Il nostro percorso

mercoledì 28 gennaio 2009

27 - 29 gennaio Koh Tao

Alzati presto per partire, senza fare colazione, alle 6.30 con un minibus fino al porto di partenza dell'imbarcazione per l'isola di Koh Tao. La partenza è puntuale alle 7 ma poi, forse perché il mare è un po' agitato arriviamo al porto di Mae Haad in ritardo di almeno mezzora. Appena scesi dobbiamo svincolarci dai procacciatori di turisti per essere liberi a cercare un alloggio da soli verso il nord dell'isola.
Trovato un piccolo bungalow proprio sul mare, senza una grande spiaggia ma con molti grossi sassi che con il mare calmo creano delle belle piscine con la sabbia sul fondo ed i sassi che fanno da separatori naturali. Siamo alloggiati al D.D. Hut ed abbiamo anche il confort di un'amaca davanti la nostra capanna. Il posto è molto bello e tranquillo anche se richiederebbe qualche cura ed una pulizia generale. Per no proprio camminare sui rifiuti mi metto a pulire almeno il passaggio per arrivare al mare. Passiamo il resto della giornata a rilassarci, fare il bagno e ad assistere un bellissimo tramonto per poi andare a cenare in un ristorante, il Seashell, con griglia davanti al mare. Possiamo scegliere personalmente cosa vogliamo avere e ci viene poi portato sul tavolo. Questa sera, tanto per cambiare optiamo per un bel pezzo di barracuda e delle patate incartocciate. Tutto ottimo ed ad un costo molto economico.
Secondo giorno
Fatto il giro dell'isola con tour di “snorkeling ecologico” con la AC Tuor e l'esperto istruttore Phil.
Abbiamo però avuto diversi problemi tecnici con la barca, prima fuma il motore perche manca l'acqua di raffreddamento e dobbiamo essere rimorchiati da un'altra barca che ci seguiva. Poi mentre eravamo in una baia a fare snorkeling e amangiare riescono a far saltare anche il motorino di avviamento. Per far ripartire la il motore smontato il motorino di avviamento da un'altra barca lo montano sulla nostra, poi fatto partire il motore rismontano il motorino per rimontarlo sulla sull'altra barca di soccorso. Sulla barca eravamo una trentina di persone fra le quali anche un'altra coppia di svizzeri, diversi francesi ma tanti americani ed inglesi. La tappa finale del tour è il gruppo di tre isolotti chiamati Nan Guyan. Fino ad un mese fa erano collegati fra di loro da una lingua di sabbia. Poi durante un recentte uragano che ha colpito l'isola una lingua di sabbia è sparita. Per andare su una delle tre isole su cui vi sono un paio di boungalow bisogna ora prendere la barca. Le foto sulle cartoline mostrano semprre ancore le tre isole collegate. Quanto visto nel mare in questo giro è stato molto bello, visto tanti pesci colorati di tutte le speci. Venivano a sciami e cosi vicini che li si poteva toccare con le mani. Peccato che i coralli sono, anche qui orami sbianchiti!! Vedendo però con quanto poco rispetto hanno le barche, specialmentte quelle piccole (speedboat) al riguardo di quanto c'è nel mare non meraviglia affatto che i coralli siano in tali condizioni!
Rientrati al nostro bungalow troviamo il gatto nero, al quale ieri avevamo dato da mangiare, ad attendercui sul nostro letto. Per rinfrescarci abbiamo poi fatto il bagno alla nostra residenza prima di uscire e fare un giro a piedi e a cenare poi in un ristorante della zona. Questa sera io ho optato per un grosso calamaro alla griglia mentre Maggie ha scelto un "red snapper" di almeno mezzo chilo.





Terzo giorno
Alzati presto per fare i preparativi per la partenza la colazione e spostarci fino al molo di partenza dell'imbarcazione per la prossima isola: Koh Pangan. Partenza alle 10 con arrivo a Tongsala, il porto principale dell'isola di Phangan alle 12.30 circa.
A piedi abbiamo seguito la strada verso sud per cercare un alloggio vicino al mare. Sul tragitto ci siamo imbattuti in un folto gruppo che festeggiava con musica e il fracasso di molti petardi il capodanno cinese. Dopo diversi tentativi troviamo un magnifico posto con dei bungalow a due passi dal mare per solo 500bath. Si tratta del Coco Garden, un posto senza grandi pretese ma con una bella spiaggia un bel mare (anche se non cristallino come a Koh Tao) e molto tranquillo; sempre sperando che la sera non vi sia qualcuno che metta la musica ad alto volume! Siamo un po stanche e dopo il bagno ed un pò di relax ceniamo al ristorante del nostro resort.

