioni dell'Asia e arrivare alle Gili, dove intende rimanere qualche giorno prima di procedere verso la Malesia, Tailandia e Laos. Come il solito in questi incontri ci scambiamo utili informazioni sulle esperienze fatte e sui luoghi da visitare. Passiamo con lui e con Claudio, fra una Bintang e l'altra il resto del pomeriggio. Poi noi, dopo aver salutati tutti, rientriamo a consegnare l'equipaggiamento per lo snorkeling e fare la spesa per il viaggio di domani. Poi usciamo a cenare in un ristorante dove avevamo visto che avevano un'offerta molto vasta di pesce da fare alla griglia. Tanto per provare scegliamo, oltre ad un bel “red snapper”, anche un pesce pappagallo (quello con i bei colori blu e arancio) che ci consigliano per la la carne bianca e tenera. Lo proviamo ma non ci sembra tanto speciale, a dimostrazione che non tutto quanto è bello è anche buono! Poi finiamo la serata ammirando e fotografando la luna piena che risplende con una striscia di argento sul mare piatto davanti all'isola. Peccato che domani il sogno finisce e dovremo avvicinarci all'aeroporto di Denpasar per rientrare lunedì prossimo 16 marzo.

9 -10 marzo 2009 isola di Gili Meno

Stamattina ci siamo alzati un po prima del solito perché vogliamo prendere la barca delle 9.30 per andare sull'isola vicina di Gili Meno, ma prima di partire dobbiamo prelevare qualche milione di (100 fr = un mio di rupie) rupie dato che questa è l'unica isola dove si può trovare un bancomat. Il problema è che i ragazzi che ci preparano la colazione sono tremendamente lenti e anche questa volta per ricevere i pancake, il caffè ed un succo di frutta, attendiamo quasi un'ora. Per completare il nostro programma in tempo, dobbiamo fare il viaggio fino al porto d'imbarco, con un cidomo (carretto con cavallo). Poi, come al solito, dopo aver caricato sulla barca, mercanzie, gente del posto e turisti si parte per la tranquilla attraversata di ca 30min fino a Gili Meno. Qui appena sbarcati ci rechiamo a visitare i bungalow del resort Kontiki, del quale abbiamo un buone, ricevuto a Bali, per il 50% di sconto. Il posto è bello spazioso ed accogliente ed il prezzo, con la colazione, è di ca. 14fr. Non male per un posto situato proprio su una bella e tranquillissima spiaggia nel mezzo di enormi palme da cocco. Noi siamo in un doppio bungalow con come vicini una copia di olandesi della nostra età. Per prima cosa, dopo esserci ben sistemati, partiamo per fare un giro a piedi della zona, che per finire diventa il giro completo dell'isola. L'isola Meno è anche la meno sfruttata turisticamente e molti resort e guesthouse sono purtroppo abbandonati ed in rovina. Anche qui le spiagge selvagge sono purtroppo troppo piene di plastica ed altri rifiuti probabilmente gettati in mare da imbarcazioni oda altri posti più remoti. Non riesco a credere che tutta questa plastica (bottiglie, scarpe, sacchetti ecc. ecc.) sia gettato dai turisti o dalla poca gente del luogo. Ma avendo visto come smaltiscono i rifiuti sulle navi, no mi sorprende più niente! Sulla spiaggia vicino al punto più a nord dell'isola ci imbattiamo in un pescatore che stava sistemando la sua imbarcazione e ci chiede se vogliamo fare un giro con lui. Non per subito; ma combiniamo con lui l'uscita di snorkeling di domani. Saremo solo in due e ci propone una guida per trovare i posti migliori da visitare al prezzo di soli 10fr. Poi terminato il faticoso giro dell'isola su sabbia e acqua ci rinfreschiamo al Kontiki con una fresca Bintang. La sera andiamo a mangiare dei menù tipici indonesiani al ristorante vicino al nostro resort. Io prendo un “bami goreng” (riso verdura e frutti di mare mentre Maggie prende un “gado gado” (verdura con sopra una crema speziata di arachidi).
