Dopo aver fatto la doccia razionate facciamo colazione con il primo sole sulla piazza centrale per poi recarci alla stazione dei bus per Potosì. Mentre attendiamo il nostro bus abbiamo il tempo per scattare alcune fotografie del mercato locale. Il bus partirà alle 10.30, invece delle 10 e non sarà il bus della compagnia che avevamo prenotato. Sarà un sistema di 'code sharing' alla boliviana. Alla partenza grande confusione perché tanti persone locali erano saliti senza aver riservato il posto come avevamo fatto diligentemente noi la sera prima. Il paesaggio che percorriamo è bellissimo fra continui saliscendi fra le montagne e valli andine. Arriviamo a Potosì alle 16.30. Dalla stazione dei bus, visto che qui è tutto in pendenza e siamo a quasi 4'000m, ci facciamo portare all'Hotel Jerusalem in taxi, L'albergo è in stile coloniale e molto ben conservato. Facciamo poi il giro del centro per poi cenare al 'Ristorante 4060', la cifra indica l'altezza del posto sul livello del mare
Qui ad ogni passo che si fa si vede evidente la storia coloniale di Potosi e del 'Cerro Rico' la montagna, dalla quale è stato estratto, come si dice, tanto argento da poter costruire un ponte fra la Spagna ed il Sudamerica. Per dire che qualcosa valeva una fortuna a quei tempi si diceva che 'vale un Potosì'. Si dice anche che ca. un quarto di tutto l'argento esistente al mondo viene dal Cerro Rico. Oggi questa montagna è come un'emmental, tutto vuoto all'interno. Tanto per dare un'idea nell'epoca di maggior splendore (sfruttamento), attorno al 1'550, con ca. 200'000 abitanti, Potosì era più popolosa di Londra o Parigi.
Il nostro percorso
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