26 gennaio 2009 Pehtchaburi - Chumphon

Oggi abbiamo potuto iniziare la giornata con calma dato che il treno per la nostra prossima destinazione, la città costiera di Chumphon parte solamente alle 10.30. Facciamo colazione al nostro rumoroso guesthouse con la dama di casa (vedi foto) che ci serve una eccellente colazione con tanta buona frutta. Poi prendiamo i nostri bagagli per fare il giro dei templi sul tragitto per andare alla stazione. Pehtchaburi è rinomata per la quantità dei templi buddisti che ospita. Noi visitiamo solo quelli del centro e quelli vicino alla collina in direzione della stazione ferroviaria. In tutto ne visitiamo 6 ma ne vediamo da lontano, sulla collina, almeno 4 ancora. Dobbiamo rinunciare a quello apparentemente più particolare visto che ospita una grande statua del Budda sdraiato (Kao Luang) ed è situato entro una caverna perché si trova a 5km dal centro. Sul percorso ci imbattiamo in un gruppo di scimmiette che si arrampicano sui pali della luce e saltano fra un balcone e l'altro delle case. Alla stazione dobbiamo purtroppo prendere i biglietti di seconda classe con l'aria condizionata dato che è un treno “special express” e non ha la terza classe. Peccato perché dovremo fare il viaggio come in una cella frigorifera e non potremo abbassare i finestrino per fare foto. I finestrini sono solitamente talmente sporchi da no poter fare fotografie. Questa volta il treno parte ed arriva in orario. Arriviamo a Chumphon che sono le 14.30 e veniamo subito abbordati da una gentile ragazza Thai che ci propone, se prendiamo da lei il viaggio di domani in barca fino all'isola di Koh Tao (il prezzo è standard ed è pubblicato sulle guide) l'alloggio in un albergo vicino
alla stazione a prezzo molto interessante di 350 Bath.
Dopo la consueta visita di controllo accettiamo la proposta e ci sistemiamo all'albergo Janson. Usciamo poi a fare un giro della città alla ricerca di un ristorante per rinfrescarci con una birra (oggi fa molto caldo con ca. 36 gradi). Alla fine capitiamo in un ottimo ristorante proprio davanti alla stazione. Iniziamo con una birra e degli stuzzichini per finire di farci servire due belle porzioni di gamberoni giganti e una eccellente zuppa (Tom Yam) di pesce. Comperato poi al mercato notturno della frutta per la colazione di domani visto che la partenza dall'albergo è prevista per le 6.30.

25 gennaio 2009 Bangkok - Phetchaburi

Ci siamo alzati presto per avere il tempo di andare a fare un giro di Chinatown che è situato vicino alla stazione. Decidiamo di non rimanere più del necessario nella megalopoli di Bangkok, che conosciamo già dal precedente viaggio del 2006. La città è tremendamente inquinata dai gas di scarico dei tuk-tuk, ancora con motori puzzolenti a due tempi, e naturalmente dal traffico motorizzato in generale. A Chinatown c'è già un grande movimentato alla mattina presto, ed è bello vedere tutti indaffarati ad aprire i negozi ed allestire le bancarelle lungo le strade. Ben visibili sono inoltre i preparativi per i festeggiamenti il capodanno cinese che inizia proprio stasera. Dopo esserci stancati abbastanza ed esserci persi per un paio di volte andiamo a colazione al decimo piano del lussuoso albergo Cina Princess. Per soli 180 bath (6 fr.) a testa facciamo una colazione e quattro stelle con un buffet a non finire. Da qui guardandoci in giro (vedi foto scattata alle 10 di mattina) ci possiamo fare una buona immagine dell'inquinamento che copre tutta la città
Verso le 12, stanchi di girare per le negozietti di Chinatown ritornniamo alla stazione per prendere i biglietti per la prossima tappa; Pehtshaburi, la città dei tanti templi. Il nostro treno parte puntuale alle 13.30 dalla stazione Hualamphong di Bangkok. Questo percorso lo conosciamo avendolo già fatto tre anni fa. L'uscita dalla periferia di Bangkog è tremendamente lento per i molti passagi a livello e i ponti canali che il treno deve attraversare molto lentamentte. A Nakhom Phahnom il treno si ferma per una pausa imprevista ed inspiegabile di più di una ora, ciò mi permette di fare un giretto fra le bancarelle del mercato ed acquistare un po' d buona frutta.
Arriviamo cosi a Pehtcaburi che sono già le 17.30 e comincia già a diventare scuro; scesi dal treno conosciamo con un giovane inglese con il quale andiamo assieme fino al guesthose Rabien Rim , una costruzione tutta in legno in riva al fiume dove riceviamo una camera molto ridotta, con finestre rotte (per fortuna abbiamo però la rete contro le zanzare sopra il letto) che danno proprio sulla strada. Per nostra fortuna il traffico è poco ma quando passano i motorini sembra che attraversino la nostra camera! Ceniamo poi nell'ottimo ristorante del guesthose, con la gentile signora che vorrebbe vendere un tour al vicino parco nazionale. Usciamo ancora per visitare il mercato notturno e comperare per pochi soldi della frutta (mangosteen e dragon fruit e mandarini) per il viaggio di domani.