Il secondo giorno ci svegliamo con il primo calore del sole che entra nel nostro bungalow. La temperatura è elevata anche di notte e se non ci fosse la brezza del mare, del quale sentiamo continuamente il fruscio delle onde sulla barriera corallina, sarebbe difficile dormire. La colazione al Kontiki compprende oltre al caffe ed al solito pancake anche un abbondante porzione di frutta. Alle dieci, come convenuto, ecco arrivare il nostro pescatore, accompagnato da un ragazzo che sarà la nostra guida di snorkeling, pronti per l'avventura in mare. Per prima cosa vogliono farci vedere le tartarughe ma, purtroppo per noi, questa mattina non vogliono lasciarsi vedere. Alla fine quando noi siamo quasi esausti ecco che loro dicono di vederne diverse venire in superficie e poi riemergere, mentre noi rinunciamo, a loro disappunto, a seguirle. Noi ci divertiamo a guardare i bei pesci ed i coralli colorati. In certi posti sembra quasi di nuotare in un grande acquario. Mi ha particolarmente emozionato vedere un sciame di pesci del bel colore azzurro lucente (almeno un centinaio) passarmi via a pochi metri dalla mia maschera. Dopo ca. 4 ore, quando la stanchezza e la fame inizia a farsi sentire ci facciamo riportare indietro al Kontiki, dove ci rifocilliamo con i viveri di riserva che abbiamo ancora con noi. Poi dedichiamo il resto del pomeriggio al relaxing ed all'aggiornamento offline del blog. Qui c'è un internet caffè ma dopo aver visto in quali condizioni è risotto preferisco rinunciare a sprecare il tempo per niente. Cercherò un posto migliore sulla prossima isola. A cena andiamo da Rust, un ristorante con musica dal vivo dove ci facciamo servire un bel red snapper di almeno un kg per ca. 10fr, contorno con patate e verdura compreso

6 – 9 marzo isola di Gili Trawangan

Anche oggi ci alziamo relativamente presto per poter fare colazione al guesthouse, prendere il bus alle 8.30, per iniziare il trasferimento alle isole Gili. Parlare di isole Gili è scorretto perché in indonesiano Gili vuol proprio dire isola. Sarebbe come dire le isole Isole! E' un errore ma lo dicono tutti! Alle 8.30 puntuali ci prelevano dal nostro guesthouse assieme alla copia di irlandesi che abbiamo incontrati più volte e che sono allo stesso guesthouse; poi preleviamo una copia di americani (lui è un gigante di 2m, nero e pelato) prima di partire con il minibus completo fino a Bangsal (il porto di partenza per le isole) in circa 45min. Il nostro accompagnatore cerca inutilmente di venderci il biglietto di ritorno dicendoci che prendendolo sulle isole costa di più. E' la solita storiella, che oramai non funziona più perche tutte le guide rendono attenti di questo trucco della mafia dei trasporti. Arrivati a Bangsal ci fanno scendere all'ufficio dell'agenzia a ca. 300m dal porto per poi farci attendere quasi un'ora, prima di farci incamminare fino al porto d'imbarco. Vedendo che il prezzo per il trasporto pubblico in barca sarebbe di soli 10'000rp, mentre noi ne abbiamo pagati 50'000, ci accorgiamo che in quattro (noi e gli irlandesi) avremmo potuto prendere un taxi da Senggigi e pagare complessivamente molto meno. Sono le solite cose che si capiscono quando è troppo tardi! I nostri scugnizzi-accompagnatori ci fanno poi ammassare su una barca piena di mercanzie varie, galline, uova, frutta e verdura, persone del posto, oltre a una ventina di turisti. L'attraversata fino a Gili Trawangan dura circa un'ora e arriviamo cosi che sono le 11.30 circa. Appena arrivati e scaricati i bagagli ci incamminiamo verso la parte nord dell'isola per cercare un alloggio tranquillo; lontano dai ritrovi notturni che sono nella zona più sud. Dopo aver visitato un paio di posti decidiamo di rimanere nel Homstay Ozzy, dove per soli 13fr abbiamo una spaziosa camera con due letti e la colazione inclusa. Siamo abbastanza lontani dalla moschea e dal generatore che alimenta l'isola. Le tre isole Gili (Trawangan, Meno e Air) sono