Il nostro percorso

domenica 15 febbraio 2009

13 - 15 febbraio 2009 Singapore

Andiamo a fare colazione al “Traveller Guesthouse” dove per pochi solti facciamo una ottima e abbondante colazione. Poi ritorniamo alla zona coloniale del centro storico per visitare il Stadhuis (Municipio) trasformato in museo, la collina con i resti della chiesa di San Pedro e la fortezza portoghese A'Famosa. Da qui abbiamo la miglior vista della città, in modo particolare sulla recentemente rinnovata zona del vecchio porto con la ricostruzione sovradimensionata di un galeone portoghese ( un po kitsch per dire il vero!) e con il museo del marina. Verso le 11 rientriamo al nostro ostello per preparare i bagagli e prendere il un taxi per la stazione centrale dei bus. Anche oggi appena arrivati alla stazione ci imbattiamo in un bus pronto a partire per Singapore, la nostra prossima destinazione, Partiamo al volo alle 12.30; per un viaggio che durerà 4 ore. Tutto va molto tranquillo , il bus è semivuoto e praticamente l'intero percorso è asfaltato. Le formalità doganali, sia quelle malesi, sia quelle singaporesi vanno molto spedite, così che in n neanche mezzora siamo nella città stato di Singapore. Già appena passati la frontiera si vede dalle strade e dai quartieri, ben evidente il contrasto con il paese dal quale arriviamo. Arriviamo alla stazione dei bus vicino a Little India, dove dopo una breve ricerca troviamo l'albergo Mayo, gestito da un cinese. La camera è senza finestre verso l'esterno, ma visto la vicinanza dalla moschea e dalla sottostante strada di grande traffico, il fatto di non avere finestre è quasi un vantaggio! Facciamo poi un lungo giro a piedi fra le stradine di Little India prima di cenare in un ristorante indiano-nepalese dove ci servono per me dei gamberoni piccanti in una mezza papaya, e a Maggie un piatto vegetariano a base di patate . Tutto molto buono! Il prezzo però non è più come in malesia. Qui a Singapore tutto è più moderno, pulito e confortevole ma anche i prezzi sono più elevati. La birra Tiger per esempio, malgrado che sia prodotta a Singapore, in Malesia ed in Thailandia costa molto meno! Un paradosso economico? Oppure un metodo per far bere altre bevande! Dopo la squisita cena ritorniamo all'albergo, non senza qualche problema di orientamento, per andare a dormire nella nostra tranquilla camera senza finestre.
Il secondo giorno lo passiamo , dopo aver fatto colazione in un ristorantino mezzo inglese mezzo indiano delle vicinanze, nella zona di Chinatown. Con la moderna e comoda metropolitana in pochi minuti ci spostiamo da Little India a Chinatown. Qui facciamo un giro a zonzo fra le diverse stradine e ci imbattiamo in un theahouse dove un anziano monaco buddista, con nostra sorpresa, ci chiede in tedesco da dove siamo e ci invita a sederci con lui, un suo accompagnatore (che chiama il monaco “il mio maestro”) ed i proprietari del negozio. Non possiamo rifiutare l'occasione di conversare con un monaco buddista. Ci servono un thé particolare (read tea/thè rosso) del quale ci spiegano i vari pregi e segreti di questa bevanda. Il monaco si fa poi dare dei soldi dal suo “allievo” per comperarci una ciambella di questo the per regalacela. Noi rimaniamo imbarazzati e cerchiamo di rifiutare ma come riscontro la padrona del negozio ci regala una “theiera” per fare preparare il thè mentre l'allievo del monaco ci regala le tazzine per berlo. Noi ringraziamo e diamo il nostro indirizzo per contraccambiare quando dovessero venire da noi. Il monaco, che parla, oltre al tedesco (lingua madre) il cinese ed il Thailandese, anche un poco l'italiano e lo spagnolo, durante la conversazione ci dice di essere stato ospitato come bambino denutrito ad Ascona e a Lugano. Non ha ricordi concreti dal Ticino ma sa di esserci stato. Dice di essere stato battezzato come protestante e di aver studiato e approfondito tutte le principali religioni prima di convertirsi poi al buddismo, di vivere ora a Hong Kong, e di venire saltuariamente in Europa per incontri e conferenze. Dopo aver passato assieme conversando sui molti aspetti religiosi, compreso il tema critico del Tibet (dice di conoscere ed aver incontrato personalmente il Dalai Lama), sul quale risponde dicendomi (diplomaticamente) che il buddismo (quello teorico) ha molte variazioni ma di rispettare la separazione fra religione e politica. Mi sono però accorto che sul il tema non era così contento di parlarne, per cui non abbiamo cambiato subito argomento! L'incontro è stato per me interessante anche per conoscere meglio la realtà buddista. Sono sempre più convinto che fra le diverse grandi religioni il buddismo sia quella ha fatto meno danni nella sua lunga storia.
Girando poi per Chinatown, alla ricerca di un tempio cinese incontriamo un turista tedesco con il quale discutiamo di viaggi e avventure in giro per il mondo. A cena andiamo nella Food Street di Chinatown (Smitt Street), dove in un ristorante con tavoli sulla strada ci facciamo servire pesce e seafood accompagnato dalla solita birra Tiger; tutto buono ma i prezzi sono quasi come da noi.
Il terzo giorno a Singapore lo dedichiamo alla visita del zona commerciale e del porto, dal quale domani vogliamo partire per l'Indonesia. Rochor, a due passi dal nostro albergo, dove ci è stato detto che si trova anche un ufficio postale. Dopo aver trovato l'ufficio postale (chiuso oggi perché domenica) troviamo un ristorante con al lato una pasticceria, noi mettiamo insieme le due cose e ci facciamo una buona e abbondante colazione. Poi facciamo un giro in un grande complesso (Diem Liem) interamente dedicato all'elettronica. Qui riesco a trovare un apparecchi fotografico confacente alle mie aspettative Mi prendo una Canon SX110, con zoom ottico 10x, batterie normali a stilo e di dimensioni ridotte. Unica concessione che devo fare è che non ha un visore ottico, riesco però a farmi dare una memoria di 8G ed 100 dollari di Singapore (75fr) per la ripresa della mio vecchio di apparecchio (5 anni). Poi prendiamo la metropolitana per andare nella zona nei grandi shopping Mall (Orchard Street) con l'intento di trovare una cartina e delle dell'Indonesia, ma anche per curiosare cosa va di moda al momento. Appena scesi dalla metropolitana ci imbattiamo in un gruppo di giovani che fanno pubblicità per l'Ikea! I centri commerciali sono sovraffollati, oggi è domenica, in più il continuo cambiamento di temperatura tra fuori e i negozi con l'aria condizionata ci fa ben presto desistere, per cui prendiamo ancora il metro per andare nella zona del porto per verificare le possibilità di itinerario e gli orari per continuare il nostro viaggio verso sud. Decidiamo di prendere un traghetto per Sekupang sull'isola indonesiana di Batam. Giriamo nelle zona per fotografare il tramonto e poi andare a cenare in un ristorante del posto. Mangiamo pesce e frutti di mare ad un prezzo che al momento di pagare viene maggiorato da tasse ecc. del 20%. Questa è la fregatura singaporese, dove non sempre viene dichiarato il prezzo giusto; se no lo si chiede subito la sorpresa arriva alla fine! Rientrati al nostro albergo prepariamo tutto per partire possibilmente presto domani mattina.

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