24 gennaio 2009 Pattaya - Bangkok

Stamattina mi sono alzato presto per andare a correre e fare il bagno sulla spiaggia ancora semideserta di Pattaya. In giro ci sono solo quelli che hanno dormito o dormono ancora in spiaggia e quelli che stanno pulendo e preparando gli ombrelloni per i turisti. Poi andiamo a fare colazione in un ristorante che servono un buffet enorme con ogni cosa per soli 110 bath a persona. In questo posto vengono a colazione tanti turisti tipici di Pattaya, sono in gran parte anziani panciuti e naturalmente accompagnati da ragazze Thai molto più giovani di loro. Dopo l'abbondante colazione-pranzo facciamo un ultimo giro della zona del nostro hotel prima di prendere un taxi per farci portare alla stazione per andare in treno, il nostro mezzo di trasporto preferito, fino a a Bangkok. Preso un biglietto di terza classe, cosi non abbiamo problemi con l'aria condizionata e possiamo abbassare i finestrini per fotografare a piacimento. La partenza del treno dalla stazione di iniziale di Pattaya è puntuale alle 13.30 mentre l'arrivo alla stazione Hualamphong di Bangkok è alle 18.15 con 45 minuti di ritardo. Sul treno siamo gli unici turisti, questi preferiscono andare in bus, più veloce e apparentemente più comodo (anche se per noi è più comodo il treno!). Per la tratta Pattaya -Bangkok paghiamo 31Baht a testa, neanche un franco!. Il percorso è totalmente piatto, inizialmente fra piantagioni di riso e pochi villaggi e poi man mano ci si avvicina alla capitale, inizia la zona urbanizzata ed anche il treno si riempie di passeggeri. Alla stazione il solito gran casino di gente, ma riusciamo ad uscire senza essere perseguitati dai cercaturisti Cerchiamo prima un alloggio in un guesthouse vicino alla stazione, ma la proprietaria era appena uscita ed aveva chiuso (peccato perché il posto era carino), per cui abbiamo dovuto ripiegare sull'hotel della stazione; un po' malandato ma per una notte va bene. Appena entrato in camera devo eliminare due “cuccarache” che si erano insediate nel bagno! Cenato poi al ristorante appena sotto il nostro hotel. Era tardi e abbiamo dovuto accontentarci di quello che c'era ancora!

23 gennaio 2009 Pattaya

Appena alzati andiamo a fare colazione in un ristorante delle vicinanze per poi andare a visitare il grande mercato con tanti prodotti per i turisti che sono sorprendentemente puliti e ben esposti , molto meglio di quanto eravamo abituati finora. Ritorniamo a prendere i bagagli ma finiamo per arrivare troppo tardi per il bus delle 10; per cui dobbiamo attendere il prossimo alle alla una del pomeriggio. Niente male abbiamo cosi il tempo per visitare meglio il posto e di pranzare prima di prendere il bus. Il viaggio in minibus è molto comodo e confortevole non essendo tutti i posti occupati; ma l'aria condizionata mi costringe a prendere la giacca dal mio sacco. Su nostra richiesta veniamo scaricati nella zona centrale di Pattaya dove iniziamo a cercare un alloggio a noi confacente. Diversi interessanti sono completi, ci dicono per via del capodanno cinese che inizia fra il 24 gennaio, cosi finiamo di trovarne uno, il Sea Breeze per 800baht , sulla seconda strada dietro la spiaggia. La camera è al settimo piano per cui il rumore della città si sente da molto lontano Noi partiamo poi subito a fare un primo giro di ricoognizione per scoprire che anche i cani stanno bene sulla spiaggia e per imbatterci subito, anche se non è ancora sera nelle scene che rendono Pattaya la capitale Thailandese, se non asiatica o mondiale della prostituzione. Da quello che era negli anni 70 un piccolo villaggio di pescatori nelle vicinanze di una base aerea americana usata per la guerra contro il Vietnam e diventata in poco tempo il postribolo dei soldati americani in congedo. Comunque anche questo business si è globalizzato e le prostitute non sono più solo le tanto famose “Thai girls” ma si è arricchito anche di bionde ucraine, russe, brasiliane e addirittura africane. Il business tra l'altro non funziona solo la sera e la notte ma si estende apertamente e visibilmente a tutto il giorno. Sembra inoltre, ma di questo non ne abbiamo le prove che anche i gay si siano fatti un un intero quartiere per loro. Non so se il tutto è molto compatibile con la politica turistica di voler attirare a Pattaya le famiglie in vacanza. Noi ci siamo accontentati di rimanervi un giorno tanto per avere un'idea pratica della situazione. Una chicca soperta a Pattaya è che la separazione dei rifiuti vien fatta sul camion che li raccoglie; si è vero l'ho visto con i miei occhi, aprono i sacchi sul camion e mettono da parte quello che è riciclabile come vetro, lattine, ecc. Non so ancora se potrebbe essere una buona idea anche per le nostre latitudini!
A cena andiamo in un tranquillo ristorante con una grande terrazza sul mare a permetterci una bella grigliata di pesce e calamari. Prima di rientrare all'albergo facciamo un giro di ispezione fra i quartieri del business di Pattaya.





