Il nostro percorso

sabato 21 febbraio 2009

18 febbraio 2009 da Batam a Jakarta con la nave

Oggi è il giorno della partenza per un lungo viaggio in mare; ci attendono 26 ore di navigazione sul mare indonesiano! Io mi alzo prima per andare al mercato centrale a scattare foto e a comperare dell'ottima frutta (mangostane, durian e anguria gialla!) per il viaggio. Eccezionale è l'offerta di pesce con pesci di tutti i colori e le grandezze; quando i venditori vedono che li sto fotografando si mettono in posa e fanno la gara farmi vedere i loro pesci più belli! Poi la solita colazione al ristorante, con il personale che vuole essere ritratto con noi (vedi foto) prima di fare la spesa per il viaggio e prendere allae 11.30 il taxi per il porto di Sekupang. Lasciamo senza rimpianti questa città senza anima e con solo tanto cemento e tanti rifiuti un po' dappertutto. La gente, cosi anche il nostro taxista, è molto amichevole e cerca sempre di aiutarti. Chiedo al taxista, che parla qualche parola di inglese quanto è grane la nave che ci porterà a Giacarta: lui ci dice sorridendo; come il Titanic!!. Gli rispondo che spero che non faccia la stessa fine! Arrivati al porto ecco il solito movimento di marinai, scaricatori e passeggeri che cercano di salire sulla nave. Noi abbiamo un marinaio che ci accompagna a trovare il nostro posto in terza classe. Il casino è indescrivibile con vecchi, ammalati, bambini sdraiati sui materassini per occupare il posto. Di fatto anche il nostro posto risulta già essere occupato per cui il nostro accompagnatore mi dice che pagando un supplemento potrebbe aiutarci a trovare un posto migliore. Noi lo seguiamo ed arriviamo nelle cabine del personale di bordo, dove ci vengono indicati due accoglienti letti che loro ci mettono a disposizione per 500'000 rupie (ca. 50fr). Sul momento rimaniamo un po imbarazzati ma al solo pensiero di dover ritornate in terza classe e dover lottare per avere il posto ci fa decidere di accettare la proposta. Sistemiamo i nostri bagagli in un armadio che possiamo chiudere a chiave e ritorniamo a vedere dall'alto le attività di caricamento della imponente nave. Dovremmo partire alle 13.00 ma infine partiremo alle 14.30 con un sole cocente ed con un leggero vento. Sulla nave intravvediamo pochissimi turisti ma tanta gente locale che con scatole, sacchi e valige cerca di andare verso la capitale Giacarta. Per lungo tempo seguiamo la costa dell'isola di Batam per poi passare fra Batam e Bintan per poi prendere il largo nel mare d'Indonesia. Tutto procede tranquillo e noi facciamo una approfondita ispezione della nave e scopriamo che al sesto deck appena sotto la terrazza del ristorante vi è anche una moschea. Io seguo i dati del GPS per vedere quando passiamo l'equatore. Il passaggio dall'emisfero nord a quello sud avviene esattamente alle 20.10, mentre sopra di noi abbiamo un cielo stellato. Dopo le 21 andiamo ad assistere alle rappresentazioni canore di un gruppo indonesiano che suona nel ristorante di prima classe. A dormire andiamo a nella “nostra” camera del personale di bordo che troviamo completamente vuota. A questo momento capiamo che i nostri posti sono di notte liberi in quanto il personale è al lavoro!Un ingegnoso sistema per arrotondare lo stipendio, calcolato che il nostro corrisponde a circa un salario mensile medio!!
Il giorno seguente ci svegliamo che sono circa le sette, poi giusto il tempo di rinfrescarci, e poco dopo ecco i nostri marinai ad entrare in camera a salutarci e a prepararci il caffe. Noi facciamo colazione con la frutta ed i biscotti che abbiamo con noi rinunciando a quella, ben poco attraente servita ai passeggeri di terza classe. Ritornati sul ponte della nave al nostro tranquillo posto di ieri assistiamo ad un esercizio di salvataggio con quasi tutto il personale di bordo occupato ad eseguire l'esercizio. Noi siamo ben contenti che sia solo un esercizio e niente di più serio! Poi conosciamo una coppia di canadesi, Marry lei e Saeed (o Sam). Lui è di origini iraniane ma vive da molti anni a a Tofino sull'isola di Vancouver. Ci scambiamo le solite informazioni dei viaggianti per poi darci l'appuntamento all'uscita della nave per eventualmente condividere il taxi per andare assieme in centro a Jakarta. Loro hanno conosciuto un indonesiano di origini cinesi di, nome Martin,che li ha già consigliato un albergo nella Chinatown di Jakarta. La giornata procede tranquilla con l'orizzonte solo il blu del mare e ogni tanto qualche altra nave o peschereccio . Ii tempo passa con qualche conversazione qua e la con i passeggeri. Poi verso le 14.30 iniziamo a vedere qualche isola e poi la costa con le prime gru del porto di Jakarta. Noi andiamo nella “nostra cabina” a preparare e prendere i bagagli per metterci in fila davanti lo sportellone d'uscita. Prima salutiamo, facendo anche di loro una foto, i nostri “marinai affittacamere”. La procedura prima di poter finalmente uscire, è molto lunga e snervante. Infine quando aprono lo sportellone, con nostra grande sorpresa, invece di poter scendere noi, entra una orda di barbari scaricatori che in barba al fatto che davanti vi erano i bambini in attesa, spingono da tutte le parti per entrare sulla nave. Una scena veramente indecente che non possiamo capire perché non cercano di evitarla!! Ci vorrebbe cosi poco con tutti i poliziotti ed il personale della nave che sta li solo a guardare!! Noi dopo lo spavento scendiamo incolumi e attendiamo i canadesi e Martin per prendere assieme un minibus per farci portare all'albergo Citra di Chinatown dove alloggeremo questa notte. Siamo cosi arrivati, dopo qualche peripezia a Giacarta, l'antica Batavia famosa per la cononizzazione olandese; anche se di olandese è rimasto ben pocoo!Durante il percorso piove ma quando arriviamo all'albergo smette. Andiamo poi a cenare presso una bancarella di un mercato locale. Riceviamo. Oltre alla birra purtroppo cada, del pesce alla griglia. Questa volta un po' bruciacchiato; peccato perché erano dei bei pesci!! Poi dopo aver fatto un giro fra le stradine semimorte attorno all'albergo rientriamo per farci consigliare e prepararci alla partenza di domani. Decidiamo assieme ai canadesi di continuare il viaggio in treno fino a Yogjakarta.

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