Il nostro percorso

domenica 16 novembre 2008

14 – 15 novembre 2008 in treno da Beijing a Lahsa (Tibet)

Mi sveglio alle 8.00 circa, quando il treno sta entrando a X'ian, la seconda fermata dopo Shijianzhuang, della quale dormivamo così bene che non ci siamo nemmeno accorti. Qui scende la nostra compagna di scompartimento e da qui via saremo soli noi tre ad occupare tutto il posto. Anche se il posto, se confrontato con i treni russi è molto più limitato. Per contro abbiamo i letti più larghi. I vagoni sono quasi nuovi e dispongono addirittura di una presa di corrente che ci permette di caricare tutte le nostre svariate apparecchiature elettroniche. Abbiamo anche un display, che non funziona o non siamo stati capaci di far funzionare; l'illuminazione è tramite LED; inoltre la temperatura ed il volume degli altoparlanti si può regolare individualmente per scompartimento. Come unicum per dei vagone ferroviari vi è per ogni persona una presa per la maschera ad ossigeno per chi dovesse avere problemi di respirazione in altura.
A X'ian e per le prossime ore fino a Lanzhou il tempo è coperto e a tratti piove di modo che fare foto dal finestrino è un'impresa difficile. Dopo Lanzhou entriamo nella zona desertica della provincia del Guanzhou e qui si schiarisce e abbiamo un sole splendido; la temperatura esterna è pero sotto zero. Il paesaggio e cdemarcato dalla valle del fiume giallo che erodendo si è scavato dei profondi canion. La linea ferroviaria segue il fiume con tratti in galleria e su viadotti. Ogni tanto vi sono estese zone agricole con enormi estensioni di brutte serre di plastica. Tra parentesi Lanzhou, che passiamo alle 15 circa, ha quasi tre milioni di abitanti ed è un grande centro industriale della regione. L'inquinamento industriale è visibile ad occhi nudi. Abbiamo visto una fabbrica di cemento dal cui camino usciva un nuvolone di polvere con la conseguenza che tutta la zona era bianca, come se avesse appena nevicato. La nostra guida dice che fino alcuni anni fa Lanzhou contava come una delle città più inquinate del pianeta. Certo che Kyoto è ancora molto lontano!!
Verso l'imbrunire raggiungiamo Xining, la capitale della regione del Quinghai, dove abbiamo 15 minuti per sgranchirci le gambe e scattare qualche foto. Con le nostre scorte facciamo una cena frugale per poi andare a nanna per la seconda notte.
Passa poi un controllore in divisa che ci fa compilare e firmare un documento che certifica che non abbiamo problemi di salute in relazione all'altitudine. La notte passa tranquilla mentre il treno continua a salire verso l'altipiano del Tibet.
La mattina ci svegliamo con uno spettacolo grandioso, non si è ancora alzato il sole, splende la luna piena e tutt'attorno una pianura innevata con le montagne bianche all'orizzonte.
Per diverse ore seguiamo lo spettacolo con la macchina fotografica in mano a fotografare lo spettacolo con cavalli selvatici, asini, jack e altri animali che non conosciamo ancora.
Intanto il treno continua a salire e il mio altimetro del GPS inizia addirittura ad impazzire indicando 11'000m! L'altezza massima ldi 5'180 del passo del Tangulla la raggiungiamo dopo la stazione di Golmud,.
In effetti questa è la linea ferroviaria più alta al mondo. La linea Quinghai – Tibet è stata inaugurata nel 2006 ed è da considerare una delle maggiori opere di ingegneria civile costruite negli ultimi anni. La linea e completamente elettrificata ed è costruita in gran parte su viadotti rialzati, pper evitare il problema del permafrost, gallerie o ponti. Questa regione è situata interamente sopra i 4'500m, in questa stagione, interamente innevata mentre i fiumi sono gelati e in alcuni punti formano delle elevate incrostazioni di ghiaccio sopra il livello del fiume. Poi gradualmente scendendo il paesaggio cambia, la neve è prima solo a sprazzi poi sparisce e lascia intravvedere qualche ciuffo di erba secca. Qui si intravvedono le prime mandrie di jack e pecore. La domanda che ci facciamo e cosa trovano da mangiare questi enormi animali in un territorio cosi secco e coperto da neve?
Passiamo alle 16.00 l'ultima stazione prima di Lhasa, si tratta di Nagku, un anonimo insediamento lungo la ferrovia con una luccicante nuova stazione. Costeggiamo poi un bellissimo lago di un color blu stupendo.
Il sole inizia a scendere dietro le incantate montagne coperte di neve mentre il treno si avvicina lungo una valle interminabile alla meta del nostro viaggio, Lahsa la capitale della regione autonoma del Tibet. La stazione di Lahsa è moderna e molto pulita.
Qui veniamo accolti dalla nostra guida locale, una tibetana di nome Diki, che con l'aiuto dell'autista ci porterà all'albergo Shambala nel centro di Lahsa. Ceniamo poi in un ristorante tibetano a due passi dall'albergo.

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