come degli atolli, piatti , circondati dalle barriere coralline e con lunghe spiagge tutt'attorno. Solo Gili Prewangan ha una collinetta di 72m. Sono a pochi km dalla costa dell'isola di Lombok e a poca distanza una dall'altra un posto, ciò che le rende facilmente visitabili ai turisti “sacco in spalla”. Un dettaglio, non indifferente, che le rende particolarmente attrattive per i turisti è il fatto che non vi sono veicoli a motore, per cui se ci si vuole spostare o si va a piedi e con il “cidemo” (una specie di carretto con due ruote di gomma trainato da cavalli). Solo per questo aspetto vale già la pena di passare una settimana su queste magnifiche e tranquille isole quasi paradisiache. L'unico neo è quello dei rifiuti, dove non puliscono regolarmente, specialmente la plastica c'è dappertutto. Il peggio però avviene all'imbrunire quando ognuno accende il proprio fuocherello fumoso e puzzolente per bruciare i propri rifiuti, plastica naturalmente compresa. Se hanno fortuna il vento porta via il fumo e la puzza, altrimenti per tutta la notte senti il “profumo dei rifiuti”. Quello che vedete sulla foto a lato è un inceneritore domestico, o di quartiere, a due lineee per bruciare tutte le sorta di rifiuti che capitano. Potrebbe essere l'imitazione in miniatura del nostro inceneritore di Giubiasco!! Noi dopo aver preso posto al nostro alloggio partiamo per fare un primo giro di ispezione lungo la spiaggia della zona nord dell'isola. In un bel ristorantino vicino al mare ci fermiamo a fare uno spuntino e rinfrescarci con una birra. Osservando quanto succede sulla spiaggia notiamo una ragazzina da sola, vestita con vestiti lunghi neri, a raccogliere oggetti e a giocare con dei piccoli granchi. Poi quando ci incamminiamo la ragazzina ci segue, prima da lontano, poi sempre più vicino, fin ché la attendiamo e le chiediamo cosa sta facendo, con il poco inglese ed i segni ci fa capire che, ha finito la scuola, non ha niente da fare ed ha fame. Maggie le spiega del pericolo che corre seguendo i turisti (non so se ha capito!) e poi le diamo due banane. Ci seguirà ancora a distanza per poi prende un'altra strada. Chiedendo poi , più tardi ad una persona del posto, ci dice che è raro perché i bambini, anche gli orfani, sono seguiti dalla comunità locale. Ci dice anche che sull'isola vivono ca. 800 persone e che ognuno conosce gli altri. Seguendo la costa dell'isola giungiamo fino al faro e da qui la attraversiamo andando a visitare anche la parte interna dell'isola, contrassegnata da piantagioni di cocco e pascoli con mucche e capre. La parte coltivata è ridotta alle vicinanze delle case. Quasi tutto quanto necessario per la popolazione ed i turisti, a parte il pesce, viene trasportato da Lombok. Ritorniamo stanchi, dopo aver assistito un bellissimo tramonto, al nostro alloggio per poi rinfrescarci nel mare ed andare poi a cenare in un ristorante della zona sud, molto più affollata e movimentata. Cena, tanto per non cambiare, a base di buon pesce e calamari alla griglia accompagnati con patate ed insalata a volontà.
Il secondo giorno lo dedichiamo allo snorkeling. Dopo colazione noleggiamo l'equipaggiamento dal nostro guesthouse e partiamo alla scoperta del fondale davanti all'isola. Qui possiamo vedere tanti pesci di tutti i colori, coralli duri e molli di vari colori e addirittura una grossa tartaruga che si aggira fra i grossi “testoni” di corallo. A proposito proprio davanti al nostro guesthouse vi è un “Turtle Sanctuary “ dove, in qualche maniera, cercano di salvare le tartarughe appena nate per farle crescere fino a circa 8 mesi di età per poi liberarle nel mare. Solo qui davanti a noi avranno un centinaio di tartarughine appena nate che corazzano nelle tre vasche a loro dedicate. Poco lontano dalle vasche vi sono delle buche protette dove vengono poste al uova ad incubare al sole. In serata andiamo a cenare, tanto per cambiare cucina, in un ristorante indiano.