22 gennaio 2009 Rayong (Ben Phe)

Non ci sembra quasi vero di poter dormire senza essere svegliati dal traffico, dai canti di un funerale o da lavori in corso. Appena alzati usciamo a fare colazione in un ristorante vicino al mercato. A differenza dalla Cambogia qui in Thailandia possiamo dimenticare le buone “baguette” e accontentarci di un paio di banali toast. In compenso il caffè Thai, anche se non e il migliore del mondo, non è male! Facciamo poi un giro a piedi per il centro per visitare alcuni bei templi ed il pittoresco mercato, prima di sistemare i bagagli ed andare a cercare un bus per continuare il viaggio verso la costa. La prima idea sarebbe di andare sull'isola di Kho Samet, per cui ci rechiamo al porto dei battelli di Ben Phe per cui chiediamo alla “combricola” dei minibus il prezzo per andare a Ben Phe. Il primo prezzo è di 500 Bath per persona che poi, dopo lunga contrattazione, scende alla metà. Il viaggio dura ca.. un'ora e mezza e giungiamo proprio sotto il sole intenso di mezzogiorno. Fatta una prima valutazione del tempo e dei costi (siccome l'isola è considerata parco nazionale si deve pagare un'entrata di 400 baht a persona) decidiamo di rinunciare all'isola di Kho Samet e di rimanere in un tranquillo Bungalow vicino alla spiaggia nelle vicinanze del porto dei battelli di Ben Phe. Passiamo il pomeriggio visitando la spiaggi e facendo il bagno, anche se l'acqua non è proprio invitante. Ceniamo in un ristorante su una terrazza vicino al mare. Il pesce alla griglia è ottimo così come la birra Singha. Dopo aver fatto la spesa in un supermercato vicino al nostro alloggio rientriamo a sistemare i bagagli per partire domani presto.

21 gennaio 2009 da Battambang (Cambogia) a Chanthaburi (Tailandia)

