Per svegliarci presto stamattina avevamo messo la sveglia sul telefonino alle 6, ma già alle 5 suona il telefono. Al primo momento penso di esserci sbagliati di un'ora, scopriremo poi che invece era un SMS della sorella di Maggie che ci segnalava che era in corso un allarme tzunami sull'isola di Pasqua. Subito dopo le 5 ecco che qualcuno bussa alla nostra porta annunciandoci che era in corso un allarme tsunami anche da noi e che dobbiamo prendere tutto, ma solo lo stretto necessario, e andare alle 5.30 davanti la ricezione ad attendere istruzioni. Noi siamo i primi ad attendere ma non c'è in giro nessuno. Dopo aver atteso 10-15 minuti oltre l'orario prestabilito e vedendo altri che con le auto si recano al Beachcomber Ressort, che è situato su un promontorio e abbastanza lontano dal mare. Nel mentre arrivano anche Otto e Sabine, una copia di tedeschi. Visto che noi abbiamo l'auto decidiamo di prenderli con noi e spostarci al punto di raccolta prestabilito. Mentre arriviamo al posteggio del Beachcomber comincia diventare giorno e tutti sembrano in contemplazione del mare. Anche se sono solo le 6.30 e le prime onde dello tzunami sono annunciate per le 8. Comunque tutto è calmo e la gente ne approfitta per conversare fra di loro. Tramite la radio ascoltiamo gli ultimi aggiornamenti che arrivano dalle altre isole. Dalle notizie apprendiamo che lo tsunami è stato causato da un micidiale terremoto di 8.9 gradi nel sud del Cile, e avrebbe già causato 250 morti. Ma ad ogni notiziario la cifra continuerà ad aumentare. Discuto a lungo con Otto e la moglie che sono ambedue esperti di costruzioni e conoscono bene la materia. Il fatto che questo terremoto sia addirittura più potente di quello di Haiti che ha fatto 200'000 morti ci fa pensare che, o le cifre non quadrano o che in Cile le costruzioni sono molto meglio predisposto conto i terremoti. Comunque ancora una volta abbiamo la prova di quanto sia movimentata la cosiddetta “terra ferma”. Noi passiamo poi la lunga attesa recandoci più in alto davanti al ristorante del ressort con una piscina favolosa davanti. Sembra di essere a precipizio sul mare. Il tempo passa, i comunicati radio sono un po confusi. Sembra che l'onda sia stata di 4 metri alle isole Marchesi, mentre a Tahiti sembra stata di soli 30 cm. A Moorea, dove siamo noi, l'onda principale dovrebbe arrivare verso le 8.40. Visto dall'alto e da questa distanza sembra che il livello della laguna si sceso e le ondate sulla barriera corallina siano state più forti. Ognuno dice la sua, le info ufficiali diranno poi che il movimento dell'onda è stato molto lento e all'interno della laguna l'acqua si è alzata di 20 -30 cm sopra il livello normale. Alle 11.30 le sirene annunciano la fine dell'allarme ed adagio adagio tutti partono e si ritorna nella normalità. Rimane il pensiero di quello che potrebbe essere successo in Cile e alle isole davanti la costa, vedi le isole Jan Fernadez (l'isola di Robinson Crusue)e quella di Pasqua. Sembrerebbe che l'isola Jan Fernadez sia stata travolta da un'onda di almeno 15 metri. Le prime notizie ci dicono che dei 300 abitanti che vivono sulla costa a livello del mare, nessuno abbia potuto salvarsi. Noi rientriamo all'albergo, facciamo colazione ed il check-out per poi ripartire in auto verso l'agenzia Avis sull'altro lato dell'isola. Intanto quasi per completare l'opera si mette a piovere a dirotto. All'agenzia, consegnata l'auto, ci portano all'aeroporto dove vorremmo sapere cosa possiamo fare con i nostri voli. Visto il ritardo, sono oramai le 12.30, preferiremmo annullare tutto o spostare i voli a domani. All'aeroporto, anch'esso rimasto chiuso fino alle 11.30, ci dicono che per cambiare qualcosa dobbiamo andare dall'agenzia che ce li ha venduti. Oggi è però sabato e l'agenzia fino a lunedì e chiusa. Bella fregatura! Il nostro volo delle 10.20 partirebbe fra 20 minuti alle 13.30. In questa situazione non ci rimane che partire lo stesso per Bora, Bora anche se poi il tempo che vi rimaniamo sarà di sole 4 ore. La bella sorpresa per noi sarà che il tempo sia sull'isola di Huahine dove faremo scalo sia a Bora Bora sarà bello. Ritroveremo la pioggia solo al rientro a Papeete. La vista dall'aereo sull'isola di Bora Bora, prima dell'atterraggio, con i colori della laguna e della barriera corallina tutt'attorno è magnifica. Solo questo merita una visita, seppure breve e platonica, a queste stupende isole del gruppo di 'isole della società'. Se i costi degli alloggi non fossero così alti avremmo potuto rimanere più a lungo e godere anche di quello che si può vedere a terra e nell'acqua della laguna. Arrivati all'aeroporto, che si trova a ridosso della barriera corallina, prendiamo la prima navetta che ci porta in 15 minuti fino al porto di Vaitape sull'isola principale. Qui abbiamo giusto il tempo di fare una passeggiata a piedi sotto il sole caliente, mangiare un sandwich in uno snack vicino e ritornare per riprendere la navetta e ritornare all'aeroporto. Il nostro volo riparte proprio mentre sta diventando notte e ci da cosi la possibilità di rivedere l'isola dall'alto con il sole appena tramontato. Il volo è diretto e breve. Con un taxi ci facciamo portare al nostro alloggio dove siamo stati le prime due notti a Papeete. La giornata con l'allarme tzunami alle 5 e le varie peripezie per i voli è stata molto intenza e affaticante.
Il nostro percorso
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