Siamo alloggiati al Keu Henua, un agriturismo appena fuori la città di Hanga Roa, la capitale e unico agglomerato dell'isola che conta ca 4'500 abitanti. I nostri vicini di capanna son due francesi di Montpellier arrivati sullo stesso aereo con noi, Appena sotto la nostra abitazione è ubicato il pittoresco cimitero dell'isola. Passiamo poi la giornata a sistemarci nella nostra accogliente camera e a fare visita al centro dove, all'ufficio della LAN Chile riusciamo a confermare il nostro volo per Santiago al 9 di marzo. In ogni spostamento che facciamo siamo accompagnati dal cane Tonga che ci segue continuamente e ci aspetta davanti ai negozi e ristoranti che entriamo. Qui i cani abbondano, ma contrariamente quanto crediamo non sono randagi, ma come ci dirà Elvira ognuno ha un suo padrone. Il positivo, da come abbiamo visto finora, è che sono tranquilli e per niente aggressivi.
Alla sera, al tramonto del sole, visitiamo i Moai qui appena sotto il nostro alloggio. Le foto sono bellissime con il mare, il cielo e le nuvole che ad ogni momento cambia aspetto e colore. Ritorniamo poi in centro per cenare assieme agli altri svizzeri in un ristorante del centro. Proviamo il 'cevice', pesce crudo con limone, cipolle e pomodori fatto alla cilena.
Secondo giorno
Già appena alzati Maggie non sta bene e lamenta dolori al ventre. Facciamo la colazione servita dalla gentile signora dell'agriturismo. Più tardi Maggie dovrà rimetterà tutto e passerà la giornata a letto. Sarà stato l'aglio nel 'cevice' di ieri sera, sarà stato il budino ricevuto sull'aereo, sarà lo stress psichico degli ultimi giorni a Tahiti? ... Chissà, io ho praticamente mangiato le stesse cose ma non ho denotato niente di particolare. Per fortuna verso sera sta meglio ed il giorno dopo si sarà ripresa totalmente. Io passo la giornata a consultare la posta elettronica e cercare di aggiornare il Blog rimasto in grave ritardo. Qui abbiamo un collegamento Internet gratuito ma di qualità veramente limitata. Ci vuole una pazienza del diavolo solo a caricare delle semplici foto sul mio blog.
Terzo giorno
Dopo la solita ottima colazione, oggi arricchita con avocado e pomodori, prendiamo le biciclette per fare un giro di ricognizione dell'isola. Ci lasciamo consigliare dai francesi che lo hanno già fatto ieri. Partiamo attraversando la via principale di Hanga Roa e procedendo fino al mare seguendo la pista dell'aeroporto. Alla fine della pista vediamo quello che avevamo notato all'arrivo, la pista inizia proprio sulla roccia a precipizio sul mare. Procediamo poi su una pista non asfaltata che lungo la movimentata e pittoresca costa nord dell'isola. Le onde che arrivano sulla scogliera son maestose e si infrangono con grandi spruzzi facendo molta schiuma. Lo spettacolo è cosi maestoso che si possono passare ore a d ammirare le onde che di continuo si infrangono contro le rocce vulcaniche dell'isola. Poi il resto percorso è quasi tutto asfaltato, ma girano pochissimi veicoli. Sulla costa ammiriamo e fotografiamo molti resti archeologici con dei Moai in gran parte rovinati con i resti disseminati qua e la. Sono quelli distrutti dagli abitanti medesimi in lotta fra di loro. Restiamo però a bocc aperta quando arriviamo, abbastanza affaticati, al complesso di Tongariki dove ben 15 Moai sono messi in fila in una spianata non lontana dal mare. Anche questi erano stati distrutti, ma una equipe di giapponesi e locali nel 1996 li ha abilmente rimessi al suo posto originario. Continuando poi il giro arriviamo ai piedi del vulcano Rano Raraku sulle cui falde sono eretti moltissimi Moai chhe fanno bella presenza con i loro sguardi fissi rivolti verso il mare. Prima di passare in rassegna fotografica i Moai andiamo a visitare il cratere del Rano Raraku e qui