Ci siamo svegliati dal canti monotoni ed ossessivi (lamenti) di un funerale buddista iniziato già alle 5 di mattina. Fatto colazione al ristorante del quarto piano del nostro albergo.
Prelevato soldi ($$) dal bankomat per cambiarli in Baht (valuta thilandese) prima di spostarci al “Guesthouse Bus Stop” dove abbiamo prenotato il passaggio in taxi fino alla frontiera cambogiana – thailandese di Pailin. Atteso a lungo fino a che il taxi era completo con 7 passeggeri, si non è un errore, qui in Cambogia, in un taxi ci fanno stare 8 persone compreso il guidatore; quattro sul sedile di dietro e quatto su quello davanti. Praticamente sul sedile del guidatore siedono in due!! (se non ci credete guardate la foto scattata daq dietro). Alla faccia delle regole per la sicurezza stradale. Noi, sulle prime, cerchiamo di reclamare ma ci dicono che è da 30 anni che loro guidano così e che loro vanno lentamente e guidano con prudenza. Si; per i primi Km, perché la strada è in cattive condizioni, poi giù a tutto gas per strade polverose, senza visuale e con buchi dappertutto. Se non l'avessi visto con i miei occhi come fanno a riempire il taxi ed a guidare non ci avrei mai creduto. Ma il massimo è stato quando l'autista, incastrato fra il volante e il sedile già occupato da un'altro passeggero mentre andava ad almeno a 80 all'ora e senza visuale, disinvoltamente prede il cellulare e si mette a telefonare. Sulla strada vediamo scene indescrivibili con sorpassi senza visuale mentre animali e persone attraversano la strada. Ogni tanto, quando la strada va in discesa il motore si spegne e noi preghiamo che si riaccenda. Penso quasi che sia la povera BMW che quando viene maltrattata, che per proteggersi spegne automaticamente il motore!!
Siamo partiti alle 10.45 da Battambang per arrivare, dopo una pausa di 15 min. in un posto sperduto, alle 13.30 al villaggio di frontiera di Pailin. Ci sembra proprio di essere nel Far West. Qui cambiato taxi per fare gli ultimi km fino posto al confine di Pailin – Pakkar. Le formalità doganali, sia cambogiane, sia thai sono molto rapide e senza particolari traumi. L'unica sorpresa è che, a causa dei recenti problemi politici, ci vengono concessi solo 15 giorni di soggiorno in Thailandia.
Al posto di frontiera cambogiano incontriamo un milanese che viene dalla Thailandia, dice di essere giornalista e scrittore e di essere stato i Cambogia già 10 anni fa quando non esistevano nemmeno le strade. Lui entra inCambogia solo per prolungare il suo visto Thai.
Passato la frontiera, è quasi come entrare in un altro mondo; le strade sono asfaltate e non ci sono in giro rifiuti dappertutto. Inoltre il paesaggio cambia totalmente dalla zona secca e polverosa passiamo in una zona collinosa e verde.
Dopo le formalità doganali ecco le solite storie con i taxisti mafiosi che cercano di approfittarne dei turisti. Il primo prezzo che ci chiedono per il taxi fino a Chanthaburi è di 1'500 bat (ca. 50$ a testa). Poi scendono a 1'000 per tutti e due. Noi gli diciamo che non siamo qui per farci spennare da loro e ci allontaniamo per cercare un'altra soluzione. Ma sicuramente la telefonata del taxista arriva prima di noi alla prossima stazione dei taxi; ed ecco che il prezzo per la stessa destinazione è esattamente di 1'000 bat, ciò che puzza molto di “accordo sotto banco”. Cerco di ridurre il prezzo ma niente da fare. Dopo aver consultato la nostra guida LP e fatto una lunga discussione con la responsabile dei taxisti, riusciamo a combinare il trasporto in taxi fino alla città più vicina di Pong Nam Rong a ca 30km per 500bat; da dove ci sarebbe un bus (che prima dicevano che non esiste) per Chantaburi. Seguendo questo itinerario, e con l'aiuto del gentile taxista, tutto funzione molto bene cosi che arriviamo alle 17.30 circa in cento a Chantaburi, spendendo in tutto 560 bat (taxi e bus compreso).
A Chantaburi mentre cerchiamo il Guest House “Riverside”, consigliato dalla Lonely Planet, con l'aiuto di due anziani olandesi incontrati per caso, ci sistemiamo all'hotel Arun Sawat per soli 150 bat (ca. 5 fr.). Dopo il “check inn” beviamo una birra e discutiamo a lungo con i due avventurosi olandesi che dicono di aver già percorso, in diverse tappe, tutto il corso del Mekong dalle sorgenti in Tibet fino alla frontiera del Vietnam. Ora stanno proprio andando a percorrere l'ultima parte del delta del Mekong. Loro vanno a mangiare al mercato locale mentre noi andiamo a cena in un ottimo ristorante thai vicino al fiume. Ottima la cena a base di pesce e frutti di mare. Noi apprezziamo la cucina Thai per le ottime spezie e verdure che accompagnano le pietanze.

