Il nostro percorso

venerdì 8 gennaio 2010

6 gennaio 2010 da Soe a Dili (Timor Leste)

Oggi ci alziamo presto per intraprendere una delle tappe più dure e significative della nostra seconda parte del viaggio attorno al mondo. La colazione al Bahagia Dua è ottima ed abbondante con riso “noodles and chicken” ecc., anche se per noi manca la frutta! E' ridicolo perché è quella che qui si vede su quasi tutte le piante. Mi rivendico poi prendendo un succo di avocado dallo stand davanti all'albergo, mentre aspettiamo il bus. Il bus dovrebbe arrivare a prenderci alle 8.30 ma arriverà già con quasi un'ora di ritardo. Appena partiti ci accorgiamo di avere come autista uno Schumacher indonesiano. Siamo su un minibus con 12 passeggeri e abbiamo l'impressione che l'autista si diverta a sballottarci da tutte le parti con la sua guida ultrasportiva. Difatti dopo pochi km uno davanti a noi deve rimettere tutto mentre l'autista sembra essere al massimo della soddisfazione e si diverte a frenare ed accelerare ad ogni curva. Il tipo non ci permette neanche di fare foto dato che i finestrini sono chiusi e con lo sballottamento si rischia solo di sbattere l'obiettivo contro il vetro del finestrino. Noi siamo gli unici turisti, sia su questo sia sugli altri due bus della stessa compagnia che viaggiano in convoglio. Passiamo da Kefa e da Atambua, dove facciamo un breve stop per rifocillarci e registrare i documenti per poi continuare verso il posto di frontiera di Batugade dove veniamo scaricati dal minibus e dobbiamo continuare a piedi attraverso il posto di frontiera Indonesiano e di Timor Leste. L'ultimo pezzo di strada è particolarmente disastrato, a dimostrazione che gli indonesiani non sono molto interessati al collegamento stradale con il vicino “paese ribelle” di Timor Leste, resosi indipendente solo nel 2002. Passiamo i diversi controlli ed all'ultimo controllo dei bagagli, quando vedono il passaporto svizzero ci dicono .. ah Swiss .. no problem go ahed ... yuo are friends! Sapendo che una delle lingue nazionali di Timor Est è il portoghese chiedo ad uno dei doganieri se lo parla, lui mi dice che lo capisce, ma lo parla solo .. a little! Passati indenni le formalità di frontiera, comprendente anche il pagamento cash dei 30 US$ per il visto, risaliamo sul bus per riprendere il viaggio .Per nostra enorme soddisfazione, malgrado il bus sia dello stesso tipo e ci sembra il medesimo, abbiamo un altro autista. Già dopo le prime curve ci accorgiamo che è totalmente diverso di quello precedente. La sua guida è prudente e tranquilla ... almeno all'inizio .. poi dove la strada migliora si butta a tutto gas! Dalla frontiera fino a Dili, la capitale del paese, la strada costeggia il mare ed è in gran parte ancora in fase di costruzione. Sulla nostra cartina questa strada non è nemmeno marcata. Assistiamo al lento calare del sole sul mare dello stretto di Ombai mentre lentamente raggiungiamo Dili passando fra villaggi di capanne prevalentemente costruite con legno e paglia. Arrivati a Dili ci facciamo scaricare davanti al primo albergo che vediamo, si tratta del Dili Beach Lodge. Il posto consiste in un campo di container arrangiati come alloggi con ogni tipo di confort, ma senza alcuna apertura a parte la porta di ingresso. Da sconsigliare assolutamente a che soffre di claustrofobia . Dopo averne visti un paio e aver preso atto che i prezzi sono proibitivi, almeno per il nostro budget, decidiamo di prendere un taxi per farci portare dall'altro lato della città per cercare qualcosa di meglio. Il taxista ci spenna 5$, qui si paga tutto in US$, dopo avercene chiesti inizialmente 10. Al Hotel Dili ci propongono una camera standard per 45 US$, ma poi dopo aver fatto il check-in e pagato, quando la tipa della ricezione ci vuole dare la chiave, scopre che la camera non è disponibile. L'altra opzione che ci propone è la camera superior del costo di 80 U$. Tirando la discussione per le lunghe e chiedendo di consultare il manager, che scopriamo poi essere un emigrato italiano in Australia di terza generazione, riusciamo a spuntare il prezzo speciale di 70 US$. Dopo tutto il trambusto della giornata, siamo talmente stanchi che ceniamo all'hotel. Anche qui prendiamo atto che i prezzi sono esponenzialmente più elevati che quelli a cui eravamo abituati in Indonesia. La stessa birra indonesiana Bintang da 6 dl che in Indonesia pagavamo ca. 2 US$ qui ci chiedono 5 $. Nella camera abbiamo un collegamento Internet diretto di buone prestazioni, ciò che ci permette di cercare e trovare informazioni su Dili, in particolare degli alloggi più convenienti.

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