rimaniamo meravigliati dal bel lago e dai tanti cavalli che popolano l'interno del cratere. Anche qui sulle pendici interne del cratere vi sono piazzati vari Moai a fare da guardia della laguna. All'esterno possiamo vedere le cave dove i Moai venivano scavati dalla roccia. Alcuni sono ancora li mezzi scavati a testimoniarci la l'ingegno e la pazienza che dovevano avere avuto gli scultori di queste opere d'arte scultoree. L'addetto alla sorveglianza del sito, che fa parte del parco nazionale e patrimonio dell'umanità, ci fa il rifornimento di acqua per il ritorno e ci consiglia di ritornare sullo stesso percorso da dove siamo venuti. L'alternativa sarebbe stata troppo lunga e non saremmo rientrati prima di notte a Hanga Roa. A malincuore riprendiamo la stessa strada per il ritorno e dopo aver fatto una grande faticaccia a risalire gli ultimi km prima di Hanga Roa rientriamo in circa due al nostro alloggio, non senza esserci rinfrescati con una ottima birra di produzione locale di nome Mahihi. Il giro fatto oggi si aggira sui 40 km, l'unico problema avuto è la sella che era un po poco comoda; sicuramente ne sentiremo le conseguenze per un paio di giorno ancora. Dopo aver fatto la doccia abbiamo ancora sufficienti energie per recarci in centro e fare una ottima cena da Kao all'altro lato della città. Arriviamo poi al nostro alloggio pochi minuti prima che un breve ma violento acquazzone si scatena sull'isola. Tanto sole e preso, malgrado siamo già abituati, una leggera scottatura.
Quarto giorno
Oggi giornata di riposo che dedichiamo a lavare i vestiti, a risistemare i bagagli, ad aggiornare il Blog e ad archiviare le numerose fotografie che si stanno inesorabilmente accumulando e stanno creando problemi di spazio sia sul Laptop sia sul disco di Backup. Abbiamo avuto fortuna a fare questa scelta perché oggi ha piovuto intensamente varie volte. Solo verso sera ritorna il sole e così decidiamo di tentare la scalata al vulcano Ranu Kau situato appena dietro l'aeroporto. Vicino al molo delle barche facciamo un breve rifornimento con delle 'empanadas' per poi continuare la camminata di un'ora e mezza, su un cammino parzialmente in un bosco di eucaliptus, sino al bordo del cratere. Un cane ci accompagna fino quasi in cima poi sparisce alla visione di alcune mucche e cavalli. La vista all'interno del cratere, con laghi e boschi è magnifica. Peccato solo che il sole sta lentamente tramontando per cui, mentre una parte del cratere è illuminata, l'altra parte è già nell'ombra; ciò che rende difficile scattare delle belle foto. Siamo però compensati dall'apparire di un bellissimo e magico arcobaleno che sovrasta il cratere e si rispecchia nell'acqua del lago. Mentre stiamo percorrendo a piedi l'ultimo tratto di strada sino al sito archeologico di Orongo uno dei guardaparco che sta salendo in auto a prendere i colleghi, ci prende a bordo per portarci all'entrata del parco. Sono già le 20.15 ma abbiamo ancora il tempo per fare il giro del bellissimo centro cerimoniale, dove ancora ogni anno si tiene un'importante festa cerimoniale. Si tratta di una sfida di coraggio e temerarietà fra i vari clan dell'isola per portare in cima al cratere un uovo intatto di uccello, di nome Orongo, prelevato dal suo nido su un'isola davanti alla scogliera. Questa cerimonia è ben rappresentata nel film 'Rapa Nui' con Kevin Kostner. Mentre stiamo per riprendere la discesa arriva la pioggia ed abbiamo fortuna di poter scendere con i tre guardaparco che ci portano comodamente fino in città. Intanto è notte e possiamo dirci fortunati di aver trovato il trasporto per ritornare. Terminiamo poi la giornata con una ottima cena a base di pesce crudo in un ristorante all'inizio della avenida Atamu Tekena, la strada principale di Hanga Roa.