20 gennaio 2009 da Siem Reap a Battambang

Stamattina levataccia alle 5.30 per pote fare una veloce colazione al guesthouse e prendere il minibus alle 6 per essere alle 7 al porto di imbarco di Chong Khneas. All'inizio siamo fra i primi sul minibus e ci sistemiamo ben comodi, ma poi inizia il giro fra le guesthouse per “caricare gli altri passeggeri fino ad essere talmente carichi e compressi che all'interno del bus non circola neanche un filo l'aria! Per fortuna il percorso è corto e la strada è in buone condizioni. Poi arrivati al porto inizia la gara a trasbordare i bagagli e ad accaparrarsi alle posizioni migliori sulla barca. Oi per fortuna siamo fra gli ultimi e finiamo su una seconda barca più piccola ma con abbastanza posti per tutti. Il vantaggio della barca piccola è inoltre quello di essere più veloce nei canali con poca acqua come lo è nell'attuale stagione secca. La partenza fra gli stretti canali con la luce bassa del sole appena alzato è favolosa e ci permette di fare delle belle foto. Poi, dopo ca. mezzora fra i canali tanto stretti che bisogna far attenzione di prendere in faccia i rami delle mangrovie che accarezzano la barca, entriamo nel grande lago di Tonle Sap. Il lago è poco profondo ma molto esteso tanto che da una sponda non si vede l'altra. L'attraversata è alquanto monotona ma per fortuna breve perche a nord del lago entriamo di nuovo un un canale che seguiremo fino a Battanbang. Ai lati del canale, o fiume che sia, vi sono innumerevoli pittoreschi villaggi di pescatori; cio che rende il viaggio una gara fotografica a chi scatta più foto. Davanti a me c'è un danese con una artiglieria fotografica inimmaginabile; tanto che si porta con se una valigia piena di solo materiale ottico. Credo che si porti addietro almeno venti kg di obiettivi, filtri, memorie. Monto probabilmente è un fotografo professionista con la mogli che gli fa da assistente dandogli su comanda quello che lui gli ordina. Ad un certo punto lui smette di fotografare e a questo punto è la mogli ad entrare in azione con una apparecchio ben più modesto. Comunque il paesaggio che attraversiamo è stupendo e molto variato con tanta gente attiva a pescare, fare il bagno o semplicemente la toilette sul fiume. In certi punti il fiume è molto stretto e pieno di curve ed il nostro capitano deve continuamente suonare per evitare di scontrarsi con le imbarcazioni che scendono il fiume. Infine verso le 15.30, invece delle 13 come indicato dall'agenzia che ci ha venduto i biglietti, arriviamo sani e salvi, ma molto stanchi a Battambang. Qui ci facciamo portare all'albergo Reale (Royal Holtel) consigliatoci da altri backpackers. Purtroppo le camere a buon prezzo sono esaurite e ci tocca prenderne una a 18$, ma con tutti i confort. Dopo le peripezie del viaggio in barca ce lo possiamo permettere! Facciamo poi una visita alla stazione ferroviaria dove vediamo il famoso “bamboo train” cambogiano che viene messo e tolto dai binari a seconda del percorso e della direzione di marcia. Più che un mezzo di trasporto è diventato oggi una attrazione turistica. A cena andiamo in un ristorante cambogiano “Bus Stop” dove prenotiamo anche il viaggio di domani fino alla frontiera Thailandese.






venerdì 23 gennaio 2009

18 - 19 gennaio 2009 Siem Reap (Angkor Wat)

Partiamo con il bus alle 7 dopo una veloce colazione al ristorante sotto l'albergo. Molti passeggeri locali portano con se un'enormità di bagagli, sacchi, scatoloni e roba varia ciò che rende molto interessante è assistere al caricamento dei bagagli sul bus. Il bus è pieno ma a nostra sorpresa sono molto pochi i turisti. Il viaggio è abbastanza tranquillo, confortevole e viene interrotto da due fermate per rinfrescarsi e rifornirsi. Arrivati alla stazione dei bus veniamo portati con dei minibus da una Guesthouse legata alla compagnia di trasporto. Il posto che ci propongono non è male, ben situato ed il prezzo (8$ per notte) è accettabile, per cui decidiamo di rimanere al Ta Som Guesthouse. Siem Reap è praticamente la porta d'entrata ed il punto d'appoggio di chi vuole visitare le i resti della vecchia capitale dell'impero di Angkor. Il nome Angkor vuol proprio la capitale.
Dopo esserci ben informati su cosa si può vedere e come si può fare nei tre giorni che vogliamo dedicare al posto decidiamo di sfruttare l'opzione di entrare nel parco ancora stasera dopo le 16.45 per assistere al tramonto nelle rovine di Angkor Wat, (il tempio di Angkor) il fiore all'occhiello ed il posto più popolare dell'intero complesso che comprende almeno una trentina di siti in un raggio di una cinquantina di Km.. Con un “tuk tuk” ci facciamo portare all'entrata dove prendiamo il biglietto (20$ a persona), con foto personale, e andiamo direttamente a Angkor Wat passando per la foresta ed al lato del canale che circonda il sito. La visione del tempio principale con il paesaggio che la circonda, anche pur avendola vista su mille fotografie, e indimenticabile. Quasi come arrivare e vedere Machu Pichu la prima volta!! All'interno del sito girano molti monaci buddisti che con il loro vistoso vestito arancione rendono pittoresche la foto. Cerco di fotografarne uno che mi viene incontro e quando lo ringrazio questi mi rivolge la parola ponendomi la solita sequenza di domande .. da dove sei, quanto tempo sei in Camogia, come ti chiami ..ecc. Lui mi dice che è da tutto il giorno li per cercare di parlare inglese, e per mia grande sorpresa spagnolo, con i turisti! Lui mi spiega dove vive, cosa fa e ci invita a visitarlo nel suo convento a Siem Reap. Per un'ora e mezza giriamo fra i prati circostanti e le rovine per cercare la posizione ideale per fare la migliore foto con il colore rosso -arancio del sole che tramonta. Appena però il sole sparisce la temperatura scende e una buona giacchetta non è male per fare il viaggio di ritorno (ca 88Km) a Siem Reap. Rientrati combiniamo, con il nostro affabile e disponibile conducente di tuk tuk anche la visita di domani. Siamo abbastanza stanchi ed andiamo a cenare in un ristorante cambogiano in faccia al nostro alloggio.


Secondo giorno
Oggi tutto il giorno è dedicato alla visita di Angkor per cui alle 6.30 dopo una veloce colazione il nostro “tuk tuk driver” di ieri ci attende per portarci a visitare i singoli siti del complesso archeologico. §Iniziamo dal complesso chiamato Angkor Thom (la grande città fortificata) originalmente circondata da 12km di mura alti fino a 8m con all'esterno un fossato popolato da coccodrilli. Che mi ha colpito di più è stata la costruzione chiamata Bayon con le numerose torri con in cima 4 facce del Budda sorridente. Tante torri sono in cattivo stato ma quelle rimaste danno l'idea dii come maestosa doveva essere questo tempio. Girandoci dentro fra i diversi corridoi si ha l'impressione di essere costantemente osservato. Girato poi quasi due ore fra gli altri siti del Thom (vedi Baphuon, Preah Pallay, terrazza degli elefanti e Leper King). Impossibile menzionare tutti i dettagli di uun complesso così grande!.Poi ci spostiamo di diversi Km per visitare il complesso di Ta Prohm, per me quello più pittoresco e maestoso e anche rendersi conto quanto la vegetazione sia più forte delle opere dell'uomo. Il complesso è stato con i secoli assorbito dagli enormi alberi della foresta tropicale creando uno spettacolo degno dei migliori fil di Indiano Jones. L'interno è un labirinto di costruzioni, in parte cadute e ridotte ad un ammasso di grosse pietre ed in parte puntellate per non lasciale cadere del tutto. Poi dopo esserci girato per un paio di ore ed esserci addirittura persi ci spostiamo a vedere il Phnom Bakheng, il Ta Keo, Thommanon, il Preah Khan per finire poi a terminare l'intensa giornata archeologica a vedere ancora una volta il tramonto a Angkor Wat. Alla fine mi scappa la battuta: oggi con i tanti Wat (templi) abbiamo fatto sicuramente un Kilowattt!! Siam cosi stanche che dopo il rientro all'alloggio andiamo a mangiare al ristorante più vicino per poi andare a dormire presto.












Terzo giorno
Oggi è un giorno di relax, anche per riprenderci dalla fatica archeologica di ieri. Dopo la modesta colazione al nostro guesthouse partiamo a piedi per visitare il mercato centrale di Seam Reap, il mercato della frutta ed il lungo fiume dove assistiamo alla pesca con delle reti gettate a mano e a dei ragazzini che a pochi passi fanno il bagno nell'acqua poco invitante del fiume. Pranziamo in un piccolo e carino ristorante gestito da un cambogiano con la moglie thailandese in riva al fiume. L'ambiente calmo e la temperatura gradevole ci fanno rimanere ancora alcune ore dopo il pranzo. Poi ancora a piedi facciamo il giro dei templi; visitato prima il Wat Bo caratterizzato dai moltissimi stupa colorati per poi andare a visitare Phynann ,il monaco buddista incontrato l'altro ieri ad Angkor. Appena entrati ci viene incontro Phynann che con grande soddisfazione ci saluta e ci dice che oggi, sapendo che noi saremmo arrivati, ha preso un giorno di libero per accoglierci nel suo Tempio. Dopo averci mostrato il crematorio, e i vari angoli del grande tempio ci invita davanti alla sua abitazione e ci presenta Chanta il suo compagno di casa e di studi. Sul terrazzo davanti alla loro abitazione ci intratteniamo a lungo parlando e discutendo sulla vita monastica, sul buddismo e sulla Cambogia in generale. Poi scattiamo alcune fotografie prima di congedarci e scambiarci vicendevolmente auguri e gli indirizzi e-mail per rimanere in contatto. Noi continuiamo poi la nostra lunga camminata passando per il parco centrale e terminando ala nostro alloggi, dopo aver cenato in un ristorante dei paraggi. Prima di andare a dormire prenotiamo il viaggio di domani in barca fino a Battambang.

