Oggi è domenica quindi è tutto tranquillo e riusciamo a dormire fino a più tardi del solito, facciamo poi la colazione al ristorantino accanto che appartiene all'hotel. Poi prendiamo i nostri bagagli e ritorniamo con un taxi al terminal dei bus. Sono le 10.30 ed il nostro bus per Calama parte già alle 11. Avremmo voluto andare direttamente fino a San Pedro de Atacama ma decidiamo di fermarci a Calama per verificare se il treno per la Bolivia circola ancora o se secondo certe informazioni è stato definitivamente sospeso. Il percorso odierno continua all'interno del deserto di Atacama ed è contrassegnato dalle vecchie miniere abbandonate di salnitro che furono per molti anni, fino alla produzione del salnitro sintetico, la ricchezza della regione . Purtroppo però questa ricchezza andò per gran parte nelle mani delle nazioni coloniali dell'epoca, in particolare degli inglesi che monopolizzarono il commercio del salnitro cileno. Il nostro bus è quasi vuoto ciò che ci permette di cercare il posto migliore per scattare foto. Qua e la si vedono vecchie ruine dei vecchi insediamenti minerari, ma i segni più frequenti sono purtroppo le croci e i piccoli altari ai lati della strada per ricordare i morti per incidente stradale. Passiamo per le città-oasi di Buquedano e Serra Gorda prima di arrivare a Calama, la nostra destinazione iniziale odierna. A Calama vorremmo chiarire se il treno per Uyuni in Bolivia è ancora in funzione o no. Le info, come al solito, sono contrastanti e non ci rimane che recarci sul posto per verificare. Il nostro bus si ferma al lato opposto della città per cui prendiamo un taxi per recarci in centro e più vicino alla stazione ferroviaria. Calama è una tipica città mineraria e ben poco attrattiva e a parte il centro non presenta niente di particolare. La stazione è chiusa, chiediamo info sul servizio ferroviario ma tutti ci dicono che il servizio è sospeso e che non si sa quando riprenderà. Facciamo una ricerca per trovare un hotel e ci sentiamo dire 'todo occupado' o ci chiedono prezzi al di fuori del nostro budget. Visto che sono solo le due del pomeriggio decidiamo di prendere il prossimo bus ed andare subito a San Pedro de Atacama. Detto fatto alle tre partiamo con un bus sul quale siamo in solo quattro passeggeri per la destinazione più turistica del deserto di Atacma. Il percorso fra Calama e San Pedro, che avevo percorso in senso inverso nel lontano 1977, è fra i più spettacolari che ci si può immaginare. In modo particolare la vista e la discesa nella valle dove si trova la depressione diAtacama è favolosa, con i colori della pianura-oasi e la cordigliera delle Ande con vari vulcani che passano i 6'000 metri di altitudine. Arriviamo a San Pedro un po' in ritardo sull'orario previsto, Il motivo è che l'autista vedendoci a fotografare come selvaggi sul bus, in un punto panoramico si ferma e ci chiede se vogliamo scendere per scattare le foto; non possiamo rifiutare una tal gentile proposta. Alla stazione dei bus veniamo avvicinati da una gentile signora che ci propone di visitare la sua pensione a cinque minuti dal centro. Il posto è molto accogliente, spazioso e pulito. Unico neo, che scopriamo solo dopo, la colazione non è inclusa, anche se il prezzo lo farebbe pensare. Decidiamo di rimanere, depositiamo le nostre cose e ci rechiamo subito a visitare il centro del paese. Sul cammino vedo che siamo sistemati vicino al punto di frontiera cileno per chi viene dal 'Passo de Jama', proprio il passo che avevamo percorso con il VW-Bus nel lontano 1977. La San Pedro che ho nei ricordi di quel periodo è totalmente cambiata, oltre ad essere più grande è ora tutta orientata al turismo con tantissimi negozi, ristoranti e alloggi per ogni desiderio. Noi ceniamo in una pizzeria del cento, la pizza vegetariana è abbondante e buona. Dopo il tramonto la temperatura scende drasticamente ed è importante avere sottomano almeno una giacchetta da mettersi. Qui a 2'500 m di altitudine sentiamo anche l'affaticamento per l'altezza, per cui è meglio camminare lentamente. Dopo cena cerchiamo di avere info sul prossimo percorso verso la Bolivia.
Il nostro percorso
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