Il terzo giorno, dopo la colazione facciamo una lunga chiacchierata con la nostra vicina Olga, una russa viaggiatrice, che da alcuni mesi sta girovagando fra le isole della Thailandia, Malesia ed Indonesia. Ci svela il suo segreto di essere una scrittrice che scrive romanzi e racconti per altre scrittrici russe famose; un lavoro che le permette di vivere e viaggiare in paesi e posti (prevalentemente isole) dove può scrivere in completa tranquillità. Se trova un bel posto rimane , anche per uno o più mesi ciò che la mette in permanente conflitto con i visti, per cui scaduto il visto per un paese si sposta nel prossimo e cosi è oramai lontana da Mosca, sua città di adozione dato che dice di avere i genitori nel sud della Russia vicino alla Cecenia, da più di sei mesi. Lei vive con poco visto che mangia quello che compera al mercato, prevalentemente frutta, pesce e verdura. Il suo balcone è come una bancherella del mercato con tre grosse papayas, una decina di ananas, banane, angurie,pomodori e zucche. Olga è una tipa un po strana e non si sa mai se è presente o se con i pensieri spazia fra qualche galassia lontana! Sarà il fatto di essere scrittrice che l'ha fatta diventare così? Comunque, anche per noi è stato interessante scambiarci qualche opinione sulla vita, sul viaggiare e sulle differenze culturali. Poi noi partiamo a piedi verso sud per fare il giro dell'isola lungo le belle spiagge parzialmente selvagge attorno all'isola. Pian piano, in ca 3 ore facciamo il giro ed arriviamo al faro da dove prendiamo la stessa scorciatoia del primo giorno per attraversare l'isola e ritornare al nostro alloggio e rinfrescarci con una Bintang (birra indonesiana). Passando fra i ristoranti ci sorprende non poco l'offerta dei "Magic Mushroom" (funghi allucinogeni) fatta in pubblico proprio qui in Indonesia dove l'uso di droghe e perseguita pesantemente! Forse Gili non è al 100% Indonesia?? Dopo una nuova conversazione con Olga andiamo a cenare, questa volta, in un ristorante della nostra zona. Mangiamo un ottimo ed abbondante “red snapper” per neanche 10 fr. in due. Inoltre qui il servizio è molto meglio curato che nella zona dei “turisti abbondanti” a sud dell'isola.

giovedì 5 marzo 2009

4 - 5 marzo 2009 Senggigi, isola di Lombok

Ci alziamo presto per fare colazione nel nostro bungalow e poi partire per il porto da dove partono i traghetti per Lombok. Quando ci siamo alzati era bello, ma poi è arrivato un'acquazzone di una mezzoretta per poi ristabilirsi e ritornare al bello. Noi acquistiamo i biglietti per il traghetto alla biglietteria ufficiale e non prendiamo i biglietti combinati “traghetto – bus” come tutti cercano di venderci. Paghiamo 30'000 rupie a testa (ca. 3 fr.), mentre il biglietto combinato fino a Senggigi costerebbe 170'000 rp. L'attraversata con il traghetto dura 4 ore e mezza e mentre navighiamo verso il porto di arrivo vediamo in direzione nord dell'isola di Lombok i segni di un minaccioso temporale con nubi nerastre attorno al vulcano Rinjani. All'arrivo a Lembar, il porto di arrivo sull'isola di Lombok, ecco la sorpresa con i taxisti mafiosi ci chiedono, al primo colpo, 350'000rp a testa per portarci a Senggigi. Gli chiedo se stanno scherzando, e loro subito dimezzano il prezzo che è però ancora estremamente esagerato. Gli dico che al massimo potrei pagare 200'000 per tutti e due e ci allontaniamo per uscire dalla zona del porto. A questo punto quello che sembra essere il capo dei mafiosi ci chiama e ci dice che il mio prezzo va bene. Probabilmente avrei potuto scendere ancora, ma siamo contenti di poter partire subito e non dover aspettare che il minibus collettivo, denominato bemo, si pieno per poi partire. Il “bemo” ci sarebbe costato solo alcune decine di migliaia di rupie ma, oltre all'orario di partenza indeterminato, si sarebbe