Il nostro percorso

domenica 18 aprile 2010

13 aprile 2010 a Porto Velho, cercando un'imbarcazione per Manaus

Primo giorno
Stamattina dopo aver dormito tranquillamente fino alle 8 facciamo la nostra prima vera colazione brasiliana all'albergo. Oltre al caffè e al solito pane, burro e marmellata abbiamo oggi, un vasta scelta di succhi di frutta fresa, di buona frutta tropicale, con poi anche formaggio e prosciutto. Stavolta ne approfittiamo per fare assieme alla colazione anche il pranzo! Poi, dopo aver prelevato Reales al Bankomat di una vicina Banca, decidiamo di prendere tutto ed andare direttamente al porto dove partono le imbarcazioni per Manaus. Il porto ha un nome un po strano 'caì na agua', caduto nell'acqua, ciò che non è di buon auspicio!. Il gentile taxista ci porta anche in una libreria per comperare una cartina del nord del Brasile. La cartina è grande quasi come come un lenzuolo; ma è chiaro che per rappresentare una regione tanto grande non è facile farlo diversamente. Poi giunti al porto il nostro taxista ci porta all'agenzia meglio indicata per quello che vogliamo, l'agenzia Amazonas. Qui ci viene detto che la prossima imbarcazione di nome 'dois irmaos' (due fratelli) partirà domani a mezzogiorno e che potremmo già sistemarci e dormire stanotte sulla barca. Siamo un po scettici ma decidiamo di andare a vedere dato che l'imbarcazione si trova a meno di 50 metri dall'agenzia. Su questo tipo di imbarcazioni che sono in prima linea adibite per il trasporto merci, vi sono per i passeggeri poche cabine e tanto spazio per dormire nelle amache. Noi decidiamo, anche per la sicurezza, di prendere una cabina, che paghiamo 450 reales. La prima che ci mostrano è un pò maleodorante, la seconda non tanto meglio. Quella che vorremmo, la n. 4 ci dicono che è già attribuita!. Non ci rimane che prendere la migliore delle due peggiori, la n. 3. Per fortuna abbiamo nella cabina un ventilatore nuovo con il quale intendiamo arieggiarla. La fregatura è però che tutto è chiuso cosi che se non lasciamo aperta la porta è sempre la stessa aria che gira nella camera. Le nostre preoccupazioni si avvereranno poi infondate dato che il mal odore non lo sentiremo più. Ma forse sono anche il nostri nasi ad essersi adeguati! Mentre osserviamo il fiume davanti a noi vediamo molti 'botos', sono i delfini rosa dell'amazzonia, che salgono a galla a prendere aria e sembrano venire a salutarci. Preso possesso della cabina, andiamo a fare un giro di ispezione attorno al porto per vedere dove fare le compere domani prima di partire. Andiamo poi a visitare la vecchia stazione abbandonata della famosa linea ferroviaria Mamorè – Madeira, fra Porto Velho (Brasile e Riberalta (Bolivia), costruita in pieno boom del caucciù all'inizio del 19mo secolo. Questo per permettere alla Bolivia di esportare verso l'Atlantico il caucciù boliviano. Il Brasile si impegnò a costruire la linea ferroviaria ed in cambio ricevette dalla Bolivia territorio di Acre, quatto volte grande come la Svizzera. Fu un'opera gigantesca non esistendo all'epoca la tecnologia per costruire una linea ferroviaria in piena selva amazzonica. Si dice che morirono tanti operai, (di malaria e altre malattie tropicali ) quanto furono le traverse posate per fissare i binari. Per una linea di ca 400km ed una traversa ogni 10m, calcolate voi! Quello che resta oggi è purtroppo un ammasso di ferraglia che il comune di Porto Vehlo tra cercando di restaurare e proporlo come attrazione turistica. Sono già riusciti anche far funzionare una vecchia locomotiva a vapore del 1936, della quale ragazzino orgogliosamente ci fa sentire il caratteristico suono. Anche oggi fa molto caldo, con il sole e temperature di 35 gradi è bello stare all'ombra. Seguendo il lungofiume arriviamo al ristorante Mirante II, dove pranziamo con pesce e quanto ci offre un fornitissimo buffet brasiliano. Vicino a noi sentiamo due giovani che parlano fra di loro in 'schwizerdütsch', li interpelliamo