Quinto giorno
Facciamo colazione con David e Pascale, con i quali abbiamo convenuto ieri di andare assieme con un taxi fino all'altro capo dell'isola, ad Anakena dove si trova la più bella spiaggia dell'isola ed il sito archeologico di Ahu Nau Nau' con una serie di 6 Moai proprio davanti la spiaggia. Dopo aver fatto rifornimento per la giornata prendiamo un taxi con una taxista 'speedy gonzales' che ci porta fino all'incrocio delle strade ad un km dalla spiaggia. Conveniamo con la taxista di venire a prenderci alle 'cinco de la tardes'. Mentre David e Pascale vanno in direzione del vulcano Poike, noi andiamo ad Anakena e dopo la solita foto dei fotogenici Moai da ogni possibile direzione ci appostiamo all'ombra delle palme davanti alla spiaggia. Io facci il bagno fra le belle e lente onde che entrano nella baia, mentre Maggie si esercita a filmarmi con la macchina fotografica. Facciamo poi il nosztro spuntino con ananas e banane per poi fare un camminata di ca. 6km costeggiando il mare attorno al promontorio di Anakena. Il paesaggio con le onde, le isolette, la scogliera, il mare ci invoglia continuamente a scattare foto. Quando pensiamo di aver fatto il giro del promontorio ecco la sorpresa; un passaggio stretto ed obbligato fra gli scogli con l'alta marea e le onde imprevedibili è davanti a noi. Sono solo una decina di metri, ma sufficienti per finire con i pantaloni bagnati fino alla cinta. Per fortuna il sole ed il vento li fanno asciugare rapidamente e quando alle cinque quando reincontriamo David e Pascale siamo già asciutti. David, prima di ritornare, ci indica un posto interessante ad un paio di km che dobbiamo assolutamente ancora visitare; è il 'Te Pito Kura' un posto che per gli isolani è il 'centro della terra o l'ombelico del mondo'. E' composto da una sfera grande e da quattro più piccole orientate secondo i punti cardinali. La sfera principale è magnetica e Maggie con la sua bussola ci dimostra l'effetto sull'ago magnetico. Rientrati al nostro agriturismo ci rinfreschiamo per poi andare a cena con Amanda, Mario e Patrick al ristorante Kano che noi avevamo già apprezzato due sera fa.
Alla sera, al tramonto del sole, visitiamo i Moai qui appena sotto il nostro alloggio. Le foto sono bellissime con il mare, il cielo e le nuvole che ad ogni momento cambia aspetto e colore. Ritorniamo poi in centro per cenare assieme agli altri svizzeri in un ristorante del centro. Proviamo il 'cevice', pesce crudo con limone, cipolle e pomodori fatto alla cilena.
Secondo giorno
Già appena alzati Maggie non sta bene e lamenta dolori al ventre. Facciamo la colazione servita dalla gentile signora dell'agriturismo. Più tardi Maggie dovrà rimetterà tutto e passerà la giornata a letto. Sarà stato l'aglio nel 'cevice' di ieri sera, sarà stato il budino ricevuto sull'aereo, sarà lo stress psichico degli ultimi giorni a Tahiti? ... Chissà, io ho praticamente mangiato le stesse cose ma non ho denotato niente di particolare. Per fortuna verso sera sta meglio ed il giorno dopo si sarà ripresa totalmente. Io passo la giornata a consultare la posta elettronica e cercare di aggiornare il Blog rimasto in grave ritardo. Qui abbiamo un collegamento Internet gratuito ma di qualità veramente limitata. Ci vuole una pazienza del diavolo solo a caricare delle semplici foto sul mio blog.
