Il nostro percorso

sabato 7 febbraio 2009

2 febbraio 2009 Hat Yai - Kota Bahru (Malesia)

Ci siamo alzati alle 6 per la giornata, apparentemente più “pericolosa” del nostro viaggio finora. Pericolosa perché attraverseremo le tre provincie politicamente più turbolenti della Thailandia. Sono le provincie dove è alta la presenza mussulmana (fino al 85% nella provincia di Yala al confine con la Malesia) e dove negli anni 2006 – 2007 vi sono stati diversi attentati che hanno coinvolto in un paio di occasioni anche dei turisti. I mussulmani si sentono discriminati e delle razioni estremiste reclamano l'indipendenza. Noi ci siamo informati e ci è stato detto che attualmente la situazione è calma. Ieri all'arrivo alla stazione ferroviaria abbiamo già intravvisto una rilevante presenza di militari Thai. Alle 6.45 siamo già alla stazione per fare colazione con caffè biscotti comperati sul posto. Il treno arrivato da Bangkok è già presente sul binario di partenza alle 7.30 quando dovrebbe partire, ma lasceremo la stazione solamente verso le 7.45. La presenza di militari è molto ben visibile all'interno della stazione ma in modo maggiore sul treno. Girano con armati fino adenti e controllano i bagagli sospetti. Quando vedono ii nostri ci fanno un sorriso e procedono. Sul treno composto di 6 vagoni vi saranno almeno una ventina di militari che ad ogni stazione controllano chi sale e chi scende. Anche le stazioni sono presidiate dai soldati Thai Tuto procede regolarmente fino a quando in un tratto in leggera salita il treno si ferma. Dopo alcuni tentativi a vuoto per ripartire, ritorna lentamente alla stazione di Na Muang, dove eravamo appena partiti. Qui rimaniamo fermi per più di un'ora, e sapremo poi dopo, quando arriva da dietro una nuova locomotiva che la nostra era guasta e non riusciva a trainare il treno in salita!. Sono cose che succedono, specialmente se non viene fatta nessuna manutenzione. Comunque finora, a parte questo inconveniente, le ferrovie Thai si sono dimostrate abbastanza efficienti. Il viaggio continua e passiamo i diversi punti “caldi” come Pattany e Yala senza problemi, anzi con molti sorrisi, dai bambini e anche dalle donne mussulmane. Anche sul treno la presenza mussulmana è predominante e di turisti ne abbiamo visti tre al massimo. In gran parte sono quelli che vanno alla frontiera solo per prolungare il visto di soggiorno in Thailandia. Arriviamo al villaggio di frontiera di Songai Kolok alle 13.30, con l'ora di ritardo causato dalla locomotiva guasta. Qui dobbiamo evitare l'attacco dei “motorbiker” che vorrebbero portarci alla frontiera. Noi sappiamo che è a solo un km e decidiamo di farlo a piedi e di fermarci a fare uno spuntino e bere una birra sul tragitto. Le formalità doganali sia Thai sia Malesi vanno molto spedite e alle 15 siamo già in Malesia. Abbiamo passato la frontiera tanto in fretta che ci siamo dimenticato di cambiare i baht in rinngit (la valuta malese). Faccio un primo tentativo alla Islam Bank del primo paese dopo la dogana, ma mi rimandano al Duty Free Shop della frontiera. Poi prendiamo il bus per fare i 30km che separano la frontiera dalla città di Kohta Bahrru, la capitale della provincia del Kerasten. Arrivati alla stazione centrale iniziamo la ricerca di un alloggio confacente partendo a piedi verso una direzione che secondo la guida Routard ve ne dovrebbero essere diversi. Dopo una lunga e laboriosa ricerca e dopo averne scartati diversi finiamo al Kenny Guesthouse gestito da un cinese; è spazioso, più o meno tranquillo e ci costa 35 ringitt (ca. 10 fr.) per notte. Siamo un po' stanchi dalla giornata per cui andiamo a mangiare in un “food stall” cinese; una specie di mercato con molti piccoli stand che propongono diversi piatti preparati al momento. Oltre alla vasta scelta, noi ci facciamo servire noodels con verdura e scampi. Prima di andare a dormire prendiamo un caffe nel ristorante con WiFi (wireless Internet) vicino al nostro alloggio. Purtroppo però l'accesso non funziona, ci dicono che lo ripareranno domani. Vedremo!!

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