fermato dappertutto per far salire e scendere passeggeri. Il nostro taxista ha un problema di vista, ci vede da un solo occhio; noi ce ne accorgiamo quando davanti ad un semaforo vediamo che deve tenere la faccia inclinata lateralmente per poterlo vedere. La situazione per lui si complica poi quando inizia un violento temporale tropicale e la visuale diventa quasi nulla. La strada diventa ben presto come un fiume e lui a tratti è costretto a fermarsi. Arriviamo giusto giusto davanti al guesthouse Lina, dove abbiamo chiesto di portarci, quando il temporale si riduce di intensità permettendoci di visitarlo, fare“check in” e scaricare i nostri bagagli. Per fortuna non dobbiamo andare oltre perché la strada poco più avanti è completamente allagata e pochi audaci motociclisti riescono, nel divertimento generale, a passare. Per quasi un'ora il divertimento del villaggio, incluso dei poliziotti impassibili, è di assistere allo spettacolo di navigazione acquatica con bici, moto ed auto. Appena preso posto al ristorante del guesthouse davanti alla spiaggia siamo "assaliti" dai venditori ambulanti che cercano di venderci collane di perle, orologi, stoffe batik, magliette e ogni altro articolo per turisti. Viste le condizioni stradali ceniamo al guesthouse dove veniamo letteralmente coccolati dalla cameriera Wally. Andiamo poi presto a dormire ma dopo le 10 di notte inizia la musica a tutta potenza della discoteca sull'altro lato della strada. Purtroppo la pessima isolazione acustica delle magre pareti in rattan delle nostra camera ci fa sembrare di dormire nella discoteca o direttamente sulla strada.



Il giorno seguente
ci alziamo con il canto dei galli e i primi rumori del traffico per poi fare colazione a base di frutta e pancake davanti la spiaggia. Già di primo mattino riceviamo le visite dei venditori ambulanti che per nostra fortuna devono restare al di fuori del ristorante. Poi ci mettiamo in moto andando a visitare il centro, prelevare soldi dal bankomat e acquistare i biglietti per viaggio di domani sull'isola di Gili Trawangan (all'agenzia paghiamo 50'000 invece delle 75'000rp che ci chiedono al guesthouse!). Dopo il giro del centro, rimasto senza segni dell'alluvione di ieri, ci spostiamo verso sud alla ricerca del ristorante “da Alberto” che propone ai clienti l'accesso internet gratuito. Facciamo a piedi i ca. 2km fino al ristorante, mentre il tempo si sta mettendo lentamente al bello. Il posto è molto bello con una piscina ed il mare davanti a noi; dove possiamo vedere diversi pescatori sugli scogli che pescano malgrado le onde, ogni tanto, li sommerge quasi totalmente. Tra un caffè, un succo e una birra passiamo varie ore ad aggiornarci con la posta elettronica e ad aggiornare il blog. Il collegamento funziona molto bene ed il personale è estremamente gentile. Rientrati al guesthouse ci sistemiamo, come avevamo convenuto anticipatamente, in una camera più tranquilla; paghiamo un po di più, abbiamo l'aria condizionata che non funzionerà tutta la notte, ma almeno non siamo così disturbati dalla strada e dalla discoteca!. A cena andiamo al ristorante Matahari, dove il proprietario ed i camerieri si danno da fare a parlarci quanto sanno in tedesco. Scopriremo poi che la maggior parte dei clienti che vengono qui parlano il tedesco. Ordiniamo il menu ma sul più bello mentre stanno per servici, fa click e va via luce. Da come si comportano capisco che non è una cosa eccezionale, perché subito dopo accendono le candele e fanno partire il generatore. Durante la sera capiterà ancora diverse volte, non appena tutti credono che sia a posto ecco che la corrente va via un'altra volta. Al guesthouse rimarremo tutta la notte con la luce di emergenza, ma senza la corrente per il condizionatore, per noi non fa niente perché non l'avremmo usato lo stesso.