e ci dicono di essere grigionesi e di essere in viaggio sulla Panamericana con un Landrover e di essere in attesa di imbarcasi anche loro per Manaus. Con Mark e Cony, cosi sono i loro nomi, rimaniamo quasi tutto il pomeriggio a raccontarci vicendevolmente le relative esperienze di viaggio. Anche loro dovrebbero, ma sono già in attesa da tre giorni, partire domani nel pomeriggio. Poi ci salutiamo ben sapendo di rivederci da qualche parte prima di imbarcarci. A cena finiamo in una enorme pizzeria, dove stasera c'è un 'rodisio di pizza e pasta'. Per un prezzo fisso si può mangiare pizza, spaghetti, lasagne .. a volontà. La qualità della pizza, in particolare della 'muzarela' non è eccezionale ma sufficiente per riempire lo stomaco. Ogni momento ti passano accanto proponendoti ogni volta un pezzo di pizza differente. Resistiamo per una decina di portate poi dobbiamo desistere e con la pancia piena rientrare camminando fino alla nostra imbarcazione. La nostra cabina, rimasta chiusa sotto il sole, inizialmente sembra un forno; ma dopo una gran sudata iniziale, e anche grazie al ventilatore, riusciamo ad addormentarci e dormire tranquillamente fino alle 7.30.
Secondo giorno
Dopo una veloce doccia nei non tanto attraenti 'bagneiros' dell'imbarcazione partiamo alla ricerca di un ristorante per la colazione. Purtroppo la maggior parte dei ristoranti che conosciamo aprono tardi e dobbiamo così farci una lunga camminata per trovare un bar all'aperto dove possiamo prenderci un caffé, dei panini e degli ottimi succhi di frutta. Accanto a me siede Antonio un dipendente dello stato di Rondonia che lavora in un ufficio delle vicinanze e sta mangiando per colazione un tremendo sandwich con carne, uova e pomodori. Parliamo del Brasile, dell'amazzonia, della Svizzera. ... di religione. Ci dice di essere evangelico praticante e non riesce a capire come mai noi non siamo credenti!! In effetti quello che si vede da queste parti è un gran proliferare di chiese evangeliche, pentecostali, anglicane .. ecc. al posto delle chiese cattoliche sempre più disertate. Noi continuiamo il nostro girovagare andando a cercare un Bankomat funzionante e ad acquistare un'amaca di stoffa per poterci riposare sull'imbarcazione. Poi fatta la spesa, con un buon contingente di acqua e bevande. In teoria dovremmo essere tre giorni (2 notti) sul fiume ma non si sa mai da queste parti! Alle 12 noi saremo pronti ma vedendo che si continua caricare materiale a bordo, ci sembra poco probabile una partenza in poche ore. Chiedo e mi dicono; partiremo alle due, un'altro mi dice alle tre. Chiedo poi a quella che ci ha consegnato le chiavi della cabina la quale ci dice che non si partirà prima delle sei di sera. Decidiamo quindi di scendere di nuovo per andare a pranzare al medesimo posto di ieri. Qui reincontriamo i due grigionesi con il loro Landrover posteggiato davanti al ristorante. Passeremo il resto del pomeriggio con loro. Poi loro ritornano al porto sperando di poter caricare in serata il loro automezzo e partire mentre noi ritorniamo alle 17 sulla nostra imbarcazione, mentre continuano a caricare casse di papaye, banane e sacchi di zucchero. L'imbarcazione ci sembra piena ma trovano ancora posto per sistemare nuova merce. Infine verso le nove di sera, finalmente, dopo aver caricato le ultime moto, gli ultimi mobili e le ultime piantine di papaye staccano gli ormeggi e lentamente lasciamo il porto. Facciamo però un centinaio di metri e dobbiamo sottoporci al controllo della polizia fluviale. Scendono alcuni tipi da una barca a motore girano un attimo sulla nostra sovraccarica imbarcazione e poi ci danno il 'via libre' per partire. Noi seguiamo una mezzoretta le varie manovre navali per poi ritirarci nella nostra cabina a riposare ed essere freschi per domani mattina. La navigazione è tranquilla e dopo pochi minuti non sentiremo più neanche la musica brasileira del piano di sopra.

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