Terzo giorno
Dopo la solita ottima colazione, oggi arricchita con avocado e pomodori, prendiamo le biciclette per fare un giro di ricognizione dell'isola. Ci lasciamo consigliare dai francesi che lo hanno già fatto ieri. Partiamo attraversando la via principale di Hanga Roa e procedendo fino al mare seguendo la pista dell'aeroporto. Alla fine della pista vediamo quello che avevamo notato all'arrivo, la pista inizia proprio sulla roccia a precipizio sul mare. Procediamo poi su una pista non asfaltata che lungo la movimentata e pittoresca costa nord dell'isola. Le onde che arrivano sulla scogliera son maestose e si infrangono con grandi spruzzi facendo molta schiuma. Lo spettacolo è cosi maestoso che si possono passare ore a d ammirare le onde che di continuo si infrangono contro le rocce vulcaniche dell'isola. Poi il resto percorso è quasi tutto asfaltato, ma girano pochissimi veicoli. Sulla costa ammiriamo e fotografiamo molti resti archeologici con dei Moai in gran parte rovinati con i resti disseminati qua e la. Sono quelli distrutti dagli abitanti medesimi in lotta fra di loro. Restiamo però a bocc aperta quando arriviamo, abbastanza affaticati, al complesso di Tongariki dove ben 15 Moai sono messi in fila in una spianata non lontana dal mare. Anche questi erano stati distrutti, ma una equipe di giapponesi e locali nel 1996 li ha abilmente rimessi al suo posto originario. Continuando poi il giro arriviamo ai piedi del vulcano Rano Raraku sulle cui falde sono eretti moltissimi Moai chhe fanno bella presenza con i loro sguardi fissi rivolti verso il mare. Prima di passare in rassegna fotografica i Moai andiamo a visitare il cratere del Rano Raraku e qui rimaniamo meravigliati dal bel lago e dai tanti cavalli che popolano l'interno del cratere. Anche qui sulle pendici interne del cratere vi sono piazzati vari Moai a fare da guardia della laguna. All'esterno possiamo vedere le cave dove i Moai venivano scavati dalla roccia. Alcuni sono ancora li mezzi scavati a testimoniarci la l'ingegno e la pazienza che dovevano avere avuto gli scultori di queste opere d'arte scultoree. L'addetto alla sorveglianza del sito, che fa parte del parco nazionale e patrimonio dell'umanità, ci fa il rifornimento di acqua per il ritorno e ci consiglia di ritornare sullo stesso percorso da dove siamo venuti. L'alternativa sarebbe stata troppo lunga e non saremmo rientrati prima di notte a Hanga Roa. A malincuore riprendiamo la stessa strada per il ritorno e dopo aver fatto una grande faticaccia a risalire gli ultimi km prima di Hanga Roa rientriamo in circa due al nostro alloggio, non senza esserci rinfrescati con una ottima birra di produzione locale di nome Mahihi. Il giro fatto oggi si aggira sui 40 km, l'unico problema avuto è la sella che era un po poco comoda; sicuramente ne sentiremo le conseguenze per un paio di giorno ancora. Dopo aver fatto la doccia abbiamo ancora sufficienti energie per recarci in centro e fare una ottima cena da Kao all'altro lato della città. Arriviamo poi al nostro alloggio pochi minuti prima che un breve ma violento acquazzone si scatena sull'isola. Tanto sole e preso, malgrado siamo già abituati, una leggera scottatura.