3 marzo 2009 Padangbai

Abbiamo la fortuna di alzarci con il sole che inizia già a riscaldare l'ambiente e ci permette di vedere e fotografare il cono del vulcano Batur con il lago in primo piano. Il paesaggio, con ancora qualche banco di nebbia qua e là è molto bello e fotogenico.. Noi ne approfittiamo per fare, dopo aver fatto colazione all'albergo, una passeggiata a piedi di 3 ore attorno al lago in direzione del villaggio di Trunyan. Girando fra le stradine del villaggio di Kedisan possiamo ammirare i numerosi templi indù mentre stanno per essere ornati per la prossima festività che, come ci dicono, durerà un mese. Durante il giro ci fermiamo a bere un succo di frutta in un bellissimo e nuovo ristorante in riva al lago. Poi alle 11.30, come convenuto, ci aspetta il nostro conducente per continuare il viaggio fino a Padangbai. Il conducente è il tipo che ieri sera ci ha annoiato tutto il tempo per cercare di venderci dei disegni caratteristici di Bali che dice di aver eseguito lui medesimo. I disegni sono cosi precisi e ben fatti che facciamo fatica a credere che sia lui l'artista!. Dopo la risalita al bordo dell a caldera la strada è tutta in discesa a parte una piccola risalita di pochi Km per andare a visitare il tempio indù di Besahki che stando alle guide è il più importante ed il più grande dell'isola. Qui però, ancora più che in tanti altri posti turistici, la “spennatura” del turista è molto perfida e raffinata. Si paga l'entrata della zona , poi quella del tempio, poi il posteggio, poi bisogna prendere una guida (ci dicono obbligatoria, ma noi la evitiamo!), poi ancora bisogna mettere un “sarung” (pezzo di stoffa batik) attorno alle gambe (vogliono per averlo in prestito la metà del prezzo di acquisto). Alla fine perdo la pazienza e do dei mafiosi a tutti; a questo punto quelli dell'entrata del tempio mi propongono il sarong in prestito a soli (si fa per dire) 1'000Rp (10ct). Il complesso è enorme e copre una zona collinare con templi, pagode e statue di tutte le dimensioni e forme. Qua e là si notano i preparativi per la festività del mese di marzo. Poi noi continuiamo il nostro viaggio verso la costa meridionale dell'isola e passiamo in una zona con delle bellissime risaie inserite nelle colline e fra le tante piante di cocco. Con il sole lo spettacolo è molto più incantevole che quello di qualche giorno fa sotto la pioggia e la nebbia. Arriviamo a Padangbai verso le 16 e prendiamo alloggio all'hotel Kika proprio davanti alla spiaggia. Siamo alloggiati in un bungalow a forma di capanna con il tetto di riso e disposta su due piani; sotto bagno, doccia e terrazza e sopa la camera con balcone. Io ne approfitto subito per fare il bagno e rinfrescarci, qui la temperatura super il 30 gradi; in confronto a ieri sera una bella differenza! Dopo aver fatto il giro del porto per verificare come imbarcarci domani per l'isola vicina di Lombok, andiamo a cenare nel ristorante vicino all'hotel. Per cena un bel “white snapper “ e calamari alla balinese per me. Poi buonanotte!!