16 - 17 gennaio 2009 Phnom Penh (Capitale della Cambogia)

Fatto colazione all'ostello davanti alla spiaggia, preparato i bagagli e preso un “tuk tuk” per la stazione dei bus a lunga distanza. La partenza è puntuale alle 8.30 e il viaggio fino alla capitale della Cambogia dura 4 ore. Il paesaggio a parte l'attraversamento di qualche pittoresco ed animato villaggio non presenta niente di particolare. Notiamo le campagne brulle e secche che attendono la stagione delle piogge. Il bus arriva proprio in centro. Per evitare il solito assalto dei procacciatori di clienti per gli alberghi, ci fermiamo a mangiare in un ristorante vicino alla stazione di bus. Considerata la posizione centrale e il prezzo conveniente decidiamo di rimanere nell'albergo della compagnia di trasporto Capitol con la quale abbiamo fatto il viaggio. Per 6$ abbiamo una camera spaziosa e pulita anche se non tranquilla al terzo piano. Ma oramai ci siamo abituati qui nessun posto è proprio tranquillo! Usciamo poi a fare un lungo giro fino al fiume e attorno al Palazzo reale, dove vediamo un gruppo di persone locali e turisti che fanno ginnastica e esercizi di "thai chi" sul lungo fiume, per finire a cenare in un ristorante, consigliato dalla guida LP, che devolve una parte del ricavato per sostenere delle attività a favore dei bambini della strada di Phnom Pehn. Purtroppo questo è un capitolo nero per la Cambogia in generale. Troppi bambini sono in giro per le strade a cercare l'elemosina e diventano facilmente vittime di pedofili e altri malintenzionati. Mi fa specie poi leggere sulla stampa locale che la giustizia cambogiana la prostituzione e la pedofilia non sono considerate ufficialmente un reato; spetta al giudice di turno prendere una decisione .... ciò che non fa altro che favorire la grande piaga della corruzione!!


Secondo giorno

Il secondo giorno lo dedichiamo alla visita della parte storica e della zona vicino al lago di Boeng Kak. Anche oggi il tempo è bellissimo, in cielo non una nuvola e la temperatura è gradevole. Facciamo colazione, con un ottimo cappuccino e dei croissant, in un ristorante non lontano dall'albergo. Qui incontriamo due svizzeri che sono arrivati ieri dalla Thilandia, dove vivono, e vogliono visitare la Cambogia. Dopo la buona colazione ci incamminiamo verso la zona dove sorge il Palazzo Reale e la Pagoda d'argento. Durante il giro visitiamo anche il monumento all'amicizia fra il Vietnam e la Cambogia (un po' strano pensando all'invasione vietnamita del 1979 per dar fine alla guerra civile e liberare la Cambogia dai Kmehr rossi che a lungo sono stati i sostenitori dei Vietkong durante la guerra contro gli americani). Sono oramai i segni di una brutta e tragica storia ... che per certi versi è meglio dimenticare! In ogni caso è giusto che i monumenti inneggiano all'amicizia, l'unica cosa che stona sono i soldati e le armi che vi sono rappresentate. In se un monumento alla pace e all'amicizia molto ben armato! Poi giriamo attorno al grande monumento all'indipendenza posizionato al centro di una rotonda in mezzo al traffico. Fatto poi una camminata lungo il fiume, bevuto e mangiato delle noci di cocco per pranzo, per arrivare alle 13.30 all'entrata dell'area che comprende il maestoso Palazzo Reale e la Pagoda d'argento. Giriamo fra i diversi palazzi fra una moltitudine di giovani studenti che stanno anche loro visitando il posto. Più che ai palazzi i giovani sembrano più interessati ai turisti! Scopriamo poi che il nome della pagoda d'argento viene dal pavimento fatto di lastre d'argento. Dato il cattivo stato delle lastre il pavimento è però quasi interamente coperto di tappeti. Interessante è anche il museo adiacente al palazzo dove sono visibili delle rappresentazioni di feste reali con figure di dimensioni reali. Lasciamo poi questo bel posto con un “tuk tuk” per recarci in riva al lago Boeng Kak per assistere al tramonto. Non è un grande lago, ne per dimensione ne per qualità dell'acqua, ma le costruzioni in legno su palafitte e la posizione lo rendono molto pittoresco. Il posto è anche un luogo di incontro per i backpacker che cercano alloggio a buon prezzo e non vogliono subirsi il caos della zona centrale. Ben sistemati in un ristorante sul lago ci godiamo il tramonto con una birra Angkor e degli stuzzichini. Rientriamo poi al nostro albergo per riservare in viaggio di domani per Siem Reap che decidiamo di farlo in bus (5$, 4 ore)) invece che in barca (35$, 6 ore). Il viaggio in barca sul lago Tonle Sap lo faremo la prossima tappa.