Quarto giorno
Oggi giornata di riposo che dedichiamo a lavare i vestiti, a risistemare i bagagli, ad aggiornare il Blog e ad archiviare le numerose fotografie che si stanno inesorabilmente accumulando e stanno creando problemi di spazio sia sul Laptop sia sul disco di Backup. Abbiamo avuto fortuna a fare questa scelta perché oggi ha piovuto intensamente varie volte. Solo verso sera ritorna il sole e così decidiamo di tentare la scalata al vulcano Ranu Kau situato appena dietro l'aeroporto. Vicino al molo delle barche facciamo un breve rifornimento con delle 'empanadas' per poi continuare la camminata di un'ora e mezza, su un cammino parzialmente in un bosco di eucaliptus, sino al bordo del cratere. Un cane ci accompagna fino quasi in cima poi sparisce alla visione di alcune mucche e cavalli. La vista all'interno del cratere, con laghi e boschi è magnifica. Peccato solo che il sole sta lentamente tramontando per cui, mentre una parte del cratere è illuminata, l'altra parte è già nell'ombra; ciò che rende difficile scattare delle belle foto. Siamo però compensati dall'apparire di un bellissimo e magico arcobaleno che sovrasta il cratere e si rispecchia nell'acqua del lago. Mentre stiamo percorrendo a piedi l'ultimo tratto di strada sino al sito archeologico di Orongo uno dei guardaparco che sta salendo in auto a prendere i colleghi, ci prende a bordo per portarci all'entrata del parco. Sono già le 20.15 ma abbiamo ancora il tempo per fare il giro del bellissimo centro cerimoniale, dove ancora ogni anno si tiene un'importante festa cerimoniale. Si tratta di una sfida di coraggio e temerarietà fra i vari clan dell'isola per portare in cima al cratere un uovo intatto di uccello, di nome Orongo, prelevato dal suo nido su un'isola davanti alla scogliera. Questa cerimonia è ben rappresentata nel film 'Rapa Nui' con Kevin Kostner. Mentre stiamo per riprendere la discesa arriva la pioggia ed abbiamo fortuna di poter scendere con i tre guardaparco che ci portano comodamente fino in città. Intanto è notte e possiamo dirci fortunati di aver trovato il trasporto per ritornare. Terminiamo poi la giornata con una ottima cena a base di pesce crudo in un ristorante all'inizio della avenida Atamu Tekena, la strada principale di Hanga Roa.
Quinto giorno
Facciamo colazione con David e Pascale, con i quali abbiamo convenuto ieri di andare assieme con un taxi fino all'altro capo dell'isola, ad Anakena dove si trova la più bella spiaggia dell'isola ed il sito archeologico di Ahu Nau Nau' con una serie di 6 Moai proprio davanti la spiaggia. Dopo aver fatto rifornimento per la giornata prendiamo un taxi con una taxista 'speedy gonzales' che ci porta fino all'incrocio delle strade ad un km dalla spiaggia. Conveniamo con la taxista di venire a prenderci alle 'cinco de la tardes'. Mentre David e Pascale vanno in direzione del vulcano Poike, noi andiamo ad Anakena e dopo la solita foto dei fotogenici Moai da ogni possibile direzione ci appostiamo all'ombra delle palme davanti alla spiaggia. Io facci il bagno fra le belle e lente onde che entrano nella baia, mentre Maggie si esercita a filmarmi con la macchina fotografica. Facciamo poi il nosztro spuntino con ananas e banane per poi fare un camminata di ca. 6km costeggiando il mare attorno al promontorio di Anakena. Il paesaggio con le onde, le isolette, la scogliera, il mare ci invoglia continuamente a scattare foto. Quando pensiamo di aver fatto il giro del promontorio ecco la sorpresa; un passaggio stretto ed obbligato fra gli scogli con l'alta marea e le onde imprevedibili è davanti a noi. Sono solo una decina di metri, ma sufficienti per finire con i pantaloni bagnati fino alla cinta. Per fortuna il sole ed il vento li fanno asciugare rapidamente e quando alle cinque quando reincontriamo David e Pascale siamo già asciutti. David, prima di ritornare, ci indica un posto interessante ad un paio di km che dobbiamo assolutamente ancora visitare; è il 'Te Pito Kura' un posto che per gli isolani è il 'centro della terra o l'ombelico del mondo'. E' composto da una sfera grande e da quattro più piccole orientate secondo i punti cardinali. La sfera principale è magnetica e Maggie con la sua bussola ci dimostra l'effetto sull'ago magnetico. Rientrati al nostro agriturismo ci rinfreschiamo per poi andare a cena con Amanda, Mario e Patrick al ristorante Kano che noi avevamo già apprezzato due sera fa.
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