2 marzo 2009 Kedisan, vulcano Batur

Partiamo da Lovina Beach in auto alle 13.30, appena dopo aver ricevuto i biglietti del volo di ritorno, per fare una prima fermata a Syngaraya dove visitiamo il centro con un piccolo e suggestivo tempio cinese e la zona vecchia del porto con dei vecchi e decadenti (per non dire ruderi) di edifici coloniali olandesi. Il tempio cinese si distingue per i colori vivaci e per il fatto che le tre grandi religioni cinesi, il buddismo, il taoismo e il confucianesimo sono riunite sotto un unico tetto. Poi prima di iniziare la salita verso Kintamani,visitiamo il tempio indù di Meduwe Karang, piccolo ma ben inserito nella vegetazione della zona costiera. Da Kumbutambahan via la strada inizia gradualmente a salire nel mezzo di piantagioni di frutta esotica (mangostane, rambutan, durian, cacao ..) mentre il tempo peggiora man mano che saliamo. Prima entriamo nella nebbia poi inizia a piovere e la temperatura si fa sempre più fresca. Passiamo i paesi di Penusilan, Kintamani e Penelokan, sul margine del cratere intorno alla grande caldera dove si trova oggi il vulcano Batur di 1770m. All'interno della caldera vi è anche il suggestivo lago Batur (a 1400msl/m) al margine del quale andremo a cercare alloggio per stanotte. La strada dal bordo della caldera scende ripidamente fino ad arrivare alla riva del lago, qui ci sistemiamo, con l'aiuto e consiglio del nostro conducente, al hotel Segara. Il posto è molto carino ed accogliente ma è continuamente disturbato dagli autocarri che uno dopo l'altro transitano per trasportare i sassi e la sabbia di lava verso ogni parte dell'isola. Noi, dopo il “check inn” partiamo per fare fare un giro a piedi in direzione del vulcano Batur, che ora, cessato il temporale, inizia a farsi vedere con i tre crateri che lo contraddistinguono. L'ultimo, il cratere n. 3, è frutto dell'ultima eruzione del 1967, i segni della quale, sono ben visibili ancora oggi, con la grande chiazza nera della lava fuoriuscita allora. Verso sera le nubi si diradano e la vista sul vulcano è perfetta. Al ritorno del giro rimaniamo sorpresi dall'enorme e puzzolente traffico di camion che trasportano fuori la lava lasciando agli abitanti del luogo solo tanto inquinamento e rumore! La cena è all'hotel con pesce fritto del lago Batur, riso e frutta. Per passare di fuori la fresca serata, saranno 20 – 22 gradi, recuperiamo dal sacco alcuni indumenti caldi da lungo tempo rimasti a riposo.




26 - 29 febbraio / 1 marzo 2009 Lovina

Stamattina sveglia alle 5.45 per prepararci con i vestiti caldi e partire in barca, con nostro fido Udin, alle 6 mentre è ancora notte. Saliti in barca il nostro rematore lentamente ci porta nelle vicinanze del tempio Ulan Danu. Nel frattempo comincia ad albeggiare ed il lago piatto, senza una minima onda, è come uno specchio che riprende e riflette ogni dettaglio visibile tutto attorno. Poi ci sistemiamo con la barca in punto strategico dove vediamo salire il sole ed abbiamo come primo piano il profilo del tempio. Inutile dire che con queste condizioni le nostre macchine fotografiche funzionano a raffica per catturare l'immagine nell'istante migliore. Poi il sole si alza e anche noi terminiamo il giro in barca facendo ritorno al bel parco dell'albergo dove siamo alloggiati. Una nebbiolina quasi trasparente rende il paesaggio biancastro, come ovattato. Senza accorgercene abbiamo passato due ore bellissime senza quasi accorgercene. Oggi è il compleanno di Maggie; per cui auguro un buon compleanno anche tramite il presente blogpost! La colazione, a base di pancake e frutta ci viene servita nel parco mentre il sole comincia a riscaldare la temperatura. Poi dopo aver caricato i nostri bagagli partiamo in auto con il fratello di Udin per andare, prima a visitare il giardino botanico, e poi per portarci fino a Lovina Beach, passando per la zona