Il nostro percorso

sabato 10 gennaio 2009

4 gennaio 2009 My Tho, delta del Mekong

Partenza presto dall'albergo e preso alle 8.00 bus locale fino a Cholong (quartiere cinese di Saigon) da dove partono i bus per My Tho. Tutto funziona bene fino alla stazione dei bus di Clolong poi qui quando crediamo di essere sul bus per My Tho ci fanno scendere di fretta ci portano via di mano i bagagli per farci salire nel casino generale sul bus più grade e già ammassato di gente e bagagli. E qui ci capita la fregatura; un tipo con tanti soldi in mano e che noi crediamo sia il cassiere del bus ci chiede, facendoci vedere le banconote che dobbiamo pagare 300'000 dong a testa (circa 15 fr.). Noi, senza valutare bene l'importo, (d'altronde è il nostro primo viaggio in bus!) gli diamo quanto richiesto. Lui si dilegua, e noi vedendo anche le facce degli altri chiediamo quanto hanno pagato loro, e scopriamo che noi abbiamo pagato circa 10 volte quanto loro. Per fortuna la bigliettaria, quella ufficiale, forse per compassione o magari per convivenza con il malandrino, non ci chiede di pagare il biglietto giusto!! Va beh! per noi non è una grande cifra ... ma farsi fregare cosi facilmente non mi piace per niente; anche se poi scopriremo che anche altri sono stati fregati alla stessa maniera e con importi molto più elevati. Qui capiamo quanto sia meglio, almeno in Vietnam, viaggiare con i treni. Tutto è meglio organizzato, ci sono gli orari e le biglietterie; con i biglietti si è sicuri di pagare il prezzo giusto.
Arrivati poi alla stazione dei bus di My Tho altra lotta con i conducenti di “motorbike” che ci vogliono portare in centro; sono veramente ossessionanti e addirittura aggressivi. Noi vogliamo andare in centro con un taxi, ma questi insistono dicendo che non ci sono taxi! Poi arriva un taxi e quando noi cerchiamo di avvicinarci loro intimidiscono il taxista obbligandolo ad allontanarsi. Noi capiamo il gioco e ci allontaniamo seguendo il taxi e dopo appena girato l'angolo prendiamo lo stesso taxi che ci porta in centro. Il taxista ci fa capire che nella zona della stazione comandano i conducenti di motorbike e lui deve attendere i clienti un po più lontano. In poche parole una vera e propria mafia, o cartello dei “motorbikers” per garantirsi i soldi degli ignari turisti! In certi posti poi il tutto è organizzato in modo che non appena un turista scende dal bus (qualche volta anche prima) viene attribuito ad un "agente" , il quale se non riesce ad accaparrarsi lui il cliente riceve da qualunque altro che darà il servizio una provvigione; il turista non si accorge naturalmente di niente!
Il primo albergo che visitiamo è pieno, ma il proprietario ci indirizza ad un altro, ancora suo, nuovo con lo stesso nome, ma un po meno economico. Visto però il bel posto proprio in riva al Mekong decidiamo di rimanerci. Viso l'ora, sono solo le due del pomeriggio, decidiamo di fare un giro in barca sul fiume e visitare le isole davanti alla città. Il tour comprende anche la visita di un produttore di miele, di una coltivazione di frutta esotica, di un fabbrica artigianale di produzione di dolci di cocco e, per finire di un tempio costruito da un personaggio particolare e stravagante chiamato "Coconut Monk" (Monaco delle noci di coco). Questi che aveva fondato negli ann1 50 una strana setta mescolando il buddismo ed il cristianesimo. Il suo nome viene dal fatto che si alimentava solo con quanto prodotto con le noci di cocco. Mori nel 1990 e ora imangono solo le ruiine di quello che doveva essere il suo tempio! Di tutto quanto visitato ci è piaciuta la visita alla coltivazione con degustazione di frutta esotica. La degustazione era allietata da musica e canti popolari della regione. Rientriamo al tramonto, facciamo ancora un giro in centro città, dove incontriamo un anziano con il quale ci intratteniamo una mezzoretta, prima di rientrare a cenare al ristorante dell'albergo in riva al Mekong. La temperatura e un leggero vento rende l'ambiente serale molto gradevole.

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