vulcanica dei tre laghi e poi scendere fino al mare. Il parco è abbastanza esteso e mostra in forma concentrata tutte le piante e la flora di Bali. Visitiamo il padiglione delle orchidee selvatiche (poche sono in fiore perché non è la stagione) il settore delle piante acquatiche, di quelle medicinali .. poi dobbiamo metterci al riparo perché incappiamo in un bel temporale tropicale. Facciamo poi in tempo a metterci la mantellina ed uscire per continuare il viaggio. Per fortuna il temporale è di breve durata e poco dopo ritorna il sole. Il viaggio procede costeggiando il bordo del cratere con sotto i tre laghi vulcanici di Bratan, di Buyan e di Tambling:Su un tratto in leggera salita ci fermiamo in alcuni spiazzi a vedere dei gruppi di scimmie a mangiare elegantemente le banane offerte dai turisti. Lo spettacolo è bello ma è meglio non pensare che le povere scimmie dipendono totalmente dai turisti; come purtroppo tanti abitanti qui a Bali! La strada poi discende fra una vegetazione lussureggiante, tra coltivazioni di riso, cacao, caffè, chiodi di garofano e riso, senza contare la frutta tropicale. Sul percorso passiamo dai villaggi di Munguk e di Mayong, due paesi sistemati quasi a precipizio sulla montagna. Facciamo poi una camminata di ca. un km su un sentiero nella foresta per visititare la cascata di Gitgit; niente di spettacolare ma l'ambiente circostante è molto bello e fresco. Poi terminata la discesa fra le ultime risaie andiamo a visitare un bellissimo tempio Buddista di "Brahmavjhara Arama" prima di farci portare a Lovina Beach. Qui troviamo subito una ottima sistemazione al Bayu Kartika in una casetta tipo bungalow proprio davanti alla spiaggia. Inoltre abbiamo una bellissima e maestosa piscina e un ruscello con delle pozze d'acqua con dei bei fiori di loto e degli iguanoa di Komodo. Sono delle lucertolone che possono arrivare anche a 100 o più chili che vivono solo sull'isola indoneesiana di Komodo. Qui ne hanno due adulti e, ci dicono, una diecina di piccoli (grandi coma da noi i ramarri). A cena per festeggiare il compleanno di Maggie andiamo a cena in ottimo ristorante dove ci facciamo servire oltre al pesce (tonno) anche una bottiglia di vino bianco di Bali. Sorprendentemente il vino è buono, peccato solo che l'unico pesce che avevano, loro dicono che pescano in questa stagione!!; è il solito banale tonno. La realtà è che quasi tutti i pescatori locali preferiscono portare i turisti a vedere i delfini che a pescare. Noi volutamente rinunciamo all'escursione in barca per andare a visitare (disturbare) i delfini. Noi passiamo i giorni seguenti a fare relaxing, a fare un'uscita di snorkeling sulla barriera corallina a poche centinaia di metri dalla spiaggia e a prepararci per il ritorno. Dato che le notizie delle ultime settimane sulla salute della mamma di Maggie non sono tanto buone e poi comincia a farsi sentire, dopo quasi cinque mesi, una certa stanchezza, abbiamo deciso di interrompere il viaggio e ritornare a casa. Per cui una delle attività principali è ora di trovare un volo possibilmente economico prima che scada il visto indonesiano. La ricerca su internet è molto laboriosa e noiosa il quanto i collegamenti sono lentissimi. Non abbiamo trovato nessun collegamento wireless gratuito per cui si deve pagare a tempo! Ci rivolgiamo a due agenzie per vedere se vale la pena di pagare i l volo in rupie, e diffatti ci trovano un volo con la Thai Airline Bali – Milano per ca 1'000 fr a testa. Quelli trovati con internet erano sui 1'500fr. Dopo una laboriosa calcolazione dei vari tassi di cambio riusciamo a pagare il conto con un mix di dollari, euro e franchi che avevamo con noi. Risolto questo problema ci prepariamo a partire con un autista consigliatoci dal pescatore che ci ha portato ieri a fare snorkeling. La nostra prossima destinazione è